Negli Stati Uniti, il National Defence Authorization Act per l’anno fiscale 2022 è stato approvato: a trasformarlo in legge, la firma del presidente Joe Biden. L’NDAA comprende l’emendamento promosso dalla senatrice democratica Kirsten Gillibrand- sostenuto anche dal repubblicano Marco Rubio- che prevede l’istituzione di un ufficio incaricato di studiare i Fenomeni Aerei Non Identificati e la creazione di un “Rapid Response Team”- un “gruppo di risposta rapida”- che dovranno far chiarezza sulla tecnologia “transmediale” mostrata da alcuni di questi misteriosi oggetti volanti avvistati e ripresi dalle Forze Armate americane, capaci di muoversi indifferentemente nell’atmosfera e nell’acqua. Un momento storico, come molti commentatori hanno sottolineato.
IL PRESIDENTE BIDEN NELLO STUDIO OVALE
Non è’ ancora chiaro come si chiamerà questo nuovo organismo: l’acrononimo potrebbe però essere ASTRO– da “Anomaly Surveillance and Tracking Resolution Office”. In ogni caso i suoi compiti andranno ben oltre quanto previsto dal Sotto Segretario alla Difesa che, anticipando le mosse del Congresso (lo scopo era probabilmente proprio quello di stoppare l’azione della politica), a novembre aveva annunciato la nascita dell’ Airborne Object Identification and Management Synchronization Group (AOIMSG), con competenze più che altro organizzative: secondo quanto dichiarato dal portavoce della Difesa, si dovrebbe occupare di migliorare le procedure nella raccolta delle informazioni per identificare gli oggetti senza spiegazione avvistati dal personale militare. Le aspettative del Senato sono decisamente più elevate. Ora si tratta di capire se i due diversi uffici saranno integrati e come procederà il Pentagono: cercherà di soddisfare le richieste dei senatori indagando sui misteriosi velivoli transmediali o proverà a nascondere o minimizzare le informazioni più sorprendenti sugli UFO?
IL SENATO DI WASHINGTON
L’emendamento Gillibrand-Rubio è l’ultimo step di un processo che si è messo in moto a partire dal dicembre 2017, grazie all’articolo del New York Time che rivelava l’esistenza di un programma segreto per studiare la “minacce aerospaziali” condotto dal Pentagono con fondi neri concessi dal Senato e con la pubblicazione dei primi video dei piloti della US Navy a tu per tu con velivoli dalle prestazioni eccezionali e dall’aerodinamica assurda. Un processo diventato inarrestabile, che nel giro di pochi anni ha portato ad un cambio radicale nella mentalità e nell’interpretazione del fenomeno UFO- da sciocche fantasie per tipi strambi, a realtà concrete da prendere in seria considerazione. Filmato dopo filmato, intervista dopo intervista, anche l’informazione mainstream se n’è resa conto e ha cavalcato la tematica (per decenni bistrattata e ridicolizzata) anche alla luce delle clamorose ammissioni delle autorità.
IL COSIDDETTO “TIC-TAC “, RIPRESO DA UN PILOTA DELLA US NAVY
Marina e Pentagono hanno infatti dovuto riconoscere l’autenticità delle testimonianze e delle immagini circolate in tv e sul web, mentre il Dipartimento della Difesa e i vertici dell’Intelligence hanno dovuto presentare al Congresso un’analisi preliminare sugli avvistamenti effettuati dai militari negli ultimi 20 anni circa: 143 su 144 sono rimasti senza risposta, 80 di essi sono stati registrati da varie strumentazioni simultaneamente e in molte circostanze la tecnologia ostentata da quei mezzi sconosciuti è apparsa di gran lunga superiore a quella in uso, tanto da non essere comprensibile. Proprio come nel caso degli UAP emersi dal mare e poi scomparsi a enormi velocità nell’atmosfera oppure- al contrario- prima osservati in cielo e poi spariti in un istante nelle profondità dell’oceano.
L’OGGETTO TRANSMEDIALE RIPRESO DALLA NAVE MILITARE USA “OMAHA”
Capacità di volo “transmediale” che gli Stati Uniti non possiedono e che pare impossibile abbiano raggiunto i loro diretti antagonisti-Russia e Cina. Un’eventualità che il report consegnato lo scorso giugno non escludeva, ma che tutti gli osservatori militari hanno al contrario rigettato. E così, sempre meno timidamente, anche personaggi illustri- non certo imputabili di essere fanatici degli UFO- hanno espresso pubblicamente l’opinione che magari quegli oggetti bizzarri potrebbero non essere prodotti da Governi di questo mondo, ma avere una provenienza non terrestre. Lo ha detto la Direttrice della National Intelligence Avril Haines durante una conferenza, lo ha lasciato intendere in un incontro pubblico l’amministratore della NASA , l’ex astronauta Bill Nelson. Insomma, anche per l’Ente Spaziale americano parlare di vita aliena e persino di civiltà dello spazio con le quali potremmo essere già entrati in contatto non è più un tabù e lo dimostra anche un’ altra iniziativa che nei giorni scorsi è rimbalzata da un giornale all’altro.
L’AMMINISTRATORE DELLA NASA, BILL NELSON
La NASA ha infatti promosso un programma di ricerca intitolato Societal Implications of Astrobiology (Implicazioni sociali dell’Astrobiologia) presso il Center for Theological Inquiry (CTI) della Princeton University, contribuendo con oltre un milione di dollari, per scoprire come reagirebbero le religioni– e i fedeli- di fronte alla notizia che non siamo soli nell’Universo. Lo studio ha coinvolto 24 teologi tra il 2015 e il 2018. A loro è stato chiesto di rispondere a domande esistenziali come ad esempio: cos’è la vita? Come significa essere vivi? Come si traccia il confine tra umano e alieno? Quante sono le possibilità di trovare creature senzienti su altri mondi? Tra i partecipanti, c’era anche un prete britannico, che da quella esperienza ha tratto ispirazione per scrivere un libro, “Astrobiology and Christian Doctrine”, come ha riportato il quotidiano Times.
CHE IMPATTO AVREBBE SULLA FEDE LA SCOPERTA DELLA VITA ALIENA?
Il reverendo Andrew Davison, sacerdote e teologo dell’Università di Cambridge con un dottorato in biochimica ottenuto a Oxford, ritiene che le tradizioni religiose siano importanti per aiutare l’umanità ad accettare l’esistenza di forme di vita extraterrestri, anche se chi non ha fede tende a sopravvalutare le sfide da affrontare. Questa scoperta, secondo Davison, potrebbe essere imminente. Da un lato, abbiamo il rover che sta scavando tra le rocce marziane alla ricerca di tracce di attività biologica, passate o addirittura presenti. Dall’altro, i telescopi scrutano la volta celeste per scovare esopianeti abitabili- da ultimo, il modernissimo James Webb Space Telescope lanciato nello spazio alla vigilia di Natale, costruito per analizzare le componenti chimiche delle atmosfere lontane anni luce. E poi, ci sono gli UAP o UFO che dir si voglia, dalla tecnologia avanzatissima, di origine sconosciuta e di cui ignoriamo lo scopo. Se fossero proprio loro la prima prova che esistono esseri intelligenti di altri mondi?