Un oggetto luminoso, anomalo ed inequivocabile, gli è volato sopra la testa quando, da ragazzino, consegnava giornali nel vicinato: è stato questo il primo momento in cui il dottor Garry Nolan, eminente immunologo e genetista, docente alla Scuola di Medicina della Stanford University (in California), uno dei più rinomati ricercatori sul cancro al mondo, si è accorto dell’esistenza degli UFO. E da allora ha continuato ad interessarsene. Prima, raccogliendo informazioni e dati per cercare di comprendere l’esperienza che aveva vissuto. Poi, raccogliendo dati e informazioni per far sì che l’intera Umanità comprenda la vera essenza del fenomeno. Per questo, due anni fa, ha creato la Sol Foundation, un ente senza fine di lucro il cui obiettivo è studiare in modo scientifico e rigoroso uno dei misteri che da sempre accompagna l’Uomo: siamo soli nell’Universo?

È lui lo straordinario protagonista dell’ultima video-intervista di Extremamente. Occasione: la promozione del prossimo Simposio internazionale del think-tank americano, per la prima volta organizzato in Europa. Tra le tante destinazioni possibili, è stata scelta proprio l’Italia: il convegno si svolgerà infatti dal 24 al 27 ottobre a Baveno, sulle sponde del Lago Maggiore (qui trovate l’agenda con gli ospiti e qui il link per partecipare). Questa intervista (realizzata dal collega tedesco Robert Fleischer, conduttore di ExoMagazineTV e responsabile della comunicazione di Sol Foundation) è stata poi distribuita gratuitamente a molti media italiani.  In questa lunga chiacchierata, il celebre professore anglo-americano racconto il suo primo coinvolgimento con il Governo di Washington, iniziato nel 2012, per scoprire la causa di una strana patologia che affliggeva un centinaio di individui provenienti dal mondo militare e dal corpo diplomatico: per molti di loro, venne diagnostica la Sindrome dell’Havana, ma per altri la spiegazione fu diversa. Ed erano persone che dicevano di essere state a distanza ravvicinanta con un oggetto non identificato…

Il dottor Nolan spiega poi perché la scelta per il Simposio 2025 sia caduta sull’Italia: è qui che sarebbe accaduto ufficialmente il primo schianto UFO della storia recente, circa un secolo fa. Incidenti, questi, molto meno rari di quanto si possa pensare, in tutto il mondo e anche in Europa. Il Vecchio Continente, che sembra così poco interessato alla questione UAP, dovrebbe essere invece in prima fila, alla luce dei clamorosi avvenimenti accaduti sul suo suolo e nei suoi cieli. Il genetista, da uomo pragmatico, ricorda ai suoi colleghi accademici che non è sbagliato porsi domande, è sbagliato non farsele e ignorare i dati. E di fronte alla possibilità che questi oggetti siano il frutto di una tecnologia potenzialmente avanti migliaia o milioni di anni rispetto a noi, da uomo di scienza non ha avuto dubbi e si è messo in gioco, anche rischiando il ridicolo a scapito della sua brillante carriera. Perché-dice- se riuscissimo a comprendere anche solo un briciolo di queste conoscenze superiori, l’intero pianeta ne trarrebbe beneficio.