UFO e forze dell’ordine. Un connubio meno insolito di quanto si possa pensare, almeno stando ai numerosi racconti di strani oggetti volanti avvistati proprio da uomini e donne in divisa. Solo in Gran Bretagna, gli episodi che hanno avuto per testimoni agenti di polizia sono quasi 500. E lo sappiamo grazie a Gary Heseltine, che dal 2002 raccoglie con certosina pazienza tutte le segnalazioni del genere in un database ad hoc, il PRUFOS. Casi, molto spesso, mai finiti sui giornali e confessati solo a lui in via confidenziale.
Anche lui, infatti, è stato poliziotto. Ha servito tra le fila della British Transport Police dal 1989 al 2013 come detective. Anche ora che è in pensione, non ha perso il vizio di indagare ed ha rivolto la sua attenzione sul fenomeno UFO che lo affascina fin da ragazzino. Era solo un adolescente, infatti, quando vide passare sopra i tetti di Scunthorpe, nel Lincolnshire, una misteriosa luce bianca in lento movimento che provocò un improvviso blackout. La lettura del libro del maggior Donald Keyhoe “Aliens from space” lo convinse poi di aver assistito a qualcosa di straordinario. Da allora, l’interesse per la materia è cresciuta costantemente e l’ufologia ha conquistando un posto importante nella sua vita.
Heseltine, oltre al PRUFOS, ha creato anche la rivista UFO Truth Magazine ed è considerato, nell’ambiente, un ricercatore serio e competente. Alcuni anni fa, era uno degli esperti provenienti da tutto il mondo convocati a Washington da Steve Bassett al Citizen Hearing on Disclosure, per discutere della questione aliena davanti ad ex membri del Congresso americano. In quella occasione, ha presentato alcune delle testimonianze più interessanti raccolte nel suo database che contiene svariate centinaia di episodi a partire dal 1901. In seguito, io stessa ho incontrato e intervistato di persona Gary Heseltine due volte, quando è venuto ospite in Italia come relatore e quest’anno l’ho invitato alla sesta edizione del Meeting “Figli delle Stelle- Le Nuove Frontiere” del prossimo 20 ottobre a Milano
Nell’ultima intervista, l’ex detective mi ha spiegato che circa il 70 per cento degli avvistamenti di cui è a conoscenza ha avuto come testimoni più pubblici ufficiali insieme, da due in su. C’è persino un caso che vede coinvolti 24 poliziotti: ognuno di loro ha visto lo stesso oggetto volante non identificato e lo ha tracciato per molti chilometri da diversi punti di vista. In un altro episodio simile, gli agenti erano 17 in diverse aree geografiche. Questi episodi multipli, secondo lui, sono molto significativi per il numero di testimoni affidabili- stiamo parlando di poliziotti- che hanno visto contemporaneamente qualcosa di non spiegabile in termini convenzionali. E mi ha raccontato una vicenda tra le tante risalente agli anni ‘70.
“Vicino a Londra tre agenti in servizio, nel cuore delle notte, in una zona di campagna, videro un flash accecante basso sull’orizzonte. Lo videro per pochi istanti, non capirono cosa fosse e non ci pensarono più. Ma 5 minuti dopo, all’improvviso la luce si trasformò in una palla luminosa e apparve un enorme oggetto, grande come un campo di calcio, che iniziò a scannerizzare il terreno sottostante, in totale silenzio, a 500 metri da loro. Erano davvero vicinissimi, ma non sentirono il minimo rumore. E sorprendentemente alcuni piccoli oggetti stavano volando attorno a quello più grande. Si direbbe una tipica scena da astronave madre. Perché mai tre agenti in servizio dovrebbero inventarsi una storia del genere?”, si domandava.
Di certo, riferire di aver visto un UFO non giova alla carriera di chi svolge un lavoro così delicato– la difesa dell’ordine pubblico- e che, per definizione, deve aver nervi saldi e capacità di discernimento. Ecco perché raramente gli agenti fanno rapporti ufficiali su avvistamenti del genere. Anzi, spesso li omettono proprio. “ In molti casi gli agenti che mi avvicinano non ne hanno mai parlato nemmeno con le mogli, con le famiglie, per il semplice motivo che si sentono ridicoli”, mi ha rivelato Gary Heseltine. “Perché così si considera l’argomento UFO, una cosa ridicola. Ma gli agenti di polizia- io lo so bene, perché lo sono stato per 24 anni – non danno ai colleghi notizie false, è parte del loro lavoro. Hanno il senso dell’umorismo, certo, ma non scherzerebbero mai in questo modo.”
Senza contare che, talvolta, il silenzio viene addirittura imposto dall’alto: un superiore o un funzionario ordinano ai testimoni di tacere su quanto visto. Heseltine cita, a questo proposito, un altro caso che gli è stato riferito da un collega:”Un poliziotto in pieno giorno riceve un messaggio sulla sua ricetrasmittente personale. Gli dicono di alzare lo sguardo in alto perché c’è un UFO. Lui lo fa subito e vede 9 oggetti sferici che si muovono in formazione. Nessun suono, nessun motore. Poi sente che altri poliziotti, in posti diversi, stanno osservando la stessa identica scena. Il giorno dopo è convocato nel quartier generale della polizia, viene interrogato da un tipo inviato dal Ministero della Difesa inglese e gli viene detto: non parlarne mai più.”
Al Meeting del 20 ottobre, Heseltine affronterà vari aspetti della sua ricerca: presenterà alcuni dei casi più significativi che vedono protagonisti i poliziotti di Sua Maestà, parlerà delle implicazioni che ha avuto la recente ammissione da parte del Pentagono di aver studiato il fenomeno UFO e rivelerà dettagli interessanti sul caso più famoso d’Inghilterra, l’Incidente di Rendlesham Forest, avvenuto 38 anni fa. Su quella vicenda, che ebbe per testimoni vari soldati di due basi militari NATO (incluso l’allora colonnello Charles Halt), l’ex poliziotto ha scritto la sceneggiatura di un documentario intitolato “Capel Green” che ricostruisce cosa avvenne in quelle tre fredde notti del dicembre 1980. “La vera storia”, assicura.
SABRINA PIERAGOSTINI