A 70 anni esatti dal crash di Roswell, la verità su quanto accaduto in quel lontano luglio 1947 vicino alla cittadina del New Mexico è ancora tutta a chiarire. A dar vigore alle teorie dei cospirazionisti, convinti che a cadere sia stato un disco volante con tanto di equipaggio alieno, è stato di recente un libro scritto da un ingegnere che per quasi 40 anni ha lavorato per l’US Air Force -l’aeronautica militare statunitense- nella base di Dayton, in Ohio, nella quale sarebbero celati segreti incredibili.
IL LUOGO DELL SCHIANTO DI ROSWELL
Raymond Szymanski– questo il suo nome- è l’autore di “Cinquanta sfumature di Grigi”. Il titolo ironico fa il verso al fortunato romanzo erotico di E.L. James, ma basta leggere il sottotitolo- “Prova delle visite extraterrestri nella base dell’aeronautica Wright- Patterson e oltre”- per capire che il contenuto è di tutt’altro tenore. Szymanski infatti è il primo dipendente della base a confermare le voci che da decenni si rincorrono nel mondo dell’ufologia, ovvero che proprio lì sarebbero stati portati i corpi degli alieni morti nell’incidente di Roswell. E lo ha confermato anche in un’intervista esclusiva appena concessa al quotidiano inglese The Sun.
A fargli la scioccante confessione, racconta l’ingegnere ora in pensione, fu il suo mentore, pochi giorni dopo il suo arrivo alla Wright-Patterson. Accompagnandolo in giro per la base, gli chiese senza giri di parole: “Hai mai sentito parlare di Alieni?” e gli spiegò che sotto ai loro piedi esisteva una vasta rete di tunnel e camere segrete scavati nel sottosuolo, nei quali si trovavano delle creature extraterrestri, sia decedute che ancora in vita.
LA BASE AEREA WRIGHT-PATTERSON, IN OHIO
“Ero stato assegnato al laboratorio di avionica per lavorare con il mio tutor Al, un ingegnere industriale con un master in gestione d’impresa” ricorda nell’intervista. “Durante la mia prima settimana, Al mi ha dato un’informazione completamente imprevista e non richiesta. Mi disse che nel 1947 c’era stato uno schianto a Roswell e che qui avevano trasportato gli strumenti e gli Alieni per analizzarli. Disse che li custodivano in tunnel segreti costruiti sotto la base. Quando gli domandai come ne fosse venuto a conoscenza, mi rispose: ‘Tutti quelli che lavorano qui lo sanno’.
Una rivelazione che lasciò senza parole il ragazzo. “Ero sconvolto”, aggiunge Szymanski . “Io, un giovane studente a malapena alla sua prima settimana di lavoro, ero stato introdotto in una selezionata cerchia di 10 mila persone e mi era stato comunicato il più incredibile segreto di sempre– teniamo nascosti degli Alieni e le loro astronavi nei tunnel della nostra base militare.” Stimolato da questa conversazione, avrebbe così iniziato una sua personale indagine per scoprire tutti i misteri nascosti alla Wrigth-Patterson.
RAYMOND SZYMANSKI OGGI
Scoprì, ad esempio, che la Divisione per la Tecnologia Straniera della base ospitava il Blue Book Project, il progetto dell’aeronautica militare per studiare ufficialmente gli UFO varato nel 1952. Fu chiuso nel 1969, quando gli esperti conclusero che non esistevano prove che gli oggetti volanti non identificati fossero veicoli extraterrestri o comunque prodotti di una tecnologia superiore.
Ma l’ingegnere, per i 39 anni in cui operò alla Wright-Patterson, ebbe continue conferme del contrario. “Per 4 decenni ho avuto dozzine, se non centinaia, di conversazioni relative al segreto che mi era stato rivelato. Il fatto più importante è che neppure un singolo individuo al tempo mi ha mai detto:’Qui non ci sono alieni, pazzo di un figlio di buona donna!”. Ho ottenuto molti sorrisi, ma nessuna smentita.”
E neanche- aggiungiamo noi- nessuna prova oggettiva. Raymond Szymanski ammette infatti di non aver mai visto di persona il presunto contenuto di quelle stanze scavate sotto terra. Quando ha visitato quei misteriosi cunicoli, di Grigi o di altri tipi di alieni non c’era nemmeno l’ombra. Forse perché nel frattempo sono stati spostati altrove, ipotizza, e resta convinto che la storia sia vera e che le strutture sotterranee siano state costruite proprio per conservare rottami, artefatti di tecnologia aliena e corpi (forse addirittura 14 o 16 cadaveri… ) recuperati dai luoghi in cui si sono verificati gli incidenti. Nel suo libro, l’autore sostiene i viaggiatori spaziali morti precipitando sul nostro pianeta sarebbero stati seppelliti nelle vicinanze della base.
UN’IMMAGINE DELLA FALSA AUTOPSIA DELL’ALIENO DI ROSWELL
Se non ha mai visto con i suoi occhi i famigerati Grigi, Szymanski sostiene di aver invece incrociato per ben tre volte gli altrettanto famigerati “Men in Black”. Quei tipi inquietanti, sempre vestiti in abiti scuri e cappello anche in piena estate, lo avrebbero spiato. L’ex ingegnere pensa che siano agenti del governo, incaricati di sviare le indagini sugli UFO e di sottrarre le prove che i ricercatori come lui riescono tra mille difficoltà a recuperare. E sarebbero giustificati ad operare in questo modo: lo fanno per la nostra sicurezza.
“Non siamo ancora pronti per una completa rivelazione”, afferma Szymanski. “L’ultima volta che l’Aeronautica ha annunciato ‘abbiamo un disco volante’, le cose non sono andate molto bene. Cosa accadrebbe se lo dicessero questa volta? Non vedo un cambiamento, non penso che avere i telefoni cellulari o 150 mila canali televisivi ci renderanno più preparati della gente di Roswell nel 1947”. E per quanto riguarda le sue ricerche, dice semplicemente: “Presento nuove teorie, mostro le prove: spetta al lettore poi farsi una propria opinione.”
SABRINA PIERAGOSTINI