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“Abbiamo scoperto che gli Ufo compiono delle determinate orbite attorno alla Terra. Possiamo dimostrare che ciò avviene veramente, indicando in quale luogo preciso, in quale momento preciso, con un margine d’errore di 20 minuti. Sono anni che ci lavoriamo.” È sorridente e rilassato, Eamonn Ansbro, mentre mi racconta non solo di essere sicuro dell’esistenza dei dischi volanti, ma di sapere anche prevederne l’arrivo. Un professore che parla così? Incredibile, ma vero.

Due lauree, un PhD in astronomia, una specializzazione sul sistema solare, direttore del Kingsland Observatory e da molti anni ormai mente e promotore di un progetto denominato SETV, dove la V sta per “visitation”: dunque non una ricerca di segnali di vita extraterrestre intelligente, ma di visite. Perchè gli E.T sono proprio qui, attorno a noi, appena oltre l’atmosfera del nostro pianeta. E sì, ci stanno visitando.

Irlandese, membro della Royal Astronomical Society britannica, il professor Ansbro è stato ospite del convegno che si è tenuto nei mesi scorsi a San Marino. È qui che l’ho incontrato per discutere con lui di questi studi rivoluzionari che di certo non lo hanno reso molto gradito al mondo accademico. Quasi tutti i suoi colleghi, infatti, sono ancora persuasi che gli Ufo, nella migliore delle ipotesi, siano solo un travisamento di fenomeni naturali. Nella peggiore, invece, pure invenzioni. Quando gliel’ho fatto notare, però, non si è scomposto.

“Sfortunamente gli scienziati non hanno mai indagato adeguatamente in questo campo. Dopo 20 anni di ricerche, invece, io posso dire con stupore di aver scoperto un aspetto degli Ufo che mostra un evidente contenuto intelligente.” No, per Ansbro non si tratta di errori o di fantasie: questi oggetti misteriosi che solcano i cieli di tutto il mondo sono invece maledettamente concreti, reali, non umani e molto affascinanti.

La nostra intervista si è così dipanata a partire dalla spiegazione della sua teoria e del suo primo effetto, ovvero l’individuazione di vere e proprie rotte lungo le quali questi mezzi spaziali alieni si muovono. Rotte che seguono un principio diverso da quello utilizzato, però, dai nostri satelliti artificiali e che passano- udite udite- anche su alcune città italiane.

Di chiacchera in chiacchera, siamo arrivati ai più immediati interrogativi che ne conseguono: perchè gli Ufo orbitano attorno alla Terra? Cosa vogliono? Arriveremo mai un contatto diretto con loro? E soprattutto: dobbiamo averne paura? Domande alle quali il simpatico professore dal volto rubizzo e dal modo di gesticolare molto poco anglosassone non si è sottratto. Anzi…

Subito, dopo aver elencato i suoi titoli di studio, ha tenuto a precisare:<Siamo pionieri in questo campo di ricerca.> Ed ha spiegato: <Abbiamo scoperto queste orbite attorno alla Terra e siamo in grado di dimostrare, per la prima volta, che gli Ufo compiono una propria opera di controllo e sorveglianza su quello che avviene sulla Terra.

In un certo modo avviene come nella nostra missione Apollo degli anni ’60: c’è un’astronave-madre che effettua le osservazioni ed emette un certo numero di oggetti volanti nella bassa atmosfera. È per questo che ogni tanto le persone li vedono. Poi in un’altra orbita la stessa astronave oppure una diversa recupera le sonde robotiche liberate prima. E questo è il motivo per il quale l’operazione è breve e così l’osservazione dei testimoni può durare da 1 fino a 30 minuti.>

Nessun dubbio allora: questi Unidentified flying objects- gli Ufo- sono dunque di origine aliena? Ne è sicuro?

<Sì, ora ne siamo praticamente sicuri. Ci sono voluti molti anni per scoprirlo, abbiamo dovuto elaborare molte formule matematiche, ma ora abbiamo anche individuato il metodo di comunicazione. Abbiamo recentemente scoperto infatti che non comunicano utilizzando fotoni, fonti luminose o segnali radio: niente di tutto ciò. Utilizzano un sistema davvero incredibile perché ricorrono a dei messaggi telepatici. Al momento pensiamo che esista una tecnologia particolare all’interno delle astronavi, non ne conosciamo la forma, stiamo provando ad immaginarla. Alcuni piccoli gruppi di scienziati ci stanno lavorando, la gente può crederci o no.>

Insomma, uno scenario in stile Spielberg. Facile immaginare come abbia accolto questa azzardata teoria il resto della comunità scientifica…

< Undici anni fa ho presentato la mia teoria al SETI, negli Stati Uniti, e ci sono state grandissime difficoltà, è stato molto impegnativo. Non perché gli scienziati non capissero, ma perchè non potevano accettare le mie spiegazioni. Abbiamo mostrato i dati, tutti i dettagli, ben 40 dimostrazioni. Abbiamo sfidato la comunità scientifica e alla fine, con molte difficoltà, siamo riusciti a pubblicare le nostre ricerche. Il Seti ha una visione molto ristretta, tutta focalizzata sui ricettori radio di Houston. Ma lo spettro della realtà è molto più ampio! Non ci sono solo le onde radio o quelle luminose.

Loro invece pensano che una civiltà extraterrestre debba comunicare solo via radio. Non puoi pensare così, sarebbe ad un livello evolutivo di civilizzazione basso se lo facesse e invece loro sono molto più avanti di noi. Questi esseri sono centinaia di migliaia di anni oltre, sono molto evoluti come razza- anche se, ovviamente, la mia è un’ipotesi. E stanno esplorando. Come noi viaggiamo nel sistema solare, solo che loro esplorano centinaia di stelle.

Anche il concetto di viaggi interstellari è rimasto chiuso all’interno della mentalità degli anni ’60. Ci siamo fermati all’Equazione di Drake, definita nel 1961, che limita però la visione perchè è vincolata alla velocità della luce. In virtù di questa legge, gli E.T non potrebbero arrivare da noi. Ma le più recenti ricerche degli ultimi 10 anni hanno dimostrato che è possibile, invece: possiamo andare alla velocità della luce, coi buchi neri, con i tunnel quantistici e così via. Non è sorprendente ciò che sta accadendo adesso, ma per ora riusciamo a comprenderlo poco.>

Si scalda mentre parla, il professor Ansbro: si vede che l’argomento gli sta davvero a cuore. La telecamera che lo riprende deve seguirlo mentre si sposta da un lato all’altro, gesticolando vistosamente con le mani. Sicuramente, le sue parole non lasciano indifferenti. Allora cerco di andare più in profondità: gli Alieni, secondo lui, ci guardano, meglio, ci sorvegliano. Ma qual è lo scopo di questa osservazione capillare?

<Svolgono una funzione di controllo, di sorveglianza automatica in vari modi. Vogliono registrare qualsiasi cosa facciamo, come fanno gli antropologi nei confronti di una tribù indigena mai vista prima. Li osservano da lontano, poi pian piano provano ad avvicinarsi, ma nel contempo anche gli indigeni vedono l’antropologo ed è possibile che dopo un po’ che avvenga l’incontro, ma a tempo debito. Sta alla nostra società fare uno sforzo genuino per incontrare gli Alieni, affinchè avvenga un contatto. Sì, penso che avverrà solo se facciamo questo sforzo Allora si faranno avanti.>

Ok, il concetto è chiaro: gli Alieni vogliono sapere tutto, ma proprio tutto di noi. Ancora, però, mi sfugge il motivo: perchè siamo così interessanti? Cos’ha il nostro pianeta o la nostra civiltà di così speciale? Una vera risposta non c’è, visto che anche il professore si difende con una frase di circostanza. <Perché no? Noi viaggiamo, siamo una razza curiosa e loro sono curiosi riguardo a noi.> Insisto: Questa sorveglianza è una novità recente oppure c’è stata anche nel passato? Nella storia antica gli alieni sono già venuti a farci visita?

Con un grande sorriso l’astronomo mi risponde: < Non ne sarei affatto sorpreso se fosse già accaduto. Noi possiamo dimostrare che i dati risalgono ad almeno il 1880. Abbiamo collezionato centinaia di rapporti di avvistamenti Ufo, di questi ne abbiamo usati 1300 dei più credibili, con molteplici testimoni oculari, filmati e così via. Li abbiamo usati per tracciare le rotte e i cicli che si nascondono dietro gli avvistamenti. Abbiamo tracciato dei veri e propri grafici temporali con il computer, esistono programmi informatici con tutte queste attività, che spiegano come ciò avvenga. L’abbiamo provato molte volte e funziona, abbiamo persino registrato un avvistamento con una televisione!>

Questa è bella: come, un Ufo ripreso su appuntamento? Ansbro me lo conferma. <Esatto, l’abbiamo dimostrato sulla tv nazionale: abbiamo detto ai Media l’ora e il punto esatto di un passaggio e loro l’hanno registrato. Hanno ripreso un Ufo.> Ma le mie speranze di fare il bis vanno deluse: alla mia richiesta di indicarmi un nuovo appuntamento (per la tv italiana, stavolta…) il professore glissa:<Non posso dirlo all’istante, devo fare dei calcoli…> Peccato.

Comunque, a sentire lui, i suoi studi basati su equazioni matematiche e formule fisiche provano senza ombra di dubbio il passaggio frequente e prevedibile di questi oggetti volanti non identificati. Dove le loro orbite si intersercano, si verifica una più alta concentrazione di avvistamenti. Ecco perchè in alcuni luoghi si vedono più Ufo che in altri: le rotte passano proprio da lì. E succede ovunque, in tutto il mondo.

<Sì, l’hai detto, accade ad esempio in Sud America. Noi abbiamo scoperto ben 660 orbite che tagliano l’equatore, ci sono centinaia di intersezioni. E come funzionano? Gli scienziati spaziali pensano che si debbano seguire delle orbite circolari intorno alla Terra, come per i nostri satelliti artificiali. Noi, invece, pensiamo che i mezzi extraterrestri non utilizzino le stesse traiettorie convenzionali dei satelliti. Le loro orbite sono sincronizzate con la rotazione della Terra, come in un reticolato… È molto intelligente, è un sistema che non ci saremmo nemmeno mai sognati. Abbiamo provato per anni, con molti fallimenti. Tutti dicevano: perché provare? Non funzionerà. E invece funziona, come abbiamo specificato 11 anni fa nel nostro studio.>

Se accade ovunque, allora avviene anche dalle parti nostre, in Europa e ovviamente in Italia. Allora sentite esattamente quali sono i luoghi migliori per filmare un bell’Ufo all’orizzonte…<Ci sono molte orbite in Irlanda, nel Regno Unito, nel nord Italia. Ad esempio a Venezia, ma anche a Roma. Siamo stati in grado di calcolare la velocità degli UFO: è mach 30, è disumano, lo so, noi possiamo resistere forse fino a mach 8. È incredbile, ma è come la rivoluzione copernicana: per tanti anni la gente non riusciva a capirla.>

Le parole di Eamonn Ansbro colpiscono ed impressionano. Chi le pronuncia ha lauree e specializzazioni, ha un certo prestigio a livello internazionale: non è pensabile che si stia esponendo in modo così esplicito senza avere le prove di quanto afferma. Ma se sconvolge noi, sentirlo parlare così, chissà quanto debba lasciare letteralmente basiti i colleghi astronomi. Ce lo conferma lui stesso.

<All’interno del mondo scientifico esistono vari dipartimenti- astronomia, astrofisica, fisica- e i professori si occupano solo della materia di loro competenza. Se introduci qualcosa che è assolutamente al di fuori di queste suddivisioni, è praticamente impossibile che accettino di indagare. Ci abbiamo provato, ma…> dice sconsolato allargando le braccia.

Poi riprende:<Spero vivamente però che i tempi stiano cambiando. Ora abbiamo una grande opportunità. Io ho presentato i miei dati alle agenzie spaziali europee, in un altro convegno dedicato all’astrobiologia. Penso tuttavia che esista una concezione paradigmatica che non è in grado di integrare questi argomenti. C’è una zona di comodo per alcuni scienziati, come per quelli del SETI, ad esempio. Quando cercano segnali provenienti da stelle molto distanti o quando ipotizzano forme di vita su altri pianeti. Non si relazionano mai- e sarebbe la scoperta più grande- con qualcosa che può essere vicino a noi, anche qui in Italia ad esempio, forse anche a San Marino. È un pensiero scomodo, per alcuni scienziati sarà molto difficile integrare questa realtà.

Questo è il motivo per il quale io personalmente non penso che accadrà. Conosco scienziati che hanno esposto teorie coraggiose nell’ambito della fisica, sono 30 anni avanti rispetto al loro tempo, ma questo non è accettabile per gli altri ricercatori, perché non sono al pari con gli studi di fisica. Quindi ora tu magari ti chiederai se non sono frustrato. No, non lo sono. Penso che quando capisci il paradigma che c’è là fuori, finisci per rispettare la situazione.>

Un po’ rassegnato? Forse sì. Ma nello stesso tempo battagliero, quando prefigura un cambio, di mentalità essenzialmente, che deve partire da noi- il mondo civile- prima ancora che dal mondo della politica. Consapevole, come è, che molti governi non si possono permettere rivelazioni in materia aliena: l’argomento è pericoloso, è troppo estremo per aspettarci una presa di posizione ufficiale. Ma potrebbero esserci delle sorprese…

<Non posso dire che i politici in America ne siano al corrente, ma credo che il punto di rottura non verrà dagli Stati Uniti. Noi pensiamo che tutto accada lì, invece potrebbe arrivare dalla Cina, potrebbero farlo i Paesi più aperti rispetto a questo argomento. Come il Cile, come il Brasile. Sanno che è tutto reale, sanno che c’è un contatto. Anche i Francesi stanno vivendo un rapporto frustrante con gli Americani. Conosci Alain Boudier ?> , mi chiede, citando il presidente della commissione Sigma/3af (costola della Association Aéronautique et Astronautique de France ) che due anni fa ha diffuso un resoconto dettagliato su vari avvistamenti Ufo definendoli “reali e di possibile origine extraterrestre” .

Ebbene, mi assicura Ansbro, Boudier e i suoi sono rimasti molto delusi dal comportamento di Washington. <Hanno parlato con i generali, hanno fatto degli incontri, hanno portato i dati, ma niente, non ne vogliono sapere. Però so anche che i Francesi vogliono andare avanti nelle indagini. Quindi la verità arriverà fuori dagli Usa.>

Allora cosa dobbiamo aspettarci per il prossimo futuro? Se non saranno i Governi ad ammettere verità nascoste, saranno forse proprio loro, gli E.T., a palesarsi al mondo, cancellando censure, veti e segreti di Stato? È una possibilità- mi dice l’astronomo irlandese- ma ad una condizione…

<Una cosa è l’approccio scientifico, un’altra è il nostro atteggiamento. Penso che dobbiamo diventare più aperti per accettare questa realtà. Le persone devono fare uno sforzo perché nasca una partnership con gli Extraterrestri. Solo allora si avvicineranno. Ci sono le prove, lo dicono migliaia di rapporti nella storia. Abbiamo visto migliaia di casi particolarmente interessanti, abbiamo scoperto che quando la gente vede un vero UFO, se qualcuno eccitato pensa “oh è straordinario, lo voglio vedere più da vicino!”, si crea una connessione telepatica e gli Ufo vengono più vicini; mentre invece se non sei pronto, se hai paura, se ne vanno via.

La stessa cosa accade con il tuo cane o il tuo gatto a casa: c’è una relazione che va sviluppata, più ti relazioni col tuo gatto, usando i pensieri o gli sguardi, più comunichi. Così accade con gli UFO. Credo che potremmo essere pronti al contatto. Se ci uniamo, nel modo giusto, in modo non politico, potrebbe funzionare. È da qualche anno che stiamo facendo dei test, ma ancora in modo molto blando. In ogni caso dobbiamo preoccuparcene, dobbiamo prepararci in modo appropriato, in modo scientifico e a livello di comunicazione.

Perchè dopo 20 anni di ricerche, posso affermare che questi esseri riescono a scannerizzare ogni singola persona: se hai paura- e nelle nostre società, ce ne è tantissima- la riconoscono. Da parte loro, invece, non ce n’è. Credo che vorrebbero davvero entrare in contatto con noi.>

SABRINA PIERAGOSTINI