L’immaginario collettivo, non solo negli Stati Uniti, è stato conquistato dalla caccia all’UFO ingaggiata nei cieli del nord America e che ha portato, finora, all’abbattimento di un pallone (meteo, come dicono i Cinesi? O spia, come sostiene Washington?) e di altri tre oggetti non identificati. Per essere precisi, in realtà pare che uno di questi intrusi fosse un velivolo amatoriale del valore di 12 dollari, ridotto in polvere da un missile aria-aria che ne costa 400 mila. Vabbè, sbagliare è umano. Restano il grande allarme e l’enorme interesse che questi episodi hanno destato nel pubblico.
IL PALLONE CINESE ABBATTUTO DAGLI AMERICANI
Il sito The Debrief ha così chiesto l’opinione di una pilota della Navy ora a riposo. Non una qualsiasi. Si tratta infatti del Tenente Comandante Alex Dietrich, una delle prime donne a sedersi ai comandi di un caccia da guerra F/A-18. Ha prestato servizio dal 2001 al 2020 e ha lasciato il corpo militare dopo aver accumulato oltre 1250 ore di volo e 375 atterraggi sulle portaerei. Ha operato in aree di guerra, partecipando a due missioni in Iraq e in Afghanistan, per le quali si è guadagnata una medaglia, la Combat Air Medal, e una stella di bronzo. Ha insegnato leadership, etica e pensiero critico alla George Washington University e ora è docente della Facoltà di Ingegneria dell’Università di Boulder, in Colorado. Ma soprattutto Alex Dietrich era in volo insieme al comandante David Fravor il giorno in cui i jet della Marina USA vennero mandati ad intercettare l’ormai famigerato Tic-Tac.
ALEX DIETRICH QUANDO PILOTAVA I JET DA GUERRA
Nell’articolo che ha firmato, l’ex pilota sostiene che i casi recenti che hanno impressionato l’opinione pubblica hanno evidenziato carenze di vecchia data su tre fronti: la difesa militare, la sicurezza dei voli, la ricerca scientifica. La richiesta del Congresso di ricevere report costanti e aggiornati sugli UAP avvistati nei cieli americani ha l’ambizione di trovare risposte a una serie di domande finora inevase: quei velivoli sono una minaccia? Sono fenomeni naturali oppure frutto di una tecnologia senza precedenti? Li dovremmo abbattere? Chi ne ha giurisdizione? Ma se non sappiamo cosa sono, come possiamo stabilire chi ne sia responsabile? Interrogativi, dice la Dietrich, con i quali anche lei è stata costretta a confrontarsi a partire dal novembre 2004.
ALEX DIETRICH CON L’EX COMANDANTE DAVID FRAVOR
Scrive infatti: «Ho iniziato a fare le stesse domande quasi 20 anni fa su un F/A-18F che volava al largo della costa della California. I miei colleghi e io abbiamo incontrato qualcosa che non potevamo spiegare: un oggetto volante anomalo in pieno giorno che si stagliava contro un cielo azzurro e sulle acque calme. Il nostro gruppo d’attacco della portaerei osservava da giorni delle tracce anomale sul radar. Una volta in volo, siamo stati indirizzati verso l’obiettivo e ci è stato chiesto di indagare. Abbiamo agganciato e acquisito visivamente l’oggetto, dalla forma oblunga bianca opaca senza apparenti superfici di controllo del volo, mezzi di propulsione visibili o scia di fumo. Eppure ci ha superato con facilità. Abbiamo comunicato in tempo reale via radio e poi abbiamo interrogato la squadra dell’intelligence e la catena di comando a bordo della nave. Un altro F/A-18F è stato inviato ed è riuscito a catturare il video dell’oggetto con la sua telecamera agli infrarossi (FLIR). Da allora un fotogramma di quel video è diventato un simbolo iconico degli incontri UAP.»
UNA RESA ARTISTICA DEL FAMIGERATO TIC-TAC
L’ex tenente comandante della US Navy tiene tuttavia a rimarcare un elemento importante: quell’incontro ravvicinato di cui è stata testimone insieme al personale della Nimitz è stato solo uno dei tanti. Altri suoi colleghi e altri militari altrettanto credibili hanno segnalato per anni la presenza nei cieli di velivoli di provenienza sconosciuta e dalle prestazioni assurde. «Sarebbe irresponsabile suggerire che tutti questi rapporti descrivano la stessa tecnologia o che abbiano la medesima origine. Si tratta, per definizione, di oggetti non identificati», aggiunge Alex Dietrich. Eppure tutti, spiega, hanno una cosa in comune: ognuna di queste anomalie supera il nostro livello di comprensione ed è del tutto imprevedibile- nessuno sa come e dove si manifesterà di nuovo. Prima o poi, comunque, lo farà: riapparirà, ancora una volta lasciando dietro di sé una scia di domande irrisolte
IL FOTOGRAMMA DEL VIDEO DEL TIC-TAC DIVENTATO UN’ICONA
«Gli UFO sono reali? Sì. Sono un avversario straniero? Forse. Sono di natura extraterrestre? È possibile. Dovremmo continuare a indagare? Assolutamente sì», la sua opinione. L’ex top-gun è convinta che prima o poi giungeremo alla verità, ma molto dipende dalla disponibilità di fornire le giuste risorse alle agenzie che stanno indagando utilizzando la tecnologia più avanzata, acquisendo informazioni con il crowdsourcing ed elaborando i dati già immagazzinati. Ed é proprio questa, a suo avviso, la strada da percorrere senza più esitazioni o imbarazzi, senza più timori di essere ridicolizzati o discriminati. I tempi, sembra di capire, sono maturi anche nel mondo della scienza.
UN PRIMO PIANO DELLA EX PILOTA
«Nonostante le continue risatine ogni volta che viene affrontato l’argomento UFO, la NASA è riuscita a convocare un comitato di rispettati rappresentanti di alto rango del Dipartimento della Difesa, della Federal Aviation Administration e delle istituzioni accademiche per uno studio sugli UAP già iniziato», prosegue il suo articolo. Ma non basta. Anche la politica si è messa in moto e al suo seguito stanno nascendo varie iniziative private che sembrano promettere bene. «L’impegno del Pentagono si è sviluppato dal piccolo Advanced Aerospace Threat Identification Program (AATIP) al robusto All-domain Anomaly Resolution Office (AARO)» dice infatti Alex Dietrich.
UN’ALTRA IMMAGINE-SIMBOLO
«L’industria privata è in grado di cogliere al balzo l’occasione ricorrendo a rapide innovazioni e soluzioni agili. L’Enigma Labs poi è all’avanguardia nel meccanismo di acquisizione e analisi sistematica su larga scala dei rapporti. Pure il Congresso ha dato un grande impulso bipartisan sulla questione, con i senatori Gillibrand, Rubio, Warner, Graham, Heinrich, Blunt e il rappresentante Gallagher che chiedono di rompere il tabù e di spingere le agenzie a cooperare e a prendere sul serio gli UAP. La collaborazione, la raccolta sistematica dei dati e i metodi analitici accurati ci sposteranno verso la segnalazione e l’ascolto, lontano dal ridicolo e dallo stigma. Possiamo allontanare l’ago della bilancia dall’ignoto verso il conosciuto». E conclude l’ex pilota: «Sii attento. Resta curioso. Osserva. Abbiamo appena iniziato a conoscere il cielo».