Nel 2013, nell’ammettere (obtorto collo) l’esistenza dell’Area 51– la base statunitense nel cuore del deserto del Nevada, al centro di tanti misteri- la CIA aveva rivelato al mondo che proprio lì, negli Anni Cinquanta, erano stati testati gli U-2, velivoli in grado di raggiungere quote e velocità prima mai immaginate. Aerei così avanzati, che gli ignari osservatori da terra o i piloti commerciali pensavano arrivassero da altri mondi. Ecco spiegato perché erano nate le leggende sugli UFO e sugli Alieni. Discorso chiuso. Sfortunatamente (per la CIA), pochi anni dopo, di fronte al dilagare di video militari e di testimonianze attendibili di ex ufficiali, il Pentagono ha dovuto ammettere che nei cieli americani (e non solo) si muovono effettivamente oggetti di provenienza sconosciuta. E gli intelligentoni dell’Intelligence si saranno chiesti: e adesso che cosa diciamo?

Ci hanno pensato un po’. Nel frattempo, si sono fatte avanti altre gole profonde, sono emersi altri documenti classificati, sono state rese pubbliche altre immagini, si è mosso il Congresso e si sono svolte varie audizioni sulla presenza di UAP e del loro potenziale collegamento con Intelligenze non Umane. Ma poi finalmente, ecco l’idea. La spiegazione- assicura Sean Kirkpatrick, ex capo dell’AARO, l’ufficio del Pentagono istituito per fare chiarezza sul fenomeno- è semplice: gli UFO sono solo frutto di deliberata disinformazione diffusa per decenni all’interno dello stesso Dipartimento della Difesa da parte di dirigenti che raccontavano a loro sottoposti storie inventate, vere e proprie bufale, che coinvolgevano velivoli non terrestri e omini grigi. Perché? Per testare la loro lealtà, per verificare che non ci fossero fughe di notizie, per divertirsi…chissà.

Secondo l’autorevole Wall Street Journal, che ha riportato la notizia (poi ripresa dal quotidiano popolare The New York Post) nell’articolo “La disinformazione del Pentagono che ha alimentato la mitologia degli Ufo in America”, tutte le “teorie del complotto” sono nate così, costruite a tavolino dal Dipartimento della Difesa. Ad esempio, un’indagine interna ha scoperto che, negli Anni Ottanta, un colonnello dell’Aeronautica Militare visitò un bar del Nevada vicino all’Area 51 e diede al proprietario foto false di dischi volanti. Il militare oggi in pensione ha confessato- parlando proprio con Kirkpatrick- di averlo fatto “in missione ufficiale per diffondere disinformazione e nascondere il vero scopo del sito”, nel quale il governo stava testando il primo aereo da guerra stealth in assoluto, l’F-117 Nighthawk. Eravamo in piena Guerra Fredda e l’esercito ritenne che il modo migliore per tenere nascosta la nuova tecnologia dagli occhi indiscreti delle spie sovietiche era seppellirla sotto la valanga di invenzioni ufologiche che circondavano la famigerata Area 51. Ma non solo il Nevada…

Come già riportato nella prima parte del rapporto consegnato nel 2024 al Congresso, contenente un riepilogo storico dei casi più importanti studiati dal DoD negli ultimi ottant’anni, l’ex direttore dell’All-domain Anomaly Resolution Office ha giustificato i resoconti relativi a UFO precipitati, recuperati e retro-ingegnerizzati (come le rivelazioni dell’ex agente segreto David Grush) come fantasie inventate ad hoc alle quali i più ingenui hanno creduto. Mentre i suoi collaboratori esaminavano decenni di documenti, promemoria e messaggi provenienti dal Dipartimento della Difesa, hanno infatti scoperto che l’Aeronautica Militare intimidiva i propri membri durante i briefing, dicendo loro che esisteva una squadra speciale (definita “Yankee Blue”) incaricata di indagare sui velivoli alieni. A tutti veniva ordinato di non farne mai parola perché era tutto top secret . Molti dei partecipanti a quei briefing non hanno mai capito che si trattava solo di uno stratagemma: quei “boccaloni” ci cascavano e chiacchierando alla macchinetta del caffè hanno propagato le fake news… Lo stesso Grusch, dunque, sarebbe solo un babbeo che ha rovinato la sua carriera e la sua vita vita per nulla.

Kirkpatrick ha anche scoperto che il governo teneva deliberatamente all’oscuro il proprio personale militare durante i test di progetti segreti. E sul Wall Street Journal viene citato un episodio molto famoso nella storia dell’ufologia, ovvero l’incidente del 1967 alla base aerea di Malmstrom, nel Montana, che conteneva missili nucleari Minuteman: secondo il principale testimone, Robert Salas, all’epoca capitano, un oggetto luminoso discese sopra i cancelli della base sotto lo sguardo atterrito delle guardie e subito dopo tutti i dieci missili con testate atomiche all’interno del silos blindato e schermato, a decine di metri sottoterra, vennero disattivati in contemporanea. Un mistero durato sessant’anni, che il solerte Kirkpatrick (un fisico che ha sempre lavorato per i Servizi Segreti militari) ha risolto in un batter di ciglia.

Altro che UFO. Era solo il test di un’arma ad impulso elettromagnetico in fase di sperimentazione, provato all’insaputa dei soldati in servizio quel giorno. Il dispositivo, collocato su una piattaforma alta 18 metri al di sopra della struttura militare, quand’era in funzione emanava un’accecante luce arancione ed emetteva scariche di energia simili a fulmini. Gli impulsi elettromagnetici serpeggiavano lungo i cavi collegati al bunker dove si trovava l’ignaro Capitano Salas. Il test serviva per verificare se i silos americani fossero in grado di resistere a quel tipo di armi nel caso in cui l’Unione Sovietica avesse mai attaccato per prima. Visto che il bunker si dimostrò vulnerabile, i responsabili dell’esperimento decisero che era meglio che nessuno conoscesse quel pericoloso segreto: a Salas e agli altri testimoni non si diedero spiegazioni ufficiali, lasciando che immaginassero quello che volevano, persino l’intervento alieno.

Insomma, tutto chiaro? Gli UFO non esistono. Sono stati creati dalle varie Intelligence americane solo per confondere le acque, per coprire le innovazioni tecnologiche, per ingannare le spie nemiche e per mettere alla prova la fedeltà dei propri funzionari. Tutti- prima loro, e poi noi- solo sciocche vittime di una geniale campagna di disinformazione. Non so voi, ma io sento il rumore delle unghie sugli specchi… Siamo di fronte al tentativo- piuttosto goffo in verità- di cancellare con un colpo di spugna decenni di indagini e milioni di testimonianze, immagini, resoconti sparsi in tutto il mondo. Come un pugile “suonato” sul ring che con le ultime forze rimaste tenta ancora un colpo prima di stramazzare al tappeto. O come chi, di fronte all’enorme crepa sulla diga costruita per arginare un fiume in piena, mette un po’ di colla sperando che regga… Nessun dubbio, ovviamente, che i vari servizi segreti militari e civili americani (e non solo) abbiano svolto un ruolo importante nella disinformare sul tema UFO, ma l’hanno fatto più per smentire il fenomeno che non per diffonderlo a proprio vantaggio. E queste spiegazioni a posteriori suonano molto comode e poco fondate, come ha replicato Robert Salas in una lettera al Wall Street Journal resa pubblica sui social. Credo valga la pena leggere integralmente le sue obiezioni.

«La mia risposta a questa fantasia è la seguente: 1) Ho tenuto una presentazione di oltre due ore davanti a due membri del team AARO, il 15 febbraio 2023. Al termine della mia presentazione, ho chiesto loro se avrebbero contattato l’Aeronautica Militare statunitense per verificare i fatti così come li avevo rappresentati. Mi hanno risposto che non lo avrebbero fatto a causa della mancanza di collaborazione da parte dell’USAF. Non mi hanno mai informato di aver scoperto una “spiegazione terrestre” al mio incidente, come affermato. 2) L’Aeronautica Militare statunitense era certamente a conoscenza del potenziale danno derivante da un EMP (la sigla in inglese indica un impulso elettromagnetico, NdT) causato da un’esplosione nucleare nelle vicinanze e io e il mio coautore James Klotz abbiamo scritto su questo argomento nel nostro libro “Faded Giant” (pagine 27-32). Inoltre, abbiamo elencato i riferimenti agli studi sugli EMP (pagine 33-34). Con il supporto delle dichiarazioni dei membri del team investigativo della Boeing, abbiamo concluso che i test EMP non erano la causa della disattivazione dei missili. Se così fosse stato, sicuramente si sarebbe riflesso nei documenti storici e nelle comunicazioni con gli investigatori che abbiamo ricevuto in quel periodo.

3) Tutti i membri del personale dei Minuteman avevano autorizzazioni di massima sicurezza. Ogni volta che venivamo inviati in missione di allerta, ricevevamo briefing dettagliati, sia classificati che non classificati, su qualsiasi attività sul campo che potesse avere un impatto sullo stato di prontezza dei nostri missili. Nei tre anni in cui sono stato assegnato come ufficiale di lancio missilistico alla Base Aerea di Malmstrom, non sono mai stato informato di alcun test EMP su missili operativi. 4) Sarebbe stato irresponsabile e impensabile per l’USAF mettere a repentaglio l’operatività di queste armi effettuando tali test, poiché erano, in parte, la base della nostra sicurezza nazionale strategica, e soprattutto perché quel fatto si svolgeva durante la “Guerra Fredda”, eravamo impegnati nella guerra del Vietnam e avevamo quasi avuto una guerra nucleare durante la crisi missilistica cubana solo pochi anni prima.

5) Come affermato in precedenza, l’attrezzatura del generatore EMP avrebbe richiesto un lungo processo di installazione in piena vista del nostro team di sicurezza a livello del suolo del nostro Impianto di Controllo Lancio (LCF- si tratta dell’edificio fuori terra, che ospita alloggi, cucine, camere da letto e un ufficio di sicurezza, NdT). Tali attività sarebbero state segnalate nel Centro Controllo Lanci (LCC) sotterraneo, poiché eravamo noi al comando della struttura. Il nostro personale in superficie non ci ha mai segnalato alcuna attività del genere. 6) Durante l’ incidente, il nostro Controllore di Sicurezza di Volo ha espresso un’estrema paura quando mi ha segnalato un oggetto sospeso appena sopra il cancello principale del nostro LCF. In effetti, tutto il personale di sicurezza era molto spaventato, come abbiamo appreso in seguito. Se fosse stato in corso un test autorizzato, non avrebbero provato tanta paura.
7) Durante il nostro incidente, il nostro pannello di stato mostrava un’indicazione di una possibile incursione in due basi di lancio (LF), dove si trovavano i missili. Le squadre di sicurezza sono state inviate in quei siti per indagare, ma avvicinandosi hanno riferito di aver visto lo stesso tipo di oggetto sospeso sopra i missili. Anche in questo caso, erano così spaventati che hanno chiesto di non proseguire oltre e di tornare al LCF. 8) Il signor Ray Fowler era responsabile dei sistemi elettrici per i sistemi missilistici Minuteman I durante il periodo degli incidenti dei voli Echo e Oscar. Lavorava per Sylvania Corp., l’azienda appaltatrice per quei sistemi. Fowler aveva dipendenti di stanza a Malmstrom durante quel periodo, che gli riferirono i dettagli di quegli incidenti, comprese le segnalazioni di attività UFO. Secondo la sua dichiarazione giurata, non gli era stata riferita l’effettuazione di test EMP presso i siti operativi in cui i missili erano stati disattivati.

9) Uno dei documenti che abbiamo ricevuto dalla nostra richiesta FOIA (Freedom of Information Act) era un telex dello Strategic Air Command (SAC) a varie basi Minuteman. La classificazione originale di quel telex era SEGRETO. L’oggetto era “Perdita di Allerta Strategica”, Volo Echo, Base Aerea di Malmstrom ed era datato 17 marzo 1967. Nel corpo di questo telex, si affermava: “Il fatto che non si possa identificare facilmente una ragione apparente per la perdita di dieci missili è motivo di grave preoccupazione per questo quartier generale. Dobbiamo effettuare un’analisi approfondita per determinarne la causa e le azioni correttive e dobbiamo sapere il più rapidamente possibile quale sia l’impatto sulla flotta, se presente”. Una simile dichiarazione non sarebbe stata fatta dal quartier generale del SAC se quegli spegnimenti fossero stati causati da test EMP!
10) Su richiesta del SAC, la Boeing istituì una squadra investigativa. Era guidata dal signor Robert Kaminski, che era stato incaricato di dirigere la squadra di risoluzione dei problemi dei Minuteman. Mi contattò poco dopo che avevo reso pubblico il mio incidente. Scrisse una lunga lettera in cui affermava: “La squadra si è incontrata con me per riferire le loro conclusioni ed è stato deciso che il rapporto finale non avrebbe contenuto nulla di significativo per spiegare quanto accaduto all’E-Flight… non c’era alcuna spiegazione tecnica che potesse spiegare l’evento” (vedi pagine 25-26 di “Faded Giant”). Non vi era alcuna menzione di test EMP in relazione a questo o ad altri incidenti.
11) I due ingegneri della Boeing, indicati per nome nel telex del SAC, Rigert e Dutton, confermarono nel Wing History Report che problemi di alimentazione elettrica erano stati esclusi come possibile causa. 12) Secondo il Dipartimento dell’Energia (DOE), il 16 o il 24 marzo non furono condotti test nucleari che potevano essere fonte di EMP. 13) Ci furono diverse segnalazioni di avvistamenti UFO vicino e sopra la base di Malmstrom la sera del 24 marzo 1967, come affermato in un rapporto del responsabile delle operazioni di base. 14) Altri testimoni di questi e altri avvistamenti potrebbero essere disponibili a testimoniare in base a migliori garanzie di protezione dei testimoni. Io e altri testimoni siamo disponibili e disposti a testimoniare sotto giuramento in merito alla veridicità delle dichiarazioni di cui sopra.» Al momento, non risulta alcuna presa di posizione in merito da parte di Sean Kirkpatrick o dell’AARO. Invece il quotidiano Wall Street Journal ha invitato Salas ad accorciare la sua lettera, perché sfora le poche righe concesse per le repliche. Questa è la stampa, bellezza…
