Un oggetto sconosciuto che si muove ad elevata velocità utilizzando- non autorizzato- i corridoi di volo degli aerei di linea, allarmando i piloti, facendosi beffe degli addetti ai radar ed eludendo i caccia militari decollati al suo inseguimento. Una scena tratta da un film? No, è quanto avvenuto lo scorso autunno nei cieli della California e dell’Oregon, negli Stati Uniti. A provarlo, le registrazioni delle comunicazioni radio intercorse quel giorno. Lo hanno confermato anche la Federal Aviation Administration e l’Aeronautica militare degli Stati Uniti. Nessun dubbio, è successo davvero.
Il velivolo misterioso- racconta il blog “The war zone” ( www.thedrive.com) che per primo ne ha parlato- è stato “agganciato” alle 16.30 del 25 ottobre 2017 da un radar di una postazione di Oakland: viaggiava veloce ad una quota di 37 mila piedi (oltre 11 mila metri) e non rispondeva alle comunicazioni radio. Anzi, ad un certo punto, facendo inversione a U, si è infilato nelle rotte commerciali ed è sparito dai tracciati. Ma non dalla vista. Per mezz’ora, infatti, i piloti degli aerei hanno chiamato a ripetizione le torri di controllo per segnalare la presenza di quell’oggetto che si trovava dove non avrebbe dovuto essere. Le registrazioni svelano la loro preoccupazione e l’imbarazzo dei controllori, che non sanno che spiegazioni dare.
Ma anche i militari sono stati in allarme. Un aereo fuori controllo che non risponde alle richieste di contatto è un pericolo, come l’11 settembre ha tragicamente dimostrato. Il NORAD- il Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America- ne ha seguito il percorso dalla base di McChord (Stato di Washington). Subito è arrivato l’ordine di far levare in volo i caccia per intercettarlo. Da Portland, sono decollati gli F-15: sono riusciti ad avvicinarsi abbastanza per capire velocità e dimensioni dell’oggetto, ma non per stabilire di cosa si trattasse, perché era più rapido di loro.
Sui loro radar neppure appariva, né emetteva alcun tipo di segnale, mentre si muoveva vicino al centro abitato e il fantasma delle Torri Gemelle incombeva sempre più minaccioso. Ma ad un certo punto, è scomparso. Sparito senza lasciare traccia. Un vero mistero. Ma cosa hanno visto realmente i piloti? Non è facile capirlo. Un addetto alla torre di controllo, nei file audio, afferma che il velivolo stava volando in modalità stealth– ovvero era invisibile ai radar come i jet militari più tecnologici.
Da quanto si sente, l’oggetto era grande come un aereo di linea e di colore bianco. Alcune registrazioni, però, hanno delle parti mute proprio quando ai comandanti viene chiesto aspetto dell’oggetto: per alcuni secondi la voce non si sente. Semplici difetti audio oppure qualcuno ha volutamente cancellato delle frasi da quelle registrazioni inviate al blog in base alla legge sulla libertà di informazione? Non si sa. In ogni caso, è un episodio preoccupante dai contorni poco chiari.
Alcuni commentatori hanno fatto notare che l’intruso potrebbe essere stato un prototipo dell’ultima generazione del bombardiere B-21, denominato Raider e del quale ufficialmente non si sa nulla. Certo, farlo volare in pieno giorno, nei trafficati corridoi commerciali sopra le grandi e popolose città americane, non sembra proprio la mossa più azzeccata per un aereo supersegreto. O forse, si trattava di un equivalente velivolo top secret con tecnologia stealth russo o cinese, testato provocatoriamente in territorio statunitense- uno scenario altrettanto inquietante. E poi c’è la terza opzione, quella più remota ed intrigante: l’origine non terrestre di quest’UFO segnalato da tanti piloti e inseguito inutilmente dai top gun.
Insomma, sulla vicenda varrebbe la pena di indagare più fondo per trovare una risposta ai tanti dubbi. Lo dice in un articolo pubblicato sul Washington Post Christopher Mellon. Vicesegretario alla difesa per l’Intelligence nelle amministrazioni Clinton e Bush figlio, direttore del personale per la Commissione Intelligence del Senato e ora consulente dell’associazione To the Stars Academy, Mellon ha maturato grande esperienza sul campo e sa che i vari settori militari e le agenzie governative trattano questi incidenti come singoli eventi e non come parte di uno schema che richiede seria attenzione ed indagine. “Rapporti provenienti da diversi reparti rimangono largamente ignorati e restano privi di esame all’interno dei rispettivi meandri burocratici.”
Mellon è collega di Luis Elizondo, ex direttore di quel programma (segreto) di studio delle potenziali minacce aerospaziali condotto per anni dal Pentagono di cui si è venuti a sapere solo lo scorso dicembre, dopo la declassificazione di alcuni documenti e la diffusione di due video sconcertanti che mostrano un oggetto bianco tondeggiante inseguito da alcuni F-18 della marina militare sul Pacifico. I fatti risalgono a quasi 14 anni fa. C’è poi anche un terzo filmato molto simile ai precedenti, divulgato recentemente da To the Stars Academy, che invece è datato 2015 ed è stato ripreso sulla East Cost.
“I video- scrive l’ex agente- insieme alle osservazioni dei piloti e degli operatori radar, sembrano dimostrare l’esistenza di velivoli di gran lunga superiori a qualsiasi cosa in possesso degli Stati Uniti e dei nostri alleati. Ma è possibile che siamo stati scavalcati tecnologicamente dalla Russia o dalla Cina? Oppure, come molte persone si domandano, quei video potrebbero essere la prova di una civiltà aliena? Purtroppo, non ne ho idea, perché non abbiamo mai cercato le risposte.”
Eppure, ricorda Chris Mellon, i racconti dei militari che hanno visto di persona questi fenomeni inspiegabili sono molto significativi. Ripercorrendo l’episodio del 2004, quando i due F-18 della portaerei Nimitz vennero inviati a controllare uno di quegli oggetti che da giorni comparivano e scomparivano dai radar della USS Princeton al largo di San Diego, sottolinea i punti salienti: “Questi mezzi volanti scendevano da altitudini di oltre 18 mila metri a velocità supersonica per bloccarsi all’istante e rimanere sospesi a meno di 15 metri sull’oceano. Gli Stati Uniti non hanno nulla in grado di compiere queste manovre.”
E ancora, ricorda che gli oggetti anomali, lunghi circa 13 metri, sono stati avvistati non solo dai piloti coinvolti nell’inseguimento, ma anche da differenti postazioni radar indipendenti le une dalle altre. Inoltre, non avevano alcuna forma visibile di propulsione. Come se non bastasse, questi incontri ravvicinati sono stati numerosi e accadono ancora. “Grazie al mio lavoro con To The Stars Academy, che cerca di raccogliere fondi privati per indagare su incidenti come questi, so che continuano ad avvenire, perché veniamo avvicinati da personale militare preoccupato per la sicurezza nazionale e frustrato da come il Ministero della Difesa maneggia questi verbali.”
Difficile anche raccogliere informazioni. Pur vantando amicizie e stretti contatti al Pentagono, l’ex addetto all’intelligence nell’articolo confessa di aver faticato non poco prima di ottenere un colloquio chiarificatore con un funzionario che gli ha confermato a denti stretti che il caso della Nimitz era vero. “Nessuno vuole essere ‘il tipo degli Alieni’ della sicurezza nazionale- scrive- e nessuno vuole essere ridicolizzato o messo ai margini per aver attirato l’attenzione sull’argomento.” Insomma, la questione UFO crea imbarazzi, mette a disagio e si preferisce evitarla. Ma così, secondo Mellon, non si fanno progressi .
Per spiegarsi meglio, Mellon fa un esempio storico: sessant’anni fa, spiega, il satellite sovietico Sputnik superava la tecnologia spaziale americana, ma nel giro di 10 anni gli Stati Uniti non solo hanno recuperato il gap, ma hanno persino sorpassato i rivali portando il primo uomo sulla Luna. Se anche questi mezzi sconosciuti sono russi (o cinesi o di qualunque altra nazione), dimostrano una superiorità impressionante e preoccupante alla quale bisogna subito reagire. Ma se invece questi oggetti non sono terrestri, allora capire cosa diavolo siano è ancora più urgente. Visto che sempre più spesso lo spazio aereo statunitense viene violato da questi velivoli sconosciuti, è giunto il momento- dice- di mettere da parte tutti i tabù sugli UFO e di dare ascolto ai piloti e agli operatori radar.
Con un budget annuale di 50 miliardi di dollari per l’intelligence, il denaro non è un problema. I fondi esistenti bastano per coprire le spese per indagini approfondite, assicura Christopher Mellon. “Quello che ci manca, soprattutto, è riconoscere che questo argomento merita un serio sforzo di raccolta dei dati e di analisi. Per fare dei progressi, bisogna assegnare l’incarico ad un funzionario con il potere di far collaborare tra di loro i differenti e spesso litigiosi apparati burocratici della sicurezza nazionale. Uno sforzo davvero serio coinvolgerebbe poi analisti capaci di esaminare i dati dei satelliti agli infrarossi, gli archivi radar del NORAD, segnali e informazioni di intelligence.”
E conclude: “Il Congresso dovrebbe richiedere uno studio interdisciplinare al segretario della Difesa per promuovere una ricerca in merito alle nuove forme di propulsione che potrebbero spiegare come fanno questi velivoli ad ottenere potenza e manovrabilità tanto straordinarie. Come per lo Sputnik, le implicazioni per la sicurezza nazionale di questi incidenti sono preoccupanti, ma le opportunità scientifiche sono elettrizzanti. Chi sa quali pericoli potremmo evitare o quali occasioni potremmo trovare? Non possiamo permetterci di distogliere lo sguardo, visto il rischio di sorprese strategiche. Il futuro appartiene non solo a chi è fisicamente coraggioso, ma è anche intellettualmente agile.”
SABRINA PIERAGOSTINI