L’idea del sistema solare in cui abitiamo potrebbe essere sbagliata, o perlomeno, molto incompleta. Al di là di Nettuno- considerato l’ultimo e ottavo pianeta, dopo il declassamento a planetoide (o pianeta nano) di Plutone avvenuto all’inizio del terzo millennio- si nasconderebbero da due a cinque mondi terrestri rimasti finora del tutto sconosciuti. Inquilini misteriosi che solo complicati calcoli matematici sembrano aver scovato nell’estrema periferia del nostro sistema solare.
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NEL NOSTRO SISTEMA SOL,ARE SI NASCONDONO PIANETI ANCORA SCONOSCIUTI?
Autore dello studio, l’astrofisico Amir Siraj, candidato ad ottenere un dottorato alla Princeton University oltre che apprezzato pianista concertista. Secondo la sua ipotesi, quando era una giovane stella, il Sole avrebbe catturato nella sua orbita alcuni pianeti che fluttuavano liberi nella galassia- i cosiddetti FFP (free-floating planets) chiamati anche “pianeti canaglia”. Prima si pensava che questo genere di corpi celesti- espulsi dai propri sistemi solari per eventi eccezionali oppure formatisi da soli nello spazio profondo- fossero piuttosto rari, ma adesso è convinzione degli astrofisici che siano invece presenti quasi ovunque nel cosmo, visto che il James Webb Space Telescope in poco tempo ne ha già individuati a centinaia nella Via Lattea (e qualcuno ha dimensioni gigantesche, al pari di Giove).
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UN’ELABORAZIONE GRAFICA DI UN IMMAGINARIO “PIANETA CANAGLIA”
Il giovane ricercatore ha realizzato vari modelli matematici e numerosi simulazioni al computer. Risultato: il Sole potrebbe aver “agganciato” due mondi erranti delle dimensioni di Marte oppure da 3 a 5 pianeti grandi come Mercurio. Si troverebbero a una distanza enorme da noi, a 1400 Unità Astronomiche- ovvero, 1400 volte la distanza che intercorre tra la Terra e il Sole- in quella regione denominata Nube di Oort poco nota e poco esplorata, ritenuta semplicemente il luogo di provenienza delle comete e di oggetti celesti composti da ghiaccio. Immaginare che proprio qui, invece, si nascondino vari mondi terrestri in orbita attorno al Sole mette a dura prova tutte le nostre convinzioni sulle origini e sulla struttura del sistema solare.
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ALL’ESTREMA PERIFERIA DEL SISTEMA SOLARE SI ESTENDE LA NUBE DI OORT
Quella del dottor Siraj è per ora un’ipotesi scientifica che soltanto un’osservazione diretta potrebbe avvalorare. Ma questi pianeti- se davvero esistono- sono a una distanza remota, ricevono pochissima luce dalla nostra stella e quindi è estremamente difficile individuarli con i telescopi finora a disposizione. Le cose però potrebbero cambiare presto, non appena entrerà in funzione il Vera C. Rubin Observatory: si tratta del telescopio collocato a terra più grande mai progettato, al momento ancora in fase di costruzione in Cile. Con la sua potentissima ottica, l’osservatorio sarà in grado di avvistare i potenziali nuovi compagni della Terra, a patto però che siano sufficientemente luminosi e si trovino in quella parte della volta celeste visibile dall’emisfero sud. E sempre su questo mega-telescopio si fa affidamento per provare o smentire l’esistenza del Pianeta 9.
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ECCO COME POTREBBE APPARIRE IL PLANET X