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Il capo della Nasa: “Se arriva un asteroide, pregate…”

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Cosa fare se un asteroide dovesse minacciare la Terra? “Pregare“. Non è la risposta di un comico o di un predicatore tv, ma di Charles Bolden in persona. Per chi non lo sapesse, Bolden è il direttore dell’Ente spaziale americano. Della Nasa, insomma. E lo ha detto nel corso di un’audizione al Comitato della scienza della Camera, davanti ai rappresentanti eletti dai cittadini.

IL CAPO DELLA NASA, CHARLES BOLDEN

L’esplosione avvenuta il mese scorso nei cieli di Russia, provocata da una roccia spaziale non prevista e non annunciata, ha messo in agitazione i membri del Congresso che hanno convocato il massimo esperto in materia per capire quali possono essere gli strumenti per evitare che in un prossimo futuro un episodio del genere si ripeta, con esiti magari ben più drammatici e questa volta su una città degli Stati Uniti. La relazione di Charles Bolden non è stata rassicurante.

Al momento, infatti, con i mezzi tecnologici a nostra disposizione, siamo in grado di avvistare i NEO (Near Earth Object) con un diametro superiore al chilometro: circa il 95 per cento di essi è monitorato e tenuto sotto controllo.  Resta una percentuale del 5%- piccola eppure significativa, visto che basterebbe uno solo di quei grandi sassi spaziali per cancellare la civiltà dal pianeta.

Ma il discorso cambia per gli asteroidi di dimensioni più ridotte: è stato individuato solo il 10 per cento degli oltre 15 mila che superano i 140 metri. E se uno dovesse colpire la Terra, potrebbe devastare un intero continente. “Ma c’è un lato positivo: asteroidi del genere arrivano sulla Terra ogni 20 mila anni“, ha detto il consigliere scientifico della Casa Bianca John Holdren. 

Per quanto riguarda poi le rocce ancora più piccole- quelle tra i 30 e i 100 metri- i nostri telescopi ne hanno avvistato meno dell’1 per cento. Un eventuale impatto non sarebbe comunque gradevole, se pensiamo che la meteora di Chelyabinsk, dello scorso febbraio, era grande quanto un autobus. Eppure ha fatto un bel botto… Anzi: gli asteroidi del diametro di 50 metri hanno un soprannome davvero preoccupante: sono definiti “city killer“, ammazza-città. Perchè se colpissero una metropoli, la raderebbero al suolo provocando una strage.

L'ASTEROIDE ESPLOSO SOPRA GLI URALI LO SCORSO FEBBRAIO

I parlamentari hanno insistito su una domanda, forse ispirata da film di Hollywood tipo “Armageddon”: quanto servirebbe per poter tentare di deviare la traiettoria di un NEO che puntasse, ad esempio,  dritto dritto su New York?  Be’, nella realtà non arriverebbe un eroico Bruce Willis a salvarci. Non ce ne sarebbe il tempo. “Se parliamo di un anticipo di tre settimane, non potremmo far niente, se non pregare. E se non possiamo fare niente è perchè per decenni abbiamo rimandato di pensarci”, ha infatti risposto il capo della Nasa.

L’allarmismo di Bolden, giustificato dalle attuali conoscenze e capacità tecnologiche, ha dunque questo obiettivo: spingere il Congresso a non procedere con i tagli dei fondi alla ricerca già preventivati dall’amministrazione Obama. Piuttosto che ridurre le spese, andrebbe invece aumentato il budget a disposizione della Nasa.  “Se vogliamo salvare il pianeta, perchè è di questo che stiamo parlando, dobbiamo lavorare insieme e capire in che direzione muoverci”, è stata l’esortazione del Numero Uno dell’Ente spaziale americano ai politici che lo ascoltavano.

Una strada l’ha indicata Holdren. “Il progetto più utile prevede di mettere in orbita attorno a Venere un telescopio ad infrarossi. Da quella posizione, potrebbe scovare gli asteroidi che attualmente non riusciamo a vedere dalla Terra, perchè nascosti dalla luce abbagliante emessa dal Sole”, ha spiegato, citando come esempio proprio il meteorite caduto in Russia:”È arrivato dalla direzione nella quale i nostri telescopi sono impotenti“. 

 

CI SONO MIGLIAIA DI ASTEROIDI CHE I TELESCOPI NON POSSONO AVVISTARE

I costi stimati non sono proibitivi: per realizzare un cacciatore di rocce spaziali del genere ci potrebbero volere da 500 a 750 milioni di dollari. “Invece il piano di Obama di inviare i nostri astronauti su un vicino asteroide entro il 2015 costerebbe circa 2 miliardi di dollari all’anno”, ha chiosato il consigliere scientifico. Un discorso che sembra aver convinto il Congresso.  “Forse potremmo dare una mano sul budget, non so”, ha commentato il Presidente della Commissione, il repubblicano Lamar Smith. “Dobbiamo trovare il modo di dare la priorità ai progetti della Nasa“.

SABRINA PIERAGOSTINI

 

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