Rimbalza di sito in sito, come una palla impazzita…Si tratta della cosiddetta Sfera di Buga, un oggetto metallico color argento, ricoperto da misteriose iscrizioni, trovato lo scorso marzo in Colombia – a Guadalajara di Buga. Gli abitanti di questa città l’avrebbero filmato mentre volava in cielo a zig zag ad alta velocità senza emettere suoni o gas di scarico. Poi, hanno raccontato i testimoni, sarebbe atterrato in un bosco (c’è chi dice, dopo aver urtato dei fili elettrici). Una volta recuperato, è stato sottoposto ad alcuni esami e i video sono stati postati online. Il giornalista messicano Jaime Maussan non ha dubbi: è una strumentazione tecnologica non umana. Insomma, un artefatto alieno. Ma non tutti credono a questa spiegazione e sul web si moltiplicano i dubbi.

La sfera ha un diametro di una trentina di centimetri e pesa circa 2 kg. L’analisi ai raggi X ha rivelato la presenza di tre strati di metallo e di una struttura interna disposta attorno a un nucleo centrale, con 18 piccole sfere raggruppate insieme in un modo non casuale. Non si distinguono cavi o giunti. La palla metallica infatti non mostrerebbe segni di saldatura o di assemblaggio manuale, nonostante la presenza di un solco che la divide visivamente in due emisferi. Al momento, si ipotizza che l’oggetto sia composto da titanio o acciaio. La superficie esterna è poi istoriata con simboli, disposti simmetricamente attorno a un disegno centrale che sembra la raffigurazione di un microchip: si riconoscono immagini astronomiche (come la falce di luna), triangoli, antiche rune. Sembra che l’Intelligenza Artificiale abbia decodificato il messaggio nascosto in questi segni che reciterebbe così: «L’origine della nascita risiede nell’unione e nell’energia all’interno del ciclo di trasformazione: un punto d’incontro tra unità, espansione e coscienza individuale». Forse un’esortazione rivolta all’umanità perché superi le divisioni e si unisca in difesa del pianeta`?

Fin qua, potremmo pensare che si tratti di un complicato manufatto New Age, di una elaborata bufala o di una istallazione artistica dal monito ecologista. Tra l’altro, non c’è alcuna prova che la sfera ripresa in cielo sia la stessa poi trovata a terra. Tuttavia l’enigmatico oggetto avrebbe mostrato un comportamento bizzarro. Pur non essendo affatto calda (lo dimostra il fatto che viene toccata a mani nude da varie persone nei video circolanti sui social), quando viene bagnata, la Sfera di Buga emana fumo: insomma, il semplice contatto con la sua superficie farebbe evaporare l’acqua all’istante. Un fenomeno anomalo, che al momento nessuno sa spiegare e che ha fatto ipotizzare una provenienza extraterrestre. Tesi subito sposata da Maussan, appunto, che ha intervistato uno dei giovani che ha trovato l’oggetto in mezzo alla vegetazione. Il ragazzo non ha voluto consegnarlo al governo colombiano (“non l’avrei rivisto più”, ha detto), ma ha acconsentito di darlo al celebre conduttore tv messicano per farlo analizzare dal suo team di esperti.

I primi esami hanno subito individuato le micro sferule: «Il centro mostra una densità radio acustica inferiore rispetto al bordo, il che indica una struttura interna che potrebbe essere più porosa o composta da un materiale meno denso rispetto al guscio esterno», ha affermato Nacho Rojo, conduttore del canale YouTube Verdad Oculta, durante un’intervista con lo stesso Maussan. «Ovviamente, non conosciamo la composizione o il modo in cui è stato prodotto, ma sembra essere un oggetto costruito intenzionalmente per ospitare internamente queste piccole componenti metalliche». Le 18 sferule, con un diametro di mezzo centimetro, sono disposte in modo simmetrico. Inoltre, è presente una fascia centrale composta da un materiale differente, contenente a sua volta altri nodi metallici probabilmente inseriti prima che l’oggetto fosse assemblato. Ma- ribadiscono le fonti- non si sa come, visto che non sarebbero stati riscontrati segni di fusione.

Il mistero è tutt’altro che risolto e non mancano voci critiche. Da noi, si è alzata -stentorea- quella del presidente del Gruppo Ufologico Pugliese Michele Paparella. Forte della sua competenza di maestro orafo, ha subito messo in discussione le incisioni della Sfera di Buga: imprecise e approssimative, palesamente realizzate a mano (e non da un laser guidato da un computer). Artigianato alieno? «Avendo una cultura di tipo artistico, essendo nella vita un orafo, non ho potuto fare a meno di notare alcuni particolari delle suddette incisioni, che oltre a non essere precise, appaiono poco profonde ed in alcuni punti un po’ “sporche”. Il mio parere tecnico è che si tratti di una incisione realizzata con la tecnica della “morsura” con acido e precisamente con Cloruro ferrico (FeCl₃). Agisce in modo relativamente controllato, è meno pericoloso rispetto ad altri acidi forti ed è ampiamente impiegato anche nella lavorazione dei circuiti stampati». Il giudizio di Paparella è tranchant: definisce quella di Jaime Maussan una messinscena e alza il tiro contro gli ufologi italiani che ne diffondono le dichiarazioni, ma anche contro coloro che tacciono, senza denunciare l’inganno.

Il presidente del GUP ha poi lanciato la sfida: è pronto a pagare di tasca propria pur di far esaminare, in Italia, l’oggetto che ritiene un manufatto umano, proponendo «analisi super partes, insieme ai ricercatori che vorranno aderire e agli scienziati del mondo accademico», come scrive in una lettera aperta. «Mi assumo l’onere economico del trasporto della sfera, magari accompagnata da Maussan stesso. Rinnovo l’appello a coloro che hanno a cuore la verità, con l’intenzione anche di individuare un gruppo di giornalisti che dovranno documentare e garantire la corretta procedura delle analisi e delle valutazioni tecniche. Se sarà pubblicato un documento congiunto, sarà a disposizione di tutti coloro che ne faranno richiesta. Se dovesse risultare davvero un manufatto alieno, coloro che decideranno di partecipare a questo progetto passeranno alla storia come i primi al mondo a confermare l’esistenza tangibile e inconfutabile di un oggetto che non appartiene al nostro mondo e Maussan avrebbe giustamente il riconoscimento dovuto alla portata di tale scoperta. In caso contrario, però, dovrà fare pubblica ammenda e scusarsi con tutto il mondo». Io sono pronta, come giornalista, a documentare gli esami e a farmi garante della loro correttezza. Sempre che l’illustre collega messicano raccolga il guanto di sfida…
