Cento anni fa, nasceva Peter Kolosimo, il padre degli “Antichi Astronauti” in Italia. Fu il primo, infatti, ad inaugurare nel nostro Paese un filone letterario e di ricerca che avrebbe poi avuto un successo planetario e tantissimi emuli, basato sull’interpretazione di monumenti e testimonianze dell’antichità in chiave extraterrestre. La chiamiamo Archeologia Misteriosa (i detrattori, Fanta-archeologia). Lo fece con lo scrupolo che si addice al divulgatore, con l’attenzione per le fonti tipica del giornalista e con lo stile avvincente proprio dello scrittore. E Kolosimo fu tutto questo: divulgatore, giornalista, scrittore di razza.
Pier Domenico Colosimo- questo il suo vero nome- era figlio di un alto ufficiale dei Carabinieri e di una americana, nativa di New York. Crebbe e studiò a Bolzano, parlando indifferentemente italiano, tedesco e inglese. Si laureò in Filologia germanica all’Università di Lipsia. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, da altoatesino scelse di arruolarsi nell’esercito di Berlino, dal quale però presto disertò per andare a combattere con la Resistenza in Boemia. Ma fu durante la sua breve permanenza tra le fila della Wehrmacht che venne a conoscenza dell’interesse del Terzo Reich per occultismo ed esoterismo e ne rimase affascinato. Così, dopo la guerra, iniziò a lavorare come inviato per l’Unità e nello stesso tempo a scrivere (con lo pseudonimo Omega Jim) racconti di fantascienza e articoli per la rivista “Oltre il cielo”, nei quali parlava di Atlantide, dei Popoli delle Stelle presenti in tante diverse mitologie, dei misteri dell’Isola di Pasqua.
Argomenti che poi lo scrittore riprese e approfondì nei libri successivi. Il primo, “Il pianeta sconosciuto”, fu pubblicato nel 1957 ed era un viaggio tra gli enigmi della Terra. Fu però con “Non è terrestre” del 1969 che raggiunse la grande fama: divenne lo scrittore italiano più venduto al mondo e fu tradotto in 60 Paesi, inclusi Cina, Giappone e Russia. «All’epoca, mi dicevano i librai, la gente era come impazzita: volevano solo Kolosimo», mi ha confessato la moglie Caterina, che ha condiviso con lui oltre vent’anni di passioni e interessi comuni. Si conobbero nel 1961, quando lei era una giovanissima studentessa in cerca di un lavoro part-time: il giornalista la assunse come sua collaboratrice. «Ma già da quel primo incontro, mi accorsi che c’era del feeling tra di noi», ricorda ancora con dolcezza. «Mi parlò subito di argomenti di cui non sapevo nulla, ma che mi coinvolgevano». In seguito, marito e moglie hanno scritto insieme alcuni libri.
L’intervista esclusiva a Caterina Serafin sarà presentata il prossimo 13 novembre nel corso del decimo Meeting Internazionale “Figli delle Stelle” (titolo:”Quinta Dimensione”), che anche quest’anno si svolgerà a Firenze in contemporanea con il Convegno di Ufologia del GAUS, giunto alla sua ventitreesima edizione. Nessuno ha conosciuto Peter Kolosimo meglio di lei, sia come uomo che come scrittore, e con lei scopriremo quale fosse il suo metodo di lavoro, cosa pensasse degli UFO e dei contattisti, quale obiettivo perseguisse con suoi libri. Sentiremo anche alcuni aneddoti poco noti delle sua vita e capiremo quanto attuale sia tuttora la sua opera: ancora oggi i fautori della Teoria degli Antichi Astronauti considerano prove della presenza aliena sulla Terra incisioni, testimonianze storiche e costruzioni che Kolosimo per primo evidenziò nella sua ricerca- dagli “Spaziali” della Valcamonica, alla pietra sepolcrale di Palenque, dalle statuette Dogu giapponesi alle Piramidi di Giza, passando per i graffiti australiani, le Linee di Nazca, i Vimana indiani e la Porta del Sole di Tiahuanaco, tanto per citare gli esempi più famosi.