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Andremo su Marte in 45 giorni?

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Su Marte in appena 45 giorni… Un sogno? Forse no, almeno secondo quanto assicura un ricercatore americano che sta lavorando su un nuovo sistema di propulsione con il quale i tempi di percorrenza nello spazio si potrebbero ridurre drasticamente. Il suo prototipo è a uno stadio già piuttosto avanzato, ma non è ancora in fase sperimentale. Servono finanziamenti, tanti, per trasformare in realtà il progetto e decollare verso il Pianeta Rosso. La mente dietro a questa idea che potrebbe rivoluzionare l’esplorazione spaziale è quella di un ex astronauta.

UN'IMMAGINE ARTISTICA DI MARTE

UN’IMMAGINE ARTISTICA DI MARTE

Franklin Chang-Diaz, questo il suo nome,  ha preso parte a varie missioni della NASA, accumulando oltre 1500 ore in orbita attorno alla Terra e parecchie passeggiate nello spazio a bordo dello Shuttle e della ISS- la Stazione Spaziale Internazionale. Nel 2005, ha fondato in Costa Rica la compagnia Ad Astra Rocket il cui scopo dichiarato è proprio ridurre il tempo necessario per inviare un equipaggio umano su Marte. Un viaggio più breve ha molti vantaggi, a partire dalla maggior sicurezza per gli astronauti, meno esposti ai rischi delle radiazioni cosmiche e ai danni prodotti dalla prolungata assenza di gravità. Un obiettivo ambizioso reso possibile da un motore a propulsione elettrica ad alta potenza chiamato VASIMR che un giorno potrebbe alimentare un razzo nucleare.«Per me, questa è l’unica cosa da fare per permettere agli esseri umani di andare su Marte», ha detto Chang-Díaz intervistato dal sito Interesting Engineering.

FRANKLIN CHANG-DIAZ QUANDO ERA ASTRONAUTA ALLA NASA

FRANKLIN CHANG-DIAZ QUANDO ERA ASTRONAUTA ALLA NASA

Il VASIMR- acronimo di  Variable Specific Impulse Magnetoplasma Rocket (ovvero, razzo al Magnetoplasma a impulso specifico variabile)- è un avanzato e complesso sistema di propulsione in grado di riscaldare il plasma fino a  cinque milioni di gradi. Per alimentare il motore, viene iniettato un gas (argon, elio oppure idrogeno) nel cosiddetto “nucleo” suddiviso in tre stadi. Nel primo, il gas viene riscaldato per produrre plasma, che si sposta nel secondo stadio: qui la sua energia viene amplificata e convertita per poi essere espulsa dal motore, nel terzo stadio, tramite un ugello magnetico. Questo processo che abbiamo estremamente semplificato fornisce una spinta che permette di raggiungere una velocità fino a 123.000 miglia all’ora (quasi 200 mila chilometri orari ). Ecco perché un vettore nucleare alimentato da questo motore potrebbe raggiungere il Pianeta Rosso in circa un mese e mezzo.

L'EX ATRONAUTA DAVANTI AL PROGETTO DEL PROPULSORE

L’EX ASTRONAUTA DAVANTI AL PROGETTO DEL PROPULSORE

Anche la NASA ha di recente annunciato una partnership con la DARPA per testare un razzo nucleare nello spazio entro il 2027. Tuttavia, in questo caso il vettore utilizzerà l’approccio termico: sarà il calore di una reazione di fissione nucleare a produrre la spinta. Invece Ad Astra ha optato per l’approccio elettrico, nel quale il reattore nucleare genera elettricità per alimentare il motore. Per questa tecnologia, si affiderà a una collaborazione con altre società. Il fondatore della compagnia spaziale privata ha specificato che prima sarà realizzata una versione di VASIMR a energia solare, capace di sviluppare 150 kilowatt, per le missioni più vicine. «La logistica sta diventando un elemento davvero importante per garantire che l’economia spaziale cresca ed evolva velocemente», ha dichiarato. Ma prima di poter testare la sua tecnologia nel cosmo, Ad Astra deve superare ancora qualche ostacolo.

SE IL PROGETTO ANDRÀ A BUON FINE, CAMBIERANNO I VIAGGI NELLO SPAZIO

SE IL PROGETTO ANDRÀ A BUON FINE, CAMBIERANNO I VIAGGI NELLO SPAZIO

Lo riconosce lo stesso Franklin Chang-Diaz:«La tempistica per vedere una dimostrazione nello spazio di VASIMR dipende dalla raccolta di fondi. Ad oggi, per rendere questo motore pronto per volare, avremmo bisogno di qualcosa pari a 150 milioni di dollari. Per lanciarlo nello spazio, ci servirebbero forse altri 50-60 milioni. Se avessimo già questi investimenti, potremmo vedere questo motore in azione entro tre anni da adesso. Fino a quando ciò non accadrà, tuttavia, tutto continuerà a procedere lentamente». Ma l’ex astronauta è convinto che sia questa la strada del futuro. Un test di resistenza realizzato nel 2021 ha dimostrato che il VASIMR è in grado di funzionare praticamente indefinitamente ad alta potenza. Ora resta da verificare- se qualche ricchissimo investitore si farà avanti- se davvero un razzo alimentato in quel modo possa partire da una base di lancio. «Il nostro obiettivo ora è trasformare la tecnologia in volo effettivo», conclude Chang-Diaz.

LE SONDE LANCIATE SU MARTE HANNOI IM PIEGATO DAI 6 AI 9 MESI SUL PIANETA ROSSO

LE SONDE LANCIATE SU MARTE HANNO IMPIEGATO VARI MESI PER ARRIVARE

Se il progetto andrà a buon fine, cambierà radicalmente la prospettiva di un viaggio su Marte. Finora, le sonde inviate quassù hanno impiegato tra i 6 e i 9 mesi. Tanti già per una macchina, che deve fare i conti con molteplici possibilità di incorrere in anomalie in grado di far fallire la missione. Ma decisamente troppi per gli esseri umani, motivo per il quale finora non sono state pianificate missioni con equipaggio sul Pianeta Rosso. Almeno ufficialmente… Perché c’è chi pensa invece che il primo piede sulla polvere marziana sia già stato posato ma in gran segreto, lontanissimo da occhi indiscreti, grazie ad astronauti condannati per sempre all’oblio.Un’ipotesi che sembra uscita da un libro di fantascienza e che tuttavia sarebbe stata confermata da alcune “gole profonde” rimaste anonime. Una vicenda affascinante e contraddittoria portata all’attenzione del pubblico da Luca Scantamburlo. Ma questa è tutta un’altra storia… E ve la racconteremo, prossimamente, sul blog.

 

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