È innegabile che dietro al rinnovato interesse per il fenomeno UFO e alla ripresa delle indagini ai massimi livelli ci siano importanti esponenti del mondo dell’Intelligence americana. Il più noto, per il suo ruolo e per l’esposizione mediatica, è di sicuro Lue Elizondo, a capo fino al 2017 del programma segreto del Pentagono AATIP promosso dal Senato per studiare le cosiddette “minacce aerospaziali”. Ma non è l’unico, anzi. Anche alcune personalità di spicco della CIA- la Central Intelligence Agency, l’agenzia di spionaggio civile degli Stati Uniti per l’estero- negli ultimi tempi si sono distinte per le loro pubbliche esternazioni riguardo la delicata tematica.
SI MOLTIPLICANO LE DICHIARAZIONI SUGLI UFO DI EX AGENTI. SEGRETI AMERICANI
L’elenco si allunga sempre di più: da Jim Semivan a John Ramirez, passando da John Brennan. Quest’ultimo, ex direttore della CIA, ha addirittura ammesso che l’ipotesi extraterrestre connessa a questi misteriosi oggetti volanti avvistati dai piloti militari non può essere esclusa. Lo ha fatto alla fine del 2020 in una puntata del podcast “Conversations with Tyler” quando ha affermato: “Penso sia presuntuoso, se non arrogante, credere che non esista un’altra forma di vita altrove nell’intero universo. Come possa essere è oggetto di diversi punti di vista. Ma ritengo che alcuni dei fenomeni ai quali assistiamo e che continuano a essere inspiegabili potrebbero essere il risultato di qualcosa che ancora non comprendiamo. Potrebbero implicare un tipo di attività che secondo alcuni costituisce una forma di vita diversa».
JOHN BRENNAN, A CAPO DELLA CIA TRA IL 2013 E IL 2017
Ma ancora più sorprendente è stata l’ammissione di Jim Semivan, per molti anni funzionario ad alti livelli dell’agenzia di Intelligence civile e poi cofondatore di To The Stars Academy. Rispondendo alle domande di George Knapp durante lo storico programma radiofonico “Coast to Coast” lo scorso 30 gennaio, ha riconosciuto l’enorme difficoltà dell’essere umano di comprendere ciò che lo circonda, ma il fatto di non capire non significa che un fenomeno per noi inspiegabile non esista. «Un gatto e un cane potrebbero correre in una biblioteca, ma non hanno la più pallida idea di cosa siano i libri e di cosa siano le biblioteche», ha detto. «C’è tutta un’altra realtà che ci circonda che semplicemente non abbiamo la capacità di vedere nè di interagire con essa». Poi, non senza imbarazzo e senza entrare troppo nei dettagli, ha raccontato un’esperienza scioccante di cui è stato protagonista insieme alla moglie negli Anni Novanta.
HA LAVORATO A LUNGO PER LA CIA ANCHE JIM SEMIVAN
«In genere non mi piace discuterne. Ci sono un paio di ragioni, una di queste è che io e mia moglie stiamo ancora studiando e valutando…È stata un’esperienza che ci è successa mentre eravamo nella nostra camera da letto, nel mezzo della notte: alcuni esseri si sono presentati. È stato sconvolgente- non quando è successo, ma in seguito, perché ne sono derivate delle conseguenze fisiche per mia moglie, il che è stato molto traumatizzante, e anche per me, il che è stato meno scioccante, e abbiamo tutta la documentazione che lo prova». Quindi un contatto diretto con individui non ben identificati apparsi dal nulla nel cuore della notte- forse una sorta di abduction, ma in ogni caso una vicenda che ha lasciato un profondo segno, nella mente e nel corpo dei due. L’episodio si presta ad alcune riflessioni, specie alla luce della recente intervista rilasciata dal professor Garry Nolan di cui abbiamo ampiamente trattato nel blog (https://extremamente.it/2021/12/17/garry-nolan-lo-s…fo-e-i-testimoni/ )
IL PROFESSOR GARRY NOLAN
Nolan, docente di Patologia presso la Scuola di Medicina della Stanford University e già coinvolto in analisi molto particolari (ad esempio il famoso reperto noto come ”l’Essere di Atacama”), ha raccontato di aver ricevuto la visita di funzionari della CIA e di ufficiali dell’Aeronautica che gli hanno chiesto aiuto per valutare lo stato di salute di piloti militari e agenti segreti seriamente danneggiati dopo un incontro ravvicinato con gli UFO. Eppure l’Agenzia non ha mai avuto un ufficio specializzato per indagare sugli Oggetti Volanti Non Identificati e quindi i suoi investigatori non avrebbero dovuto sperimentare incontri del Terzo o del Quarto Tipo… Evidentemente, qualcosa non torna e il coinvolgimento della CIA in questo genere di fenomeni, nonostante i dinieghi e le smentite, deve essere stato nel tempo molto più profondo di quanto non sia mai stato ammesso. Lo sottolinea un articolo pubblicato dal sito Liberation Times al quale un ex analista di Intelligence della Marina ha spiegato che per sua natura un funzionario della CIA è una persona curiosa, addestrata a osservare e farsi domande quando si imbatte in qualcosa di anomalo. Questo tuttavia può giustificare un interesse privato nella questione UAP, ma la connessione ufficiale tra l’Agenzia e i fenomeni aerei non identificati resta avvolta nel mistero.
ANCHE LA CIA AVREBBE AVUTO UN UFFICIO PER STUDIARE GLI UFO
Alla domanda di George Knapp sull’esistenza di un gruppo di lavoro incaricato di studiare la materia, Semivan ha infatti risposto di non saperne nulla. «Non c’è nessun posto che io conosca alla CIA che si occupa di UFO o di fenomeni simili. C’era l’ufficio in cui lavorava Kit Green, la scrivania dell’assurdo. Non riguardava però solo gli UFO, ma il paranormale in generale…..Tutti hanno provato a capire dove fosse il quartier generale per trovare le informazioni sugli oggetti volanti non identificati. Nessuno ha avuto molto successo, ma ciò non vuol dire che quell’ufficio non esistesse», ha dichiarato. In quella stessa puntata di Coast to Coast è intervenuto anche un altro pezzo da novanta della CIA, ossia John Ramirez, per 25 anni analista dell’Office of Scientific and Weapons Research dell’Agenzia. E Ramirez ha ammesso di essersi occupato di UFO quando si sono verificati alcuni strani incidenti in Russia.
L’EX ESPERTO DI DIFESA MISSILISTICA PER LA CIA, JOHN RAMIREZ
Era infatti suo compito monitorare la risposta militare delle Forze Armate di Mosca, in particolare riguardo la difesa dai missili balistici. Così una volta, negli anni ’90, l’agente americano scoprì che i Russi avevano individuato un insolito velivolo sopra l’area del Circolo Polare Artico. Un oggetto misterioso che aveva messo in allerta le forze missilistiche strategiche del Cremlino. L’evento era stato rilevato anche da Ramirez, specializzato nel sistema radar russo denominato Daryal, ed era stato considerato talmente rilevante che all’analista fu chiesto di scrivere un rapporto per l’allora vicesegretario alla Difesa degli Stati Uniti, John Deutch. L’interesse di Washington era molto alto, perché si era trattata di un’incursione di un mezzo volante sfuggito al sistema di controllo moscovita e che non apparteneva agli Stati Uniti. Chi aveva potuto allora costruire un velivolo capace di quelle prestazioni?
Non solo, Ramirez ha fatto anche capire che la CIA potrebbe aver avuto un ruolo, nel corso dei decenni, nel recupero di oggetti non identificati precipitati. Ha citato il lavoro dello storico governativo Gerald Haines: nel suo testo intitolato “Il ruolo della CIA nello studio degli UFO tra il 1947 e il 1990” e basato su documenti ufficiali, Haines evidenziava che l’Office of Scientific Intelligence, all’interno della Life Science Division, aveva studiato il fenomeno anche con l’ausilio di medici specialisti. Se si tengono in mente le affermazioni del professor Nolan- l’interesse per gli effetti biologici degli UFO dimostrato dagli agenti che si sono rivolti a lui- si può ipotizzare che quegli specialisti siano ancora al lavoro. Inoltre, Garry Nolan ha anche parlato di analisi chimico-fisiche in corso su frammenti metallici provenienti dai luoghi in cui sarebbero precipitati dei cosiddetti “dischi volanti”. Forse a recuperarli è stata proprio la CIA? E chi meglio della Direzione Scienza e Tecnologia per la quale ha lavorato John Ramirez avrebbe potuto essere incaricata di un compito tanto particolare?
ANCHE A ROSWELL SAREBBE PRECIPITATO UN UFO
Di sicuro avrebbe avuto i mezzi tecnologici per farlo. L’articolo di Liberation Times ricorda un episodio, avvenuto negli Anni Settanta, in piena Guerra Fredda, quando l’Agenzia riuscì a recuperare un sottomarino sovietico affondato nell’Oceano Pacifico utilizzando una nave speciale costruita appositamente per lo scopo. Non si può dunque escludere che la CIA sia stata coinvolta in missioni di recupero di UAP, in territorio americano ma anche all’estero. Si spiegherebbe così l’esposizione degli agenti ai possibili effetti collaterali dovuti al contatto diretto con questi mezzi sconosciuti, come ha riferito il patologo della Stanford University. Indagare sugli UFO, in fondo, rientrerebbe nei compiti specifici della Central Intelligence Agency, il cui obiettivo dichiarato è fornire vantaggi tattici e strategici agli Stati Uniti. Di sicuro, individuare e sfruttare la tecnologia mostrata da alcuni di questi velivoli incredibili, apparentemente più avanzati dei nostri di centinaia di anni, costituirebbe un vantaggio enorme. Mancano le conferme ufficiali, ma le parole di tutti questi importanti ex funzionari stanno aprendo una breccia nel muro del silenzio.