È la scoperta del millennio… No, è un palese falso… Se cercate, in giro per i social, i commenti sulla ormai famosa (o forse sarebbe meglio dire, famigerata) Sfera di Buga, troverete commenti ai due estremi: c’è chi dà per scontato che sia uno straordinario oggetto extraterrestre e chi, invece, che sia una bufala acchiappa-gonzi. Nessuna via mezzo. Credere o non credere: è davvero questo il problema? Oppure, il punto di partenza di qualsiasi indagine è conoscere? Come si possono esprimere giudizi senza avere tutti i dati, tutte le informazioni, tutti gli elementi a disposizione? Ecco perché in questo articolo troverete quel che è emerso nella conferenza stampa organizzata in Messico e trasmessa in diretta dalla tv di Jaime Maussan, nella quale hanno preso la parola tutti i protagonisti di questa vicenda che sta facendo litigare gli ufologi di mezzo mondo.

Partiamo dagli antefatti. La Sfera di Buga prende il nome dalla città colombiana (Buga, per l’appunto) dove, lo scorso marzo, il bizzarro oggetto – una palla metallica di color argenteo, coperta di iscrizioni e strani simboli, dal diametro di circa 30 centimetri- dopo aver volato per svariati minuti sarebbe precipitato a terra. Alla conferenza stampa- dove l’ospite d’onore era proprio lei, la sfera, custodita all’interno di una teca trasparente- era presente l’autore del primo video, Josè Arias Restrepo, l’uomo che ha seguito l’oggetto volante e poi lo ha raccolto e portato a casa. Ha detto di non aver provato paura, solo eccitazione, quando lo ha visto levitare e poi cadere dopo aver urtato dei fili dell’alta tensione. Ha garantito che l’oggetto a terra era proprio quello che prima si librava in aria. Una volta a casa, ha realizzato di avere tra le mani qualcosa di “non umano”. Ha avuto nausea e vomito, secchezza delle fauci. Anche il terreno sul quale la sfera era precipitata appariva “disidratato”. Ma Josè avrebbe percepito anche un senso di pace, di consapevolezza. Ha smentito le voci circolate sul web (caduta di denti e capelli) e ha raccontato di aver chiamato suo cugino, ingegnere, per avere aiuto. E grazie a lui, la Sfera è poi arrivata fino al noto giornalista messicano. Senza avere un soldo in cambio, perché l’ unico interesse di Josè è scoprire la verità.

Dopo aver mostrato un altro video con un’altra palla volante, ripreso da un uomo rimasto anonimo, Jaime Maussan ha chiamato sul palco proprio il cugino del primo testimone, l’ingegnere David Velez, dipendente dell’azienda Germany Company che produce metal detector, strumenti utilizzati da lui e da Josè per cercare reperti metallici antichi. Si è detto amareggiato dalle critiche rivolte sul web contro la sua azienda, definita da alcuni “un garage” (forse, aggiungo io, perché esiste in Colombia una compagnia chiamata Germany Tech che ripara automobili. Probabilmente qualcuno ha confuso le due aziende). Ha rivendicato l’accuratezza degli esami effettuati nel loro piccolo laboratorio: indossavano protezioni antistatiche (delle tute bianche) sia perché il cugino era stato male sia perché volevano evitare interferenze elettroniche ed eventuali emissioni di energia. Ha detto che l’oggetto misterioso ha cambiato peso in pochi giorni, passando da 2 kg a oltre 6. Inoltre, sembrava emettere una frequenza insolita, diversa dalle nostre normali onde radio. David ha poi denunciato vari tentativi da parte di gruppi ufologici e ONG di comprare il reperto. Dal Brasile lo avrebbe contattato un’azienda che lavora per l’Aeronautica Militare. Da Bogotà, invece, avrebbe ricevuto chiamate minacciose: dall’altra parte del telefono gli è stato intimato di consegnare la Sfera perché era parte di un progetto di retro-ingegneria iniziato nel 2011.

L’ingegnere Velez non ha ceduto. Consapevole che non avrebbe mai più rivisto quell’oggetto se lo avesse “prestato” a chi si offriva di esaminarlo, ha fatto di tutto per entrare in contatto con Maussan. Nel frattempo, ha appurato che la palla metallica non conteneva cavi o materiale elettronico ed era composta da alluminio molto duro e resistente che non è stato in grado di scalfire per recuperare dei campioni. A questo punto, è stato mostrato un ennesimo video, ripreso il 7 giugno nel quale si vede ancora una sfera pressoché identica a quella precipitata. Stesso aspetto, stesso movimento di rotazione in volo e anche stesso ronzio, ha confermato il testimone oculare che ha deciso di rivelarsi per la prima volta, ovvero William Zūnigo, un lavoratore a contratto in una piantagione di canna di zucchero a Yumbo. Mentre era al lavoro, attirato da quello strano rumore, ha iniziato a filmare i volteggi della sfera sopra e in mezzo alla piantagione. Quando ha capito che l’oggetto da lui ripreso era identico a quello in mano a Maussan, si è messo in contatto con la Germany Company per far avere il suo video agli investigatori. Lo spezzone (analizzato dal ricercatore italiano Piergiorgio Caria) non avrebbe mostrato prove di manipolazione.

In seguito, hanno preso la parola alcuni degli studiosi che hanno effettuato vari test sul reperto. Il primo è stato l’ingegnere Rodolfo Garrido, dell’UNAM (l’Università Nazionale Autonoma del Messico). L’esame ha riguardato l’emisfero superiore, la fascia centrale definita “equatore” e l’emisfero inferiore del globo: queste tre parti hanno mostrato caratteristiche differenti da un punto di vista metallurgico. Soprattutto l’equatore, che presenta dei fori al cui interno sono state trovate fibre ottiche con diametri differenti rivestite da un polimero, analizzate con il microscopio elettronico. Secondo Garrido, il globo è un meccanismo tecnologico, forse usato per telecomunicazioni o vigilanza, ma di ignota provenienza: serviranno altri esami per comprenderne scopo e funzione. Un collega, l’ingegnere David Avila, ha poi sottolineato che si tratta di un manufatto, costruito con la tecnica della fusione in sabbia, vista la porosità della sua superficie. Anche le iscrizioni sono state realizzate a mano. Da approfondire, ancora, il polimero trovato nelle fessure dell’equatore. L’alluminio è risultato puro al 99, 9 per cento.

Gli esami realizzati dal suo team hanno tuttavia riscontrato alcune anomalie. Ad esempio, l’oggetto ha cambiato più volte temperatura, che è andata crescendo, indipendentemente dal calore dell’ambiente esterno, senza che si sia riscontrato uno schema in queste variazioni. La palla argentea non emette alcun tipo di energia (zero volt registrati) né elettromagnetismo né radiazioni dannose per la salute umana. Non si sono riscontrati segni di fusione, quindi non è chiaro come le tre parti siano state montate insieme. Garrido, riprendendo la parola, ha mostrato un’immagine tomografica dell’interno della sfera: contiene una forma che a lui ricorda quella della Torre di Nikola Tesla. Si è così lanciato in un’ ipotesi per spiegare le modalità di volo dell’oggetto: forse sfrutterebbe gli stessi principi che permettono ai ragni di librarsi nel vento, anche per chilometri, sfruttando l’energia elettrostatica. Il prossimo obiettivo, ha detto, è costruire un meccanismo che possa far ruotare la sfera su sé stessa (proprio come si vede nei video) e verificare se in questo modo possa ricominciare a levitare.

Alla conferenza stampa, in prima fila, erano presenti alcuni ospiti davvero illustri che a questo punto sono stati chiamati dal padrone di casa Jaime Maussan per un breve intervento. Ha dapprima fatto un saluto Eric Burlson, rappresentante del Congresso degli Stati Uniti e componente della Task Force per la declassificazione dei documenti federali. «A noi è stato vietato l’accesso ai briefing necessari, ma nessun governo ha il diritto di impedire la conoscenza di Extraterrestri o Intelligenze non umane, se essi esistono. Ormai troppo persone hanno riferito i loro avvistamenti, troppi video sono in circolazione per ignorare il fenomeno. Io mi sono preso la responsabilità di portare avanti questa indagine. La Sfera di Buga è interessante, attendo gli sviluppi e gli studi successivi», ha detto il politico statunitense. Più lungo e articolato l’intervento del dottor Steven Greer: innanzitutto ha affermato che è un bene che la Sfera sia e rimanga in Messico, perché negli Stati Uniti reperti simili sono stati sequestrati dalle forze speciali e i testimoni uccisi. A suo parere, l’oggetto volerebbe grazie a “campi di energia elettrogravitici” (ovvero, un tipo di antigravità). Lo ritiene autentico, forse prodotto nell’antichità da una civiltà aliena (o mista umana-aliena). Auchi sono i berretti verdispica altri esami per accertarne l’età, per studiarne la struttura a livello di isotopi e per evidenziare eventuali presenze di elementi non presenti nella nostra tavola periodica.

A sorpresa, ha poi fatto una rivelazione: un ex ufficiale di alto livello dei “Berretti Verdi” (quindi, forze speciali dell’Esercito) proprio pochi giorni prima gli avrebbe rivelato di aver visionato, anni fa, del materiale di provenienza non umana all’interno di una base segreta sotterranea. C’era anche una sorta di I-pad alieno, al disopra del quale “galleggiavano”, sospesi in aria, alcuni strani simboli che ha adesso riconosciuto tra quelli incisi sulla sfera colombiana. Ovviamente, una fonte anonima. Inoltre, rispondendo alle domande del pubblico, il famoso ufologo statunitense ha detto che esistono “duplicati” umani di tecnologia aliena, ma è sempre possibile distinguerli: quelli umani sono formati da pezzi assemblati, mentre quelli ET appaiono come un pezzo unico in cui tutto è fuso e integrato per via della loro fisica “trans-dimensionale”. Ha anche ribadito l’importanza della datazione del reperto perché, se avesse migliaia di anni, sarebbe subito evidente che non possa essere un manufatto umano visto che “la fusione dell’alluminio richiede temperature di 10 mila gradi” (in realtà, fonde a circa 660 gradi) e “questa tecnica è moderna” (ufficialmente, è stata scoperta all’inizio del 1800).

Dopo di lui, ha parlato il celebre avvocato Danny Sheehan, da sempre impegnato nella difesa dei diritti civili e coinvolto, fin dai tempi del presidente Carter, nella ricerca della verità sulla questione UFO. Ha garantito che l’indagine sulla Sfera di Buga sarà seria, approfondita, professionale e lo ha fatto parlando in prima persona, come se fosse direttamente coinvolto nello studio. «Non abbiamo ancora alcuna convinzione sulla sua natura, ma sappiamo che è qualcosa non normale. Non era mossa da palloni o sospesa con cavi», ha detto. Sheehan ha anche promesso che lavorerà insieme al Congresso americano, a politici come Burlson per scoprire la verità e renderla accessibile ai cittadini del mondo. L’indagine è appena all’inizio, ma tutto sarà a disposizione, senza segreti: le prove saranno mostrate in tempo reale.

Da parte sua, Jaime Maussan – che ha condotto la presentazione e le interviste dei vari ospiti- ha detto che questa è una scoperta potenzialmente rivoluzionaria, perché potrebbe trattarsi della prima prova fisica di tecnologia non umana mai ottenuta da un gruppo privato. Si è detto amareggiato per gli attacchi subiti da parte di Media e ricercatori, che hanno definito la Sfera di Buga una frode, ma ha promesso anche lui obiettività e serietà: la loro indagine potrebbe segnare una svolta senza precedenti nella storia dell’umanità.

Fin qui, i fatti, sintetizzati all’estremo, visto che la conferenza stampa è durata oltre due ore. Ora le opinioni, rigorosamente personali, senza alcun intento di polemica e in ordine sparso. Come anticipato, ritengo che senza una conoscenza precisa e dettagliata, è difficile trarre conclusioni di qualsiasi tipo. Credo sia più corretto, per ora, sospendere il giudizio. In tutta la vicenda ci sono sicuramente elementi strani, stonati, che portano a dubitare. Ma anche altri curiosi, interessanti, che inducono ad approfondire. La prima considerazione: molti commentano come improbabile la vicenda in base al comportamento folle del testimone che insegue la sfera, la tocca con le mani, se la porta a casa… Ma tutto sta avvenendo molto lontano da noi, in Sud America. Non conosciamo il contesto, non conosciamo la mentalità. Quello che a noi appare assurdo, può essere la normalità per altri.

Ad esempio, il testimone William Zūnego ha detto che la sua città, Yumbo, è famosa (ovviamente in Colombia…) per i frequenti avvistamento di UFO, quindi non si è stupito quando ha notato la sfera rotante. Nessuna paura, solo gioia di vederne finalmente uno con i suoi occhi… Ecco perché, forse, José è corso a recuperare, a mani nude, la palla caduta, mentre ognuno di noi sarebbe corso, sì, ma a gambe levate, nella direzione opposta. In più, José ha detto di essere “un cacciatore di tesori” e che “andare in cerca di antichi reperti d’oro può essere altrettanto pericoloso” (se si tratta di ritrovamenti archeologici, sicuro, si rischia l’arresto…). La questione centrale, a mio avviso, è appurare se i vari video sono autentici o no, se ci sono alterazioni oppure no. Caria ha escluso interventi sui filmati, ma sarebbe interessante poter fare una controprova, un esame suppletivo sugli originali.

Secondo: le dichiarazioni degli uomini di scienza coinvolti non sono state eclatanti. Tutt’altro. Hanno parlato di un manufatto creato artigianalmente, con stampo a sabbia, con porosità superficiali ed iscrizioni imprecise. È un oggetto che non produce alcuna forma di energia (e allora, viene da chiedersi, perché José si è sentito male? Suggestione?). Ha cambiato peso, ma dobbiamo crederlo sulla fiducia. Ha cambiato temperatura, lo vediamo da un filmato in cui appare un termometro con indicazioni differenti. Un po’ poco. Invece, la presunta capacità di far evaporare l’acqua per semplice contatto, senza surriscaldamento, non è stata nemmeno citata, come se nessuno avesse testato questa caratteristica assolutamente unica (se reale).

Le spiegazioni sulle modalità di volo restano mere ipotesi, soprattutto in assenza di certezze che davvero l’oggetto ripreso sia lo stesso recuperato e/o che il volo fosse autentico. Insomma, sulla base di questi primi esami, l’oggetto metallico messo in bella mostra sul palco come un prezioso trofeo non sembrerebbe nulla di speciale. Paradossalmente, però, proprio questi toni contenuti, questa prudenza senza eccessi, proclami o affermazioni sopra le righe, oltre alla ripetizione all’unisono che l’indagine è solo all’inizio e non si possono ancora trarre conclusioni, mi hanno positivamente colpita. Nessuno ha già una risposta preconfezionata. Ma nello stesso tempo, se il reperto fosse stato solo una semplice palla di alluminio istoriata (e neppure molto bene), non credo che gli ingegneri coinvolti nell’indagine avrebbero perso tempo in altri test. Se ritengono di dover studiare e approfondire, forse l’oggetto misterioso nasconde davvero qualcosa di interessante e di anomalo. A meno di non pensare a un gruppo di falsari in combutta.

E qui casca l’asino: a gestire l’intera operazione è Jaime Maussan. Qui di noi, non gode di buona fama, anzi. La maggior parte degli ufologi fa a gara per dissociarsi da lui qualsiasi cosa dica. Il suo peccato originale: aver spacciato per autentici dei fake. Il più clamoroso, è il caso del presunto corpo alieno di Roswell, mostrato in mondovisione durante un’altra conferenza stampa a Città del Messico e rivelatosi la mummia di un bimbo nativo americano solo pochi giorni dopo. Da allora, Maussan è diventato sinonimo di falso. Certo, quello è stato un errore madornale (anche se io scrissi all’epoca, e ancora lo ritengo probabile, che si sia trattata di una trappola orchestrata apposta per screditarlo). In ogni caso, in assenza di prove certe di dolo, per quel che mi riguarda penso sempre all’errore in buona fede. E il fatto che Jaime Maussan abbia sbagliato una volta (o due o anche tre…) non implica che sia sbagliato tutto quello che fa, dice o tocca: pensarlo è solo un pregiudizio. Inoltre, il sospetto con il quale è visto da molti ufologi nostrani è inversamente proporzionale all’enorme stima di cui Maussan gode invece nell’intera America Latina. I testimoni del caso Buga hanno cercato lui, solo lui, per affidargli il loro reperto, perché di lui si fidano.

E deve essere apprezzato anche negli Stati Uniti, visto che si sono scomodati per lui dei veri Big, come il deputato Burlson, il dottor Greer, l’attivista Danny Sheehan. Si sono messi in prima fila, hanno parlato davanti alle telecamere. Nomi di grande peso che hanno fatto un endorsement pubblico, in diretta tv, a Maussan. Escludendo anche nel loro caso il dolo, delle due, l’una: o sono anche loro dei creduloni, degli sciocchi, che si sono fatti abbindolare dall’incantatore messicano, oppure, in virtù della loro esperienza e delle loro conoscenze, ritengono che l’oggetto in questione sia molto di più di un globo di alluminio assemblato non si sa bene come (non ci sono segni di fusione, dicono). Ovviamente, se si trattasse di un fake, la loro faccia, credibilità e carriera ne uscirebbero a brandelli.
