Da millenni, la muta compagna che segue la Terra nel suo viaggio celeste affascina l’Umanità. Ma da svariati decenni, la Luna costituisce anche un bel punto interrogativo per gli scienziati che non hanno trovato una spiegazione pienamente soddisfacente sulla sua origine. Spunta così l’ultima ipotesi di lavoro: il nostro pianeta l’avrebbe scippata ad un altro membro del sistema solare. Quale? Venere…
Un’idea in pieno contrasto con l’opinione più diffusa tra gli astronomi che preferiscono pensare alla Luna come il risultato di un impatto cosmico: il planetoide che si schiantò contro la protoTerra fece schizzare della materia che diede poi vita, col tempo, al nostro satellite. Questa modello interpretativo però non risponde a tutti gli interrogativi: ad esempio, non giustifica la presenza di acqua scoperta all’interno del magma lunare. Ecco perchè c’è spazio per proposte alternative, come quelle discusse nei giorni scorsi durante la conferenza “Le Origini della Luna” che si è svolta presso la Royal Society di Londra.
“Capire perchè Venere non abbia satelliti ci può essere d’aiuto, per questo abbiamo approfondito l’argomento”, sostiene Dave Stevenson, docente di Scienze Planetarie all’Istituto di Tecnologia della California (CalTech) che ha formulato la teoria e promosso il confronto scientifico. In un’intervista a Space.com ne ha illustrato i punti essenziali. “Partiamo dal presupposto che la Terra abbia attratto nella sua orbita un corpo in via di formazione nello spazio e che poi quel corpo sia diventato il nostro satellite.”
Tuttavia, la composizione geochimica della Luna e della Terra sembra ostacolare questa teoria, perchè l’analisi delle rocce seleniche riportate dagli equipaggi Nasa delle varie missioni Apollo ha mostrato che il satellite ha una composizione isotopica molto simile a quella terrestre. Gli isotopi sono atomi di elementi chimici con lo stesso numero di protoni, ma con un numero diverso di neutroni: i due nuclei si comportano nello stesso modo, da un punto di vista chimico.
Ecco perchè Alex Halliday, a capo del dipartimento di Scienze della Oxford University e co-organizzatore del convegno, ammette che questo dettaglio potrebbe rendere poco plausibile l’ipotesi della cattura. “Queste somiglianze isotopiche suggeriscono che il materiale di cui è composta la Luna sia stato espulso dalla Terra, oppure che il materiale del disco primordiale che diede vita alla Luna si mescolò con il materiale che formò la Terra.
Ma il punto è che Terra e Venere sono pianeti molto somiglianti l’uno all’altro- per dimensioni, massa e densità-tanto da farci immaginare che si siano formati nello stesso modo. E allora viene da chiedersi: perchè uno ha un satellite e altro no? L’idea di Stevenson risponderebbe alla domanda “, chiosa Halliday.
Per spiegare la presenza di un satellite così grande in proporzione al pianeta Terra (senza paragone rispetto alle lune degli altri corpi celesti del sistema solare) si sono avanzate varie ipotesi. Una, appunto, è detta “dell’impatto gigante” e prende in considerazione la collisione: frammenti di quel corpo impattante e della Terra, uniti insieme, avrebbero formato la Luna.
Un’altra invece postula la formazione per “fissione” di materiale dalla crosta e dal manto terrestre, staccatosi grazie alla forza centrifuga durante la veloce rotazione della Terra delle origini. Una terza, poi, detta “dell’accrescimento binario” propone che Terra e Luna siano sorte contemporaneamente, nello stesso tempo e luogo, dalla stessa materia cosmica. Ma nessuna di queste teorie riesce a dar conto dell’elevato valore del momento angolare del sistema Terra-Luna e nessuna sembra essere esauriente.
“Io ho sempre sostenuto la teoria dell’impatto, ma ho preso in considerazione Venere per vari motivi”, si giustifica Stevenson. “Non possiamo capire i pianeti terrestri se non conosciamo Venere e al momento non sappiamo nulla dei suoi isotopi. Magari, analizzando le rocce venusiane, potremmo scoprire che anche esse sono molto simili a quelle della Terra. Inoltre, dobbiamo comprendere se mai abbia avuto, in origine, un satellite e se poi lo abbia perso“, dice il professore del CalTech.
Secondo Stevenson, la formazione della luna di Venere deve essere avvenuta quasi subito, appena dopo quella del sistema solare- che si fa risalire a 4,5 miliardi di anni fa. All’epoca, era un luogo particolarmente caotico ed instabile. Venere potrebbe aver prodotto un satellite in seguito ad una collisione ed averlo poi perso per un altro impatto oppure per una fuga. “Un grande oggetto potrebbe essere passato così vicino all’orbita di Venere da strappargli la sua luna, portandola via con sè”, afferma Stevenson. Ma anche in questo caso, la teoria dell’impatto gigante non soddisfa del tutto.
Sean Solomon, direttore dell’Osservatorio della Terra Lamont-Doherty dell’Università della Columbia, è d’accordo. “Stiamo ancora cercando di disegnare uno scenario completo che sia in grado di giustificare ogni aspetto, sia geofisico che geochimico. E finchè non lo avremo definito, anche l’idea che Venere abbia perso la sua luna è una teoria plausibile“, ha ammesso.
“E poi- ha concluso- anche se ammettessimo l’idea della collisione cosmica, non sappiamo cosa fosse quell’oggetto impattante. Poteva trattarsi anche di un protopianeta, di un satellite strappato dal campo gravitazionale del suo pianeta originale, oppure di un gigantesco asteroide. Ognuno di questi scenari resta tuttora aperto.”
SABRINA PIERAGOSTINI