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Le esperienze di premorte, un nuovo studio rivoluzionario

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Quando il cuore non batte più, il cervello continua ad avere attività elettrica– non per pochi minuti, ma anche per un’ora. Questa è l’importante scoperta di un ampio studio che ha coinvolto 25 ospedali (per lo più negli Stati Uniti e in Gran Bretagna) e qualche centinaio di persone-uomini e donne- in arresto cardiaco. Durante i lunghi minuti durante i quali sono stati sottoposti a rianimazione cardio-polmonare (CPR la sigla in inglese), alcuni pazienti hanno avuto sensazioni, ricordi e visioni anche se apparentemente erano del tutto privi di coscienza. E ancora più sorprendente è la conclusione alla quale sono giunti i medici che li hanno poi intervistati: non si è trattato di sogni o allucinazioni, ma di esperienze reali. Insomma, le cosiddette NDE (Near Death Experiences, le esperienze di premorte), non sono fantasie.

SONO 25 GLI OSPEDALI COINVOLTI NELLA RICERCA, 565 I PAZIENTI RIANIMATI

SONO 25 GLI OSPEDALI COINVOLTI NELLA RICERCA

L’articolo “Consapevolezza durante la rianimazione – II: uno studio multicentrico sulla coscienza e la consapevolezza in arresto cardiaco” è stato pubblicato a metà settembre sulla rivista scientifica “Resuscitation”. A guidare la ricerca, il dottor Sam Parnia, professore associato del Dipartimento di Medicina della New York University e direttore del centro di Terapia Intensiva e Rianimazione del medesimo ateneo. Una vera autorità in materia, visto che si occupa di NDE da molti anni e sull’argomento ha scritto anche alcuni libri. Per questo studio, condotto tra il 2017 e il 2020, sono stati presi in esame 567 pazienti che hanno avuto un arresto cardiaco mentre erano in ospedale: di questi, 53 si sono salvati e circa la metà  è stata poi sottoposta a un’intervista completa. Risultato:  quasi il 40 per cento di questi ultimi ha conservato un livello di coscienza non previsto durante la CPR. Infatti l’elettroencefalogramma portatile al quale erano collegati ha mostrato picchi nell’attività delle onde delta, theta, alpha e beta connesse alle principali attività cerebrali.

IL DOTTOR SAM PARNIA

IL DOTTOR SAM PARNIA

In più, nell’analisi sono stati incluse anche le testimonianze di altri 126 sopravvissuti ad arresti cardiaci con simili memorie di esperienze di premorte.  Coloro che sperimentano una situazione estrema  del genere riferiscono talvolta di aver provato- durante la morte temporanea- uno stato di coscienza allargato nel quale hanno vissuto sensazioni estremamente intense: si sono visti dall’alto, separati dal proprio corpo immobile a terra o su un letto di ospedale, senza provare né dolore né angoscia; si sono sentiti trasportare attraverso un cono o tunnel di luce fino a un luogo luminoso in cui tutto è amore; hanno rivisto in un lampo tutti i momenti salienti della propria esistenza, anche della prima infanzia, sottoponendo a una valutazione di natura morale quello che avevano fatto in vita. Sensazioni che la scienza ha sempre archiviato come stati allucinatori prodotti da un cervello in carenza di ossigeno. Ma secondo il dottor Parnia e il team che ha lavorato con lui la questione è ben diversa.

CHI SPERIMENTA UNA NDE RACCONTA SPESSO DI AVER VISTO UN TUNNEL DI LUCE

CHI SPERIMENTA UNA NDE RACCONTA SPESSO DI AVER VISTO UN TUNNEL DI LUCE

«Abbiamo studiato cosa accade al cervello, alla mente e alla coscienza di persone nella fase di transizione tra la vita e la morte, durante un arresto cardiaco e la rianimazione. La ricerca ha potuto dimostrare per la prima volta che l’ esperienza iper lucida descritta da molti pazienti è reale ed è diversa dalle allucinazioni, dai sogni e da altre esperienze legate all’immaginazione. Per la prima volta, siamo stati in grado di mostrare le bio-firme di questa attività di coscienza iper lucida», ha affermato il medico in un’intervista pubblicata sul sito dell’università newyorkese. I ricercatori avrebbero anche identificato cosa permette questo stato di coscienza allargato: ipotizzano  infatti che il cervello morente rimuova i sistemi inibitori naturali. Questi processi, noti collettivamente come disinibizione, aprirebbero l’accesso a “nuove dimensioni della realtà”, compresa la memoria lucida di tutti i ricordi immagazzinati dalla prima infanzia alla morte, valutati in chiave etica. Anche se per ora nessuno conosce lo scopo di questo fenomeno, potrebbe portare a un’esplorazione sistematica di ciò che accade quando una persona muore. 

DURANTE LE NDE, IL CERVELLO MOSTRA PICCHI DI ONDE DELTA, THETA, ALPHA E BETA

DURANTE LE NDE, IL CERVELLO MOSTRA PICCHI DI ONDE DELTA, THETA, ALPHA E BETA

«Sebbene i medici abbiano a lungo pensato che il cervello subisca danni permanenti circa 10 minuti dopo che il cuore smette di fornirgli ossigeno, il nostro lavoro ha scoperto che invece può mostrare segni di recupero elettrico per molto tempo durante la rianimazione, dai 35 ai 60 minuti. Questo è il primo ampio studio capace di dimostrare che i  ricordi e i cambiamenti delle onde cerebrali possono essere segni di elementi universali e condivisi delle cosiddette esperienze di pre-morte», ha spiegato il docente della New York University. Già nel febbraio del 2022, un altro studio rivoluzionario sull’argomento- sempre con la supervisione del dottor Parnia- aveva sostenuto che né i processi fisiologici né quelli cognitivi terminano in punto di morte. Anzi, paradossalmente in quegli attimi finali i pazienti mostrano un’estrema lucidità anche se si trovano in stato di incoscienza. Tutte le prove raccolte, diceva l’articolo scientifico,  non potevano ancora dimostrare  la realtà di quelle esperienze, ma non erano nemmeno in grado di confutarle-  e non è poco.

DURANTE LE NDE, MOLTI SI VEDONO DISTACCATI DAL PROPRIO CORPO

DURANTE LE NDE, MOLTI SI VEDONO STACCATI DAL PROPRIO CORPO

Di Sam Parnia, delle nuove ricerche accademiche sul tema NDE e delle testimonianze di quanti sono tornati alla vita dopo un assaggio di eternità ho parlato nel libro “I misteri della tazzina” (Minerva), scritto con il collega e amico Flavio Vanetti. Ogni capitolo è una tappa di un viaggio nell’ignoto che ci ha portato in giro per l’Italia alla ricerca di storie incredibili e affascinanti raccontate non solo dai protagonisti, ma anche dagli studiosi che cercano di spiegarle. Si parte con la vicenda che dà titolo al libro- per l’appunto la tazzina, ossia il bicchierino usato per evocare gli spiriti nella redazione della “Prealpina”, quando Flavio era un giovane aspirante giornalista- e si prosegue poi affrontando una serie di fenomeni apparentemente lontani, eppure stranamente interconnessi se non addirittura sovrapponibili- dal paranormale al soprannaturale, fino alla presenza aliena.

FLAVIO VANETTI E SABRINA PIERAGOSTINI CON IL LORO LIBRO

FLAVIO VANETTI E SABRINA PIERAGOSTINI CON IL LORO LIBRO

Medium, sensitivi, veggenti, addotti, contattati, criptozoologi si confidano e rivelano le loro esperienze da brivido che ora coraggiosi medici, psicologi e ricercatori universitari – sfidando lo stigma che ancora circonda questi argomenti- provano a decifrare. Un tuffo dunque in un mondo parallelo, invisibile ed enigmatico, raccontato senza pregiudizi e preconcetti, con il solo desiderio di comprendere. Per scoprire con noi “I misteri della tazzina” vi aspettiamo sabato 7 ottobre alle 15.30 presso la Libreria Esoterica di Milano, in via dell’Unione 7, in pieno centro storico (la fermata della metro piu vicina è Missori). Risponderemo alle vostre curiosità e firmeremo le copie del libro. L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti. Vi aspettiamo!

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