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Ross Coulthart: «Il silenzio assordante del mainstream su David Grusch»

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Una notizia-bomba, di quelle che per settimane si prende di diritto le aperture nei notiziari di tutto il mondo e i titoloni sulle prime pagine dei quotidiani: gli Stati Uniti possiedono oggetti volanti non umani. Non velivoli di provenienza dubbia o sconosciuta, no. Sono dichiaratamente non prodotti dalla nostra specie: chi li ha studiati, analizzati e forse anche smontati per carpirne il funzionamento e tentare di riprodurne la tecnologia ha stabilito che non sono roba nostra. E ad affermarlo non è uno scrittore, un ricercatore indipendente, un qualsiasi addetto ai lavori, ma un ex funzionario d’ Intelligence che ha avuto accesso ai segreti più segreti in virtù della sua posizione all’interno del National Reconnaissance Office, per il quale ha operato nella Task Force sugli UAP. È esattamente quello che è David Grusch e la sua rivelazione è davvero qualcosa di esplosivo, di dirompente. Ma ne avete trovato traccia ieri sera nei tg di prima serata o sui giornali più importanti?

 

LA "TALPA" DEL PENTAGONO, DAVID GRUSCH

LA “TALPA” DEL PENTAGONO, DAVID GRUSCH

La risposta è sotto gli occhi di tutti. Qualcuno ne ha parlato come una delle tante storie folli e divertenti dell’estate: un breve servizio, con tanti condizionali e punti interrogativi o un articoletto nelle pagine centrali, quelle destinate alle curiosità. Poi basta. Anche negli Stati Uniti, l’eco della notizia è stata minima, quasi irrilevante. A scriverne, per lo più commentatori animati da una sana verve ironica. Non c’è nemmeno stato scetticismo, perché per lo meno quando si mette in discussione qualcosa si fanno delle indagini, delle verifiche, delle controdeduzioni. In questo caso, c’è stata piuttosto indifferenza. Tutto è stato marginalizzato, snobbato. Come se Grusch non avesse detto nulla di significativo. Una reazione “piatta” che ha stupito Ross Coulthart, autore della clamorosa intervista video alla “talpa” del Pentagono.

 

IL GIORNALISTA INVESTIGAOTIVO ROSS COULTHART

IL GIORNALISTA INVESTIGATIVO ROSS COULTHART

Da noi pochi lo conoscono, ma nel mondo anglosassone Coulthard è piuttosto noto: australiano, è un giornalista investigativo e nella sua trentennale carriera ha vinto ben 7 premi (sia in patria che negli Stati Uniti) per i suoi reportage. Ha scritto molti libri: l’ultimo, “En plein sight”, incentrato sugli UFO, gli ha fatto capire quanto sia serio l’argomento e lo ha persuaso  che pubblico abbia il diritto di saperne di più. Con il suo programma online “Need to know” ha fatto milioni di contatti e molte fonti autorevoli si sono rivolte a Coulthart in forma anonima per passargli informazioni riservate e importanti confidenze. Ecco perché a lui, solo a lui, David Grusch ha concesso quell’intervista eclatante trasmessa da NewsNation. E ora, il giornalista di Seven (la principale tv commerciale in Australia) è il primo a non capacitarsi dell’assordante silenzio dei mass media sulle rivelazioni in merito alla retro ingegneria compiuta su astronavi di provenienza extra-umana.

IL LIBRO SUGLI UFO DEL GIORNALISTA AUSTRALIANO

IL LIBRO SUGLI UFO DEL GIORNALISTA AUSTRALIANO

O meglio, intervistato dal podcast Theories of Everything, ha dato la sua spiegazione: il mainstream, del quale per molti anni ha fatto parte anche lui, preferisce non parlarne perché l’argomento è troppo sconvolgente. Perché mette in discussione tutto quello che abbiamo sempre dato per scontato- gli UFO sono roba da pazzoidi che vanno in giro con lo scolapasta in testa. Perché bisognerebbe riconoscere che il governo degli Stati Uniti ha sempre mentito ai proprio cittadini e al mondo. E i grandi network ne sono in qualche modo complici. Quei reporter- dice Coulthart- che hanno preso per oro colato le parole degli agenti segreti per giustificare la guerra del Golfo (senza nemmeno provare a indagare se davvero Saddam Hussein avesse le inesistenti armi di distruzione di massa), sono ora gli stessi che respingono le dichiarazioni di un altro agente segreto che parla di UFO perché non ha mostrato le prove. In quel caso, non servivano. In questo, sono essenziali.

UN MOMENTO DELL'INTERVISTA A DAVID GRUSCH

UN MOMENTO DELL’INTERVISTA A DAVID GRUSCH

«I giornalisti che all’epoca ripetevano a pappagallo le parole dei funzionari di Intelligence che garantivano l’esistenza di forti evidenze per supportare il conflitto in Medio Oriente, adesso stanno di nuovo fallendo il loro test di intelligenza, quando i loro referenti al Pentagono gli dicono: “No, non credete a quel tipo, non dice la verità”. Sono gli stessi che fingono di non vedere quello che Grusch afferma perché altrimenti poi il Pentagono non li invita più alle sue conferenze stampa…», ha detto. E per quanto riguarda l’assenza di prove documentali portate dalla “talpa”, Coulthart ha ricordato semplicemente questo: «Se Grusch lo facesse, un istante dopo sarebbe in prigione, perché stiamo parlando di documenti classificati, coperti da segreto militare». Ma a chi di dovere- ai vertici del comitato di controllo sull’Intelligence, ad esempio- ha fornito tutte le informazioni necessarie per suffragare le sue straordinarie affermazioni, tanto che la sua deposizione (sotto giuramento) è stata presa molto seriamente.

IL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI VUOLE FAR LUCE SULLE DICHIARAZIONI DI GRUSCH

IL CONGRESSO DEGLI STATI UNITI VUOLE FAR LUCE SULLE DICHIARAZIONI DI GRUSCH

Anche i membri del Congresso che hanno già affermato a mezzo stampa l’intenzione di promuovere un’audizione per interrogare Grusch  finirebbero con sapere poco o nulla di più rispetto a quanto già rivelato: i deputati non hanno accesso a informazioni considerate top-secret. Ma l’ultimo Intelligence Authorization Act per l’anno fiscale 2024 appena approvato ha introdotto un’importante novità: nero su bianco, è stato stabilito l’obbligo per ogni individuo che sia stato o sia tuttora sotto contratto con agenzie federali a riferire qualsiasi informazione relativa agli UAP in suo possesso, fornita o derivata dal Governo. Questi testimoni dovranno far riferimento a Sean Kirkpatrick, direttore dell’AARO (l’All-domain Anomaly Resolution Office) entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge.

IL DIRETTORE DELL'AARO, IL FISICO SEAN KIRKPATRICK

IL DIRETTORE DELL’AARO, IL FISICO SEAN KIRKPATRICK

Ed entro 6 mesi, i funzionari dovranno consegnare all’ufficio ogni genere di dato, inclusa una lista di tutti gli oggetti non umani o di natura esotica affinché quel materiale possa essere sottoposto ad analisi e indagine. Inoltre, viene proibito l’utilizzo, diretto o indiretto, di qualsiasi fondo stanziato per attività relative a UAP, a meno che le spese non vengano prima spiegate e giustificate all’AARO e al Congresso. Un modo, insomma, per controllare i progetti segreti e impedire budget in nero. «Una legislazione promossa dalla senatrice Kirsten Gillibrand, molto importante,  bipartisan, ma che presenta tuttavia delle lacune. Secondo me, ad esempio, restano fuori le compagnie aerospaziali private: se alcune di esse, come mi dicono le mie fonti, hanno mezzi non umani recuperati senza l’ausilio del governo, a proprie spese, allora non sono obbligate da questa legge a riferirne all’AARO. E io credo che alcune di esse stiano tentando di tenere nascosta questa tecnologia al Congresso», spiega il giornalista australiano.

TECNOLOGIA NON UMANA?

TECNOLOGIA NON UMANA?

«Ma la Gillibrand o il senatore Marco Rubio e gli altri della Commissione per i Servizi Segreti del Senato sanno già quello che so io, sanno già tutto della retro ingegneria, perché hanno ascoltato le deposizioni che hanno confermato le affermazioni di David Grusch. Alla gente sfugge questo dettaglio; in segreto, da un po’ di tempo, all’interno del Congresso, ci sono state audizioni di tanti testimoni che si sono fatti avanti. Posso fare un nome: sarebbe stato coinvolto anche Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden.» Quindi anche la Casa Bianca è al corrente. Eppure, a precisa domanda su Grusch, la portavoce del Presidente ha evitato di rispondere, invitando i cronisti a rivolgersi al Pentagono e nessuno ha insistito. «Potrebbero anche essere argomenti scioccanti. Ma perché i media non fanno il loro lavoro, perché non pongono domande?»

GRUSCH HA DETTO LA VERITÂ?

I MEDIA STANNO EVITANDO DI PARLARE DI GRUSCH

Forse per l’abitudine, diventata prassi negli ultimi anni, di accettare per buono tutto quello che le istituzioni dicono- per il nostro bene, ovviamente. Avere dei dubbi, interrogarsi, andare al di là di quello che ci viene propinato come assolutamente vero non va più di moda e la distinzione tra informazione e propaganda appare sempre più labile. Da parte sua, comunque, il reporter d’inchiesta è certo:«Gli scettici possono anche roteare gli occhi al cielo e dire che è solo teoria del complotto, non mi interessa. Io so cosa mi hanno raccontato le mie fonti. Grusch ha fatto quelle rivelazioni, ha messo a rischio la sua carriera. Se è vero che ci sono delle compagnie private che hanno avuto accesso- 50, 60 o 70 anni fa- a una tecnologia non umana grazie a un accordo di massima segretezza con apparati militari e agenzie governative, è legittimo che tutte le altre società aerospaziali non legate alla Difesa e tagliate fuori dal patto siano adesso arrabbiate e piene di risentimento. Se le prime stanno operando dietro la scena perché la verità non emerga, le altre invece  stanno facendo pressioni sul Congresso perché quella tecnologia sia condivisa anche con loro.»

LA SENATRICE KIRSTEN GILLIBRAND

LA SENATRICE KIRSTEN GILLIBRAND

Ma quasi sicuramente, non con il pubblico. Ross Coulthart non pensa che al Congresso, nemmeno tra coloro che più si sono esposti per ottenere la disclosure sulla tematica UFO/UAP, siano in molti disposti a far sapere dell’esistenza di intelligenze non umane presenti qui, sul nostro pianeta.«La gente deve comprendere che in questo momento c’è un imperativo, quello di portare tutta la verità davanti alla Commissione del Senato. Ma è fondamentale capire cosa deciderà poi in merito a questa verità. A presiederla è Mark Warner, della Virginia. E cosa c’è in Virginia? L’establishment militare e le grandi agenzie  governative come la CIA, che non vogliono che queste informazioni arrivino al pubblico. Se fossi in loro, vorrei trarre vantaggio da queste tecnologia avanzata sui miei avversari, sui Russi e sui Cinesi, e farei pressioni sul presidente della Commissione per l’Intelligence per tenerla riservata. Molti pensano che siamo sull’orlo di una grande rivelazione di massa, ma io non lo credo affatto. Quelli come me, che hanno parlato con persone direttamente coinvolte in quei programmi segreti, sono molto pessimisti».

 

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