È ormai il tormentone dell’estate: cosa si nasconde, davvero, sul fondo del mar Baltico, tra Svezia e Finlandia? La missione, organizzata a giugno appositamente per indagare sull’enorme oggetto circolare scoperto circa un anno fa, non ha saputo stabilire di cosa si tratti. Anzi, le immagini subacquee più che sciogliere l’enigma lo hanno infittito.
Il contorno mostrato dai sonar, somigliante a quello di un disco volante, aveva fatto sognare i “credenti” di tutto il mondo che potesse essere un Ufo. Anzi, qualcuno già lo paragonava ad un “Millenium Falcon”, perchè ricordava la forma dell’astronave della saga spaziale “Guerre Stellari”.
Ma lo sguardo ravvicinato della spedizione OceanXTeam, promossa dal cercatore di tesori sommersi Peter Lindberg, ha svelato qualcosa di molto diverso: una sorta di piattaforma rialzata, a forma di fungo, ricoperta da incrostazioni e residui ferrosi, con un foro centrale.
“Non abbiamo mai visto nulla del genere, non sappiamo cosa pensare“, hanno dichiarato i sub coinvolti nella spedizione, garantendo però che non si tratta, a loro avviso, di una formazione rocciosa naturale. Tra l’altro, secondo gli stessi ricercatori impegnati nella missione, l’oggetto avrebbe la capacità di interferire con gli apparecchi elettrici, mandandoli letteralmente in tilt, come se alterasse il campo magnetico in un raggio di 200 metri.
Questo dettaglio probabilmente è stato decisivo per ispirare l’ultima ipotesi sulla cosiddetta “anomalia del Baltico”, che la riporta decisamente sulla Terra senza però togliergli il fascino del mistero. Un ex ufficiale della Marina svedese, tale Anders Autellus, si dice sicuro di aver capito cosa sia quel disco adagiato nel Golfo di Botnia: sarebbe un’arma segreta nazista, di tecnologia sconosciuta, risalente alla Seconda Guerra Mondiale.
La strumentazione, rimasta sepolta nel fondale per tutti questi decenni, sarebbe stata utilizzata per rendere difficile la navigazione dei sottomarini nemici, soprattutto britannici e sovietici. La struttura, in doppio strato di cemento armato, sarebbe stata dotata in origine di una rete metallica– erosa dal passare del tempo- che serviva per bloccare i sonar.
“Questa area del Baltico era vitale per l’industria bellica tedesca, perchè qui venivano prodotti i cuscinetti a sfera per i carri armati: non averne più avrebbe significato una battuta d’arresto” ha spiegato l’esperto in un’intervista al giornale svedese ‘Expressen’. Autellus ha poi aggiunto:”Questa scoperta supera di gran lunga tutte le altre ed è di un’ importanza storica straordinaria.”
Anche Stefan Hogeborn- uno dei sommozzatori che ha realizzato le immagini sottomarine – sostiene questa ipotesi. “È una buona candidata a risolvere il mistero. In effetti quello strano oggetto si trova proprio al centro delle rotte navali“, ha detto. Un entusiasmo che però non è condiviso da tutti. Altri ricercatori sembrano scettici non solo sull’ipotesi nazista, ma sull’intera vicenda.
La scuola di pensiero dominante insiste infatti nel ritenere l'”anomalia del Baltico” solo una roccia singolare, anche se si sta facendo strada una possibilità ancora più estrema: sarebbe tutta una montatura. Insomma, là sotto non ci sarebbe proprio nulla. Il caso mediatico sarebbe stato creato ad arte dal team di Lindberg, che in un anno- tra interviste in Tv ed articoli di giornali- ha raggiunto una celebrità come mai si sarebbe immaginato. Il suo tesoro l’ha già trovato…
SABRINA PIERAGOSTINI