Non basta restare in ascolto di eventuali segnali inviati da lontane civiltà aliene. Bisogna andare a cercarle, avvicinandosi quanto più possibile ai luoghi nei quali potrebbero essersi sviluppate. Proprio quello che intende fare Yuri Milner, il magnate russo che la scorsa estate ha lanciato il suo programma di ricerca denominato Breakthrough Initiatives con lo scopo dichiarato di trovare prove scientifiche dell’esistenza di vita intelligente extraterrestre.
Adesso, il nuovo “passo in avanti”: Breakthrough Starshot, presentato in pubblico il 12 aprile a New York, presso il One World Observatory. Il nuovo progetto prevede di inviare nello spazio delle minuscole sonde spaziali, sfruttando la propulsione fotonica, fino al sistema stellare a noi più vicino, Alpha Centauri, nel quale si potrebbero trovare pianeti interessanti per composizione e posizione. Un’astronave tradizionale impiegherebbe 30 mila anni per arrivare lassù, ma grazie ad una tecnologia ancora in fase sperimentale basata sui raggi laser, potrebbero servire solo 20 anni. Un’inezia, a confronto.
Alpha Centauri dista da noi 4.37 anni luce. Secondo gli astronomi, c’è la possibilità che una delle sue stelle ospiti almeno un pianeta simile alla Terra nella Fascia di Abitabilità. “Per la prima volta nella storia umana, possiamo fare qualcosa di più che guardare le stelle, possiamo raggiungerle,”, ha detto Milner durante la conferenza stampa con la quale ha illustrato il progetto e che ha avuto luogo nel 55esimo anniversario del lancio del primo uomo dello spazio, il suo connazionale Yuri Gagarin, avvenuto il 12 aprile 1961.
Il supermilionario, ex dottorando di fisica all’Università di Mosca, ha fatto fortuna negli Stati Uniti, dove si è trasferito nel 1990, diventando in poco tempo uno degli uomini più ricchi al mondo grazie alla sua attività nel settore bancario. Ma la sua grande ascesa è legata alle nuove tecnologie e ad Internet: ha fondato la DST Global, una compagnia di investimenti che tra i suoi clienti conta Facebook, Spotify, Twitter, Alibaba… E proprio il “papà” di Facebook, Mark Zuckerberg, si è appena unito a lui in questa avventura straordinaria, per obiettivi e per budget: ben 100 milioni di dollari in dieci anni.
Impressionante è anche il gruppo scientifico che ha saputo coinvolgere nel suo progetto, a partire da Stephen Hawking, il grande astrofisico britannico. “La Terra è un luogo magnifico, ma potrebbe non durare per sempre. Prima o poi, dovremo cercare tra la stelle. Breakthrough Starshot è il primo, eccitante passo di questo viaggio. Con i raggi luminosi e le astronavi più leggere che abbiamo mai costruito, possiamo lanciare una missione diretta ad Alpha Centauri entro una generazione”, ha detto lo scienziato, grazie alla voce sintetica prodotta dal computer con il quale riesce ancora a comunicare nonostante la sua malattia invalidante.
A capo del progetto, ci sarà Pete Worden, già direttore dell’Ames Research Center della NASA, che coordinerà ricercatori ed ingegneri di fama mondiale. “Ci ispiriamo ai progetti Vostok, Voyager, Apollo e alle grandi missioni. È arrivato il momento di dare inizio all’era del volo interstellare, ma dobbiamo continuare a tenere i nostri piedi ben saldi a terra per raggiungere questo scopo”, ha detto tra l’altro Worden in conferenza stampa.
L’idea del team consiste nel progettare e realizzare migliaia di piccolissimi velivoli (ciascuno dotato di una videocamera, di un GPS e di sistemi di comunicazione) composti da un microchip- chiamato StarChip, grande come un francobollo- e da foglio realizzato con un nuovo metamateriale ultrasottile e ultraresistente, detto LightSail. Secondo i loro calcoli, le nano-sonde interstellari, pesanti pochi grammi, saranno portate in orbita da un vettore che poi le rilascerà. A quel punto, ognuna di esse dispiegherà le sue “vele” solari e inizierà a navigare nello spazio grazie ai raggi laser inviati dalla Terra e accelerando via via sempre di più fino a raggiungere il 20% della velocità della luce- dunque, migliaia di volte più veloci della nostra più veloce astronave.
Questo, ovviamente, nelle previsioni più rosee. Ci vorranno ancora anni di lavoro prima che la propulsione fotonica diventi operativa e non è detto che la missione sia coronata da successo: il viaggio verso Alpha Centauri potrebbe essere funestato da intoppi di ogni genere, primi fra tutti i danni causati dalla polvere cosmica. Inoltre, nessuno può prevedere cosa scatteranno quelle microcamere e in ogni caso le immagini e i dati raccolti impiegheranno altri 4 anni prima di giungere sulla Terra. Insomma Breakthrough Starshot avrà bisogno, prima, di una lunga fase di preparazione e, poi, di una buona dose di fortuna: il risultato non è scontato. Ma è comunque iniziato un cambio di paradigma che coinvolge le migliori menti scientifiche del pianeta.
Nel frattempo, Milner continuerà a sostenere le altre iniziative già avviate, come l’osservazione di tutte le stelle ad una distanza di 25 anni luce da noi per scovare quanto prima il vero gemello della Terra. “Negli ultimi 5 anni, abbiamo capito che i pianeti nelle zone abitabili delle stelle sono comuni- si legge sul sito ufficiale di Breakthrough Initiatives. “Sulla base delle scoperte fatte finora, si stima che ce ne siano miliardi nella sola nostra galassia e ci sono miliardi di galassie dell’Universo visibile. Brancoliamo nel buio, ancora, per quanto riguarda la vita: siamo davvero soli? Oppure c’è qualcun altro, là fuori? È una delle domande più importanti e solo la scienza può trovare la risposta.”
SABRINA PIERAGOSTINI