Aveva promesso una risposta rapida sul mistero dei droni del New Jersey– come sono stati impropriamente definiti quegli oggetti volanti dalle caratteristiche decisamente insolite che da metà novembre dello scorso anno sono apparsi sulla costa orientale degli Stati Uniti sopra aeroporti, impianti nucleari, strutture militari e centri abitati. A una settimana dal suo giuramento, Donald Trump ha mantenuto la promessa e ha spiegato agli Americani (e al mondo intero) cosa vola nei cieli della East Coast. Una spiegazione che in realtà non spiega nulla e solleva ancora più domande.
Nella sua prima conferenza stampa come portavoce di Trump, Karoline Leavitt ha detto alla folta platea di giornalisti presenti alla Casa Bianca le seguenti parole: «Ho notizie direttamente dal Presidente degli Stati Uniti, che ha appena condiviso nello Studio Ovale un aggiornamento sui droni del New Jersey. Dopo ricerca e studio, risulta che i droni che volavano sul New Jersey in gran numero erano autorizzati a volare dalla Federal Aviation Administration per ricerca e per varie altre ragioni. Molti di questi droni erano anche ricreativi e per hobby, di persone che amano far volare i droni. Nel tempo, le cose sono peggiorate a causa della curiosità. Non c’era alcun nemico». E con questo, il neoeletto presidente ritiene di aver ottemperato alla promessa di far chiarezza e di aver quindi risolto il caso. Sul serio?
Se davvero questi velivoli erano stati autorizzati dalla FAA (un’agenzia governativa che vigila sulla sicurezza dei voli civili), perché diavolo la FAA ha imposto una serie di no-fly zone, sempre più ampie col passare dei giorni, per impedire ai droni di volare? Non poteva semplicemente dare ordine a sé stessa di fermarli? Perché mai un ente regolatore del genere avrebbe dovuto permettere il sorvolo sopra strutture super sensibili come arsenali, caserme militari, centrali atomiche oltre che sugli aeroporti, più volte costretti a sospendere la propria attività, con pesanti ritardi e rilevanti danni economici? Che senso ha? E se davvero ad autorizzare i droni è stata un’agenzia governativa, come è possibile che il governo Biden (nelle persone della vice addetta stampa del Pentagono Sabrina Singh, che aveva assicurato “non sono nostri”, e del consigliere per la Sicurezza John Kirby) non ne sapesse assolutamente niente? Oppure lo sapevano e hanno detto una inutile bugia, alimentando scioccamente tensioni, panico e sospetti quando la verità era tanto banale? E come mai neppure l’FBI, coinvolta nelle indagini, era stata informata della provenienza casalinga di detti velivoli?
Ma l’elenco degli interrogativi è lungo… Proprio alcuni agenti del Federal Bureau of Investigation avevano riferito di essere stati inspiegabilmente seguiti da alcuni di questi cosiddetti droni fino a casa (e certo i loro indirizzi non sono pubblici né facilmente rintracciabili). Non solo: molti testimoni eccellenti, inclusi alcuni politici del New Jersey e funzionari di polizia, hanno visto con i loro occhi quei velivoli trasformarsi in cielo, diventando da sfere luminose a normali aerei con ali e luci di posizione (e viceversa…), come se fossero in grado di mutare il proprio aspetto. Che dire poi di questi orbs, ossia di queste luci intense e brillanti che i residenti di vari Stati hanno osservato per ore e ore di seguito, svariate notti di fila, muoversi o fluttuare appena sopra le chiome degli alberi e i tetti delle loro abitazioni? Altri le hanno viste (e persino riprese) mentre si immergevano lentamente nell’oceano: anche queste sfere dal comportamento assurdo erano state autorizzate dalla FAA? E ancora: ammettendo come vero il coinvolgimento dell’agenzia per la regolamentazione dei voli, quale tipo di ricerca stanno svolgendo quei droni? E quali sono le “altre varie ragioni” valide per continuare a tenerli in volo ormai da mesi? Perché gli avvistamenti non sono mai terminati: anche se la stampa americana ha obbedito alla richiesta delle autorità di non parlarne per non alimentare il panico tra la popolazione, orbs e droni sono ancora li.
Insomma, troppe tessere di questo puzzle ancora mancano e le altre messe sul tavolo decisamente non si incastrano tra di loro. Non stupisce il commento che ha postato sui social l’ultimo informatore che si è fatto avanti, ovvero Jake Barber, l’ex militare pilota di elicotteri che avrebbe preso parte al programma classificato di retro ingegneria di tecnologia non umana. Barber ha creato un gruppo denominato Skywatcher con il quale sostiene di essere stato coinvolto nelle indagini in New Jersey. Su X ha scritto: «L’attività laggiù non era approvata dalla FAA. Lo so per esperienza diretta. Sono stato assegnato lì specificamente per esaminare lo sfacelo dal punto di vista delle violazioni della FAA, al fine di fornire una base all’FBI. Qualcuno non sta presentando l’intera storia al nostro nuovo presidente». Insomma, Barber assolve Trump: crede alla sua buona fede, pensa che sia stato ingannato da qualcuno che sa e che continua a coprire la verità. Ma se è davvero così facile fregare l’uomo più potente al mondo e se davvero una spiegazione tanto ridicola viene presa per buona da uno che si ritiene tanto in gamba, la situazione è sinceramente peggiore di quanto i più pessimisti ipotizzavano. Lasciate ogni speranza di ottenere una reale disclosure…