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Stelle e asteroidi minacciano la Terra

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C’è una stella in rotta di avvicinamento al nostro sistema solare. Si chiama Gliese 710, è grande circa la metà del nostro Sole e ora si trova a 64 anni luce da noi. Ma procede molto velocemente, a oltre 50 mila chilometri all’ora, dicono i ricercatori che la stanno analizzando e che hanno pubblicato il loro studio sulla rivista scientifica Astronomy & Astrophysics.

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LA STELLA GLIESE 710

LA STELLA GLIESE 710

La buona notizia è che la stella in questione non arriverà prima di 1.35 milioni di anni: per allora, speriamo che la civiltà umana (se esisterà ancora) abbia trovato il modo di affrontare o di evitare i terribili effetti di questo incontro ravvicinato. Secondo i calcoli e le simulazioni realizzate dal team di ricerca, che fa capo all’Università Adam Mickiewicz di Poznàn, in Polonia, Gliese 710 non dovrebbe entrare in collisione con la Terra, ma arriverà ad una distanza stimata tra i 40 e i 77 giorni luce da noi.

Quindi, nella migliore delle ipotesi, sarà ad “appena” 2 mila miliardi di chilometri dal nostro pianeta. Ma anche così la sua presenza avrebbe conseguenze deleterie, perché attraversando la Nube di Oort (la nube di comete che secondo le teorie più accreditate avvolge il sistema solare oltre la Fascia di Kuiper) lancerebbe verso il Sole centinaia di migliaia di oggetti ghiacciati come una fionda. E potrebbero colpire la Terra.

“Gliese 710 innescherà una pioggia di comete con una densità di circa 10 ogni anno per una durata di 3 o 4 milioni di anni”, scrivono gli autori dell’articolo. Forse proprio un simile attraversamento della Nube di Oort da parte di un’altra stella o di un corpo celeste molto massiccio può aver spinto verso il nostro pianeta quell’enorme asteroide che 66 milioni di anni fa ha provocato l’estinzione dei dinosauri. Ma a confronto, quell’evento catastrofico sarebbe ben poco rispetto ai danni di Gliese 710.

LA NUBE DI OORT

LA NUBE DI OORT

Tra un milione e 350 mila anni, chi potrà osservarla la vedrà come l’oggetto più luminoso e veloce della volta celeste. Secondo gli scienziati polacchi, il suo arrivo sarà per il sistema solare l’incontro più devastante in assoluto, sia del futuro che della nostra storia passata. Ci conforta pensare che manca ancora molto, molto tempo prima di questo evento nefasto. Ma attenzione: questa stella non è l’unica minaccia di cui dovremmo preoccuparci.

Non solo, infatti, ci sarebbero almeno altri 14 astri, attualmente ad una distanza di qualche anno luce, che potrebbero un giorno avvicinarsi pericolosamente a noi, ma ci sono anche tanti, troppi asteroidi di cui sappiamo poco o nulla. Qualche settimana fa, ad esempio, una roccia spaziale grande quanto una palazzina ha sfiorato la Terra: è passata infatti ad una distanza pari alla metà di quella che ci separa dalla Luna. Eppure, i ricercatori si sono accorti della sua presenza con poche ore di anticipo.

L’asteroide, chiamato con la sigla 2017 AG13, è stato avvistato in Arizona dal Catalina Sky Survey, il progetto creato proprio per monitore i NEOs, ovvero i Near Earth Objets, gli oggetti spaziali che si trovano più vicini a noi. Era grande tra i 15 e i 35 metri e si muoveva a 16 chilometri al secondo. “Era molto veloce e molto vicino”, ha spiegato Eric Edelman, uno degli astronomi americani che lo ha studiato, durante la diretta live del passaggio alle 7:47 a.m. dello scorso 9 gennaio. “Ora si trova tra le orbite di Terra e Venere”.

UNA RESA ARTISTICA DELL'ASTEROIDE 2017 AG13

UNA RESA ARTISTICA DELL’ASTEROIDE 2017 AG13

Ma cosa sarebbe accaduto se fosse entrato nella nostra atmosfera?  Come dice l’articolo pubblicato da BusinessInsider.com, il simulatore denominato “Impact Earth!” usato dalla Purdue University, in Indiana, ha mostrato che l’asteroide sarebbe entrato con un angolo di 45 gradi e sarebbe esploso provocando un fortissimo boato. Lo scoppio, pari a 700 chilotoni di energia (12 volte la potenza della bomba atomica di Hiroshima) non avrebbe però provocato seri danni sul terreno, perché sarebbe avvenuta a circa 16 chilometri dalla superficie terrestre.

Forse si sarebbe ripetuto quanto accaduto in Russia, a Čeljabinsk, nel 2013 quando un asteroide lungo una quindicina di metri è esploso in cielo. Molte persone sono rimaste leggermente ferite perchè le onde d’urto hanno spaccato centinaia di finestre nelle abitazioni della cittadina siberiana. “Non è un fenomeno raro e per questo è così interessante”, ha dichiarato al sito online Mark Sykes, direttore e CEO del Planetary Science Institute. Anzi, nel solo mese di gennaio, la NASA calcola che altre 38 rocce spaziali sfioreranno la Terra come ha fatto 2017 AG13.

Sykes è uno dei più forti sostenitori del telescopio spaziale NEOCam, il cui scopo dovrebbe proprio essere la ricerca di asteroidi in avvicinamento. Spesso sono così piccoli e nascosti dalla luce del Sole da non essere visibili dagli osservatori a terra: invece, uno strumento come questo- dotato di telecamera agli infrarossi e in orbita nello spazio- potrebbe individuarli dieci volte di più e meglio. Il progetto, però, al momento è nelle fasi preliminari, anche perché la NASA per la seconda volta non ha approvato il pieno finanziamento della missione.

L'ASTEROIDE CADUTO IN SIBERIA NEL 2013

L’ASTEROIDE CADUTO IN RUSSIA  NEL 2013

Per ora, dunque, non si può prevedere se e quando NEOCam diventerà una realtà. Eppure tutti gli astronomi sembrano d’accordo su un punto: i Near Earth Objects costituiscono un reale pericolo per il nostro pianeta. L’impatto con un grande asteroide scatenerebbe più energia di una bomba termonucleare e purtroppo non è uno scenario da fantascienza. Senza una sentinella nello spazio, potremmo essere colti di sorpresa. Ma per ora la NASA sembra non esserne troppo preoccupata.

SABRINA PIERAGOSTINI

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