Dei semplici palloni spia. Anzi no, dei veri UFO. C’è confusione– e un gran traffico- nei cieli del Nord America. Quello che è certo è che sono ormai 4 gli oggetti abbattuti in due settimane. Del primo, la mongolfiera bianca fatta esplodere il 4 febbraio, sappiamo praticamente tutto: dimensioni (era grossa come tre bus), scopo (carpire i segreti militari di Washington) e provenienza (la Repubblica Popolare Cinese). Ma sugli altri trapelano pochi dettagli molto contrastanti che lasciano adito a sospetti e ipotesi cospirazioniste.
L’ultimo intruso, colpito da un missile aria-aria sparato un F-16, l’11 febbraio stava volando ad alta quota nelle vicinanze di alcuni siti militari del Michigan. L’oggetto, a quanto pare ottagonale, è stato abbattuto per precauzione ed è precipitato nel Lago Huron, un gigantesco specchio d’acqua al confine con il Canada grande più di Lombardia e Piemonte messi insieme. Secondo il Pentagono, la decisione di eliminarlo è stata dettata sia dal potenziale pericolo che costituiva per l’aviazione civile, sia per la possibilità che fosse fornito di strumenti di sorveglianza. Solo poche ore prima, altri due velivoli non identificati– ma stavolta, dicono, di forma cilindrica– avevano fatto la stessa fine: uno mentre sorvolava l’Alaska, l’altro sopra lo Yukon centrale (una regione canadese) a 160 chilometri dal confine statunitense.
In questo caso, è stato il premier Trudeau a dare l’ordine di abbatterlo, dopo che il Comando per la Difesa Aerospaziale del Nord America, il NORAD, lo aveva tracciato sui propri monitor. Si sono levati in volo i jet militari e un F-22 ha fatto centro. Pare che i militari stiano ancora cercando i resti del mezzo volante. Non rinvenuti nemmeno i frammenti del velivolo fatto distruggere dal presidente Biden e finito nelle acque gelide del Pacifico: grande come un’utilitaria, se ne stava a 12 mila metri di altitudine ed era privo di visibili strumenti per lo spionaggio, ma l’ordine di abbatterlo è stato dato per garantire la sicurezza dei voli. Finchè i detriti non saranno trovati ed esaminati, non sarà possibile comprenderne la natura, anche se le prime sommarie descrizioni farebbero escludere che fossero dei normali palloni spia, cinesi o no.
È stata infatti smentita la ricostruzione del leader della maggioranza in Senato, il democratico Chuck Schumer, che parlando alla stampa ha apertamente puntato il dito contro Pechino: ha accusato la Cina di aver sparso una flotta di palloni in giro per il mondo e di essere stata pubblicamente sbugiardata. La Casa Bianca è intervenuta per spiegare, al contrario, che gli ultimi oggetti risultavano essere diversi, più piccoli, e che su di essi mancano ancora dati precisi. Il governo, poi, per bocca della vicesegretaria alla difesa Melissa Dalton, ha dovuto ulteriormente precisare:«Gli oggetti abbattuti non sono ancora stati identificati, i militari hanno agito per eccesso di cautela». Da parte sua, il comandante del NORAD, il generale Glen D. VanHerk, quando gli è stato chiesto se escludesse l’ipotesi aliena, ha risposto:«A questo punto non escludo niente». Gli oggetti, ha spiegato, sono stati scoperti solo perché dopo l’episodio del 4 febbraio i radar sono stati settati in modo diverso per aumentarne la sensibilità: insomma, li hanno trovati perché li stavano cercando.
Nell’ultimo briefing, interamente dedicato all’insolita vicenda, il portavoce del National Security Council John F. Kirby ha confermato che i tre intrusi non emettevano segnali e non rispondevano alle comunicazioni: per ora non è stato possibile spiegare quale fosse la loro origine né il loro scopo, anche se- ha detto- «sembravano di natura benigna, forse erano a uso commerciale o di ricerca». Nessuna azienda li ha però rivendicati nè ha protestato per la loro distruzione. Fin qui, le dichiarazioni ufficiali. Restano tuttavia molte lacune: non è stato precisato a che velocità volassero gli intrusi, quale traiettoria e che tipo di manovre abbiano effettuato. Molto probabilmente, quello distrutto sopra il lago Huron era lo stesso avvistato sui monitor e poi scomparso in Montana il giorno prima. Per stessa ammissione del NORAD, i velivoli sono stati tenuti sotto controllo per 12 ore prima di essere colpiti dai missili. Strano, poi, che non siano ancora stati recuperati: uno è precipitato a 10 miglia dalla costa dell’Alaska, in un punto ben preciso, mentre l’altro è finito sopra una zona non abitata del Canada settentrionale. Eppure, per ora, sembrano scomparsi nel nulla.
Ancora più strano il fatto che dopo anni, o meglio decenni, di avvistamenti di velivoli anomali- segnalati, inseguiti e regolarmente persi di vista- da parte dei piloti militari, adesso si sia passati a un approccio tanto aggressivo. Sparare un missile è una scelta drastica. Non passa inosservata, anzi, va giustificata all’opinione pubblica. E desta allarme: l’uso della forza implica una minaccia, un pericolo imminente a livello collettivo che nelle parole finora espresse da funzionari e militari non risultano così evidenti. Senza contare poi che questi oggetti, monitorati per ore e poi tirati giù facilmente dal caccia di turno, appaiono molto diversi da quelli del passato ripresi dalle telecamere montate sui jet o descritti dai testimoni oculari, caratterizzati da accelerazioni improvvise e velocità straordinarie. Nell’ultimo report consegnato al Congresso, l’AARO (l’All-domain Anomaly Resolution Office) ha annoverato 510 incontri con oggetti sconosciuti: escludendo i probabili palloni e i possibili droni (che nessuno comunque si è sognato di abbattere), in lista restano 171 mezzi non identificati. Sono gli stessi UFO, mai ostili, che ora Washington e Ottawa vogliono distruggere?
E ancora, mentre finora tutti i documenti e gli interlocutori ufficiali hanno sempre sottolineato la totale assenza di elementi utili per immaginare un’origine non terrestre di quegli oggetti avvistati spesso, adesso invece a precisa domanda il massimo rappresentante del NORAD lascia intendere che l’ipotesi aliena non possa essere scartata. Insomma, che sta succedendo? Se lo stanno chiedendo, ovviamente, anche gli esperti della vexata quaestio ufologica. Come Luis Elizondo, ex direttore del progetto segreto del Pentagono sulle minacce aerospaziali che è diventato uno dei più accesi sostenitori della disclosure. Stando a quanto riportano vari quotidiani americani, non è stato impressionato da questa “caccia all’UFO” e ha puntato deciso sulla pista cinese: da tempo Pechino avrebbe riempito l’atmosfera di tecnologia di fascia bassa, poco costosa e molto proficua, per infastidire gli Stati Uniti e «più guarderemo verso il cielo, più ne vedremo», ha concluso. Gli oggetti volanti che ha studiato lui, pare di capire, sono tutt’altra cosa.
Lo ha affermato esplicitamente Chris Mellon, già nello staff dell’Intelligence nelle amministrazioni Clinton e Bush figlio. «Molto più preoccupanti e interessanti degli oggetti che si muovono lentamente ad alta quota sono i velivoli misteriosi, intelligenti e con alte prestazioni segnalati dal personale militare statunitense nello spazio aereo militare sensibile e ristretto», ha dichiarato. Da parte sua, Nick Pope- il Fox Mulder del Ministero della Difesa britannico- si è detto certo che in questo caso gli Alieni non c’entrino nulla. Piuttosto, ha detto, «ho quasi l’impressione che elementi all’interno del Pentagono stiano deliberatamente promuovendo la narrativa UFO, forse per distrarci da qualcos’altro». Come, ad esempio, dal fatto che gli USA siano stati spiati per anni da banali palloni posizionati nella stratosfera a 40 mila metri di altitudine? Oppure il vero scopo è far pensare che tutti gli UFO avvistati finora siano, alla fine, nient’altro che strumentazioni da ricognizione di produzione non chiara ma comunque “nostra”?
Anche gli ufologi italiani escludono decisi la pista extraterrestre. Angelo Maggioni, fondatore dell’associazione ARIA, in una nota esprime tutto il suo scetticismo. «Se fossero oggetti appartenenti a entità aliene, non rimandi al giorno successivo i dovuti controlli per eliminare l’ipotetica minaccia. E se bastasse un missile per abbatterli, allora dovremmo rivedere l’intera storia sulla presunta evoluzione tecnologica aliena», scrive. Estremamente critico anche Vladimiro Bibolotti, già segretario del CUN e vice rappresentante dell’ICER per l’Italia. «Credo che siano un’arma di “distrazione” di massa. Distrazione, non distruzione. Vogliono fare in modo che il pubblico non faccia più caso a questo genere di notizie», mi ha scritto in uno scambio di sms. A rendere bene l’idea della situazione un po’ paradossale, è un meme che circola sui social. È l’immagine di un classico disco volante al centro di un mirino con la scritta: “Quando spendi miliardi di dollari per cercare la vita aliena e poi vedi un UFO: ABBATTIAMOLO!”.
Nel frattempo, la Cina si è difesa sostenendo che il pallone sotto accusa non era altro che una sonda per le rilevazioni meteo sfuggita al controllo per colpa del vento e ha denunciato di aver intercettato, a sua volta, un intruso sopra il mar di Bohai. Forse, solo una provocazione. Ma ormai, palloni o UFO che siano, ovunque vengono avvistati oggetti in volo di natura poco chiara. Li hanno visti ripetutamente nei cieli dell’Ucraina, ne hanno osservati tre al di sopra la base americana di Aviano: a notarli, una signora di Pordenone. In Romania, poi, si sono alzati i Mig-21 sotto il comando NATO per intercettare un velivolo a 12 mila metri: dopo mezz’ora sono rientrati alla base, senza nulla di fatto. Si tratta di aree molto sensibili e particolari, visto la situazione geopolitica attuale. Se davvero temiamo che ci sia un’invasione in corso, be’, molto probabilmente non è colpa degli Alieni…