A cinquant’anni dal primo allunaggio, a 47 dall’ultimo uomo sul suolo lunare, arriva l’annuncio della NASA: presto torneremo lassù. Ma non sarà una toccata e fuga, questa volta sarà diverso: verrà costruito un avamposto, per andare e venire dalla Luna e dal quale un giorno partire per esplorare il cosmo. A volere una nuova era nella conquista spaziale è il presidente Trump, che ha dato ampio mandato al direttore dell’ente americano, Jim Bridenstine.
L’ex deputato dell’Oklahoma è il 13esimo amministratore della NASA: la ratifica del Senato- non senza polemiche- è arrivata lo scorso aprile. È infatti il primo politico, senza una specifica competenza in ambito scientifico, a ricoprire questo ruolo. Nei giorni scorsi, con un articolo pubblicato su Ozy.com (una piattaforma di notizie online per la “change generation”, la generazione del cambiamento che vuole sfidare lo status quo e scrollarsi di dosso le convenzioni- spiega il sito web) ha illustrato il progetto per il quale vuole coinvolgere il top dell’industria statunitense.
“Gli esseri umani si preparano a lasciare l’orbita terrestre per la prima volta dal 1972, per la Luna e magari anche per Marte e oltre. Questo è l’incarico che ci è stato affidato dal presidente Donald Trump e da un congresso bipartisan a sostegno. È un momento esaltante per guidare il programma spaziale americano… Stiamo invitando le compagnie del Paese ad aiutarci a progettare e sviluppare dei lander lunari umani, ovvero dei sistemi riutilizzabili per far atterrare gli astronauti sulla Luna”, esordisce il nuovo capo della NASA.
Nell’articolo, Bridenstine- che nel 1972, quando Eugene Cernan passeggiava sulla Luna, non era nemmeno nato– si dichiara entusiasta all’idea di una nuova missione. Ma chiarisce subito il punto centrale: non sarà come 50 anni fa, non basterà piantare delle bandierine. “Ci andremo con nuove tecnologie e sistemi innovativi per esplorare più luoghi di quanto abbiamo mai pensato fosse possibile. Questa volta, quando andremo sulla Luna, ci resteremo. Nel mezzo secolo trascorso dall’ultima impronta lasciata sul suolo lunare, il nostro Paese, la nostra agenzia- incluso il suo budget e il suo personale- la tecnologia e il panorama industriale hanno vissuto cambiamenti epocali.
In realtà, più dei due terzi degli Americani di oggi – incluso me- non c’erano nemmeno ad assistere ai sei allunaggi dell’Apollo. Per quanto siano stati straordinari, per molti le missioni lunari sono fatti da leggere sui libri di storia o vicende raccontate dai parenti più anziani. Ma a differenza di Apollo”- ribadisce e ripete l’amministratore della NASA- “stavolta andremo sulla Luna per rimanerci e da lì spiccheremo un salto gigantesco verso lo spazio profondo.” Per questo progetto , servirà una nuova generazione di piloti ed esploratori. Saranno loro a rendere possibile, nell’immediato futuro, la presenza umana al di fuori del nostro pianeta.
Il primo passo, spiega sempre Jim Bridenstine, sarà la costruzione del Gateway, un avamposto orbitante attorno alla Luna, realizzato per garantire il passaggio degli astronauti dalla Terra alla Luna e viceversa senza correre rischi. “Il Gateway sarà la base di partenza per il primo sistema di lander lunari umani riutilizzabili. È un approccio sostenibile che crea più opportunità commerciali, necessarie per l’esplorazione spaziale umana a lungo termine. Gli equipaggi useranno il nostro potente razzo Space Launch System (SLS) e la navicella Orion per recarsi al Gateway e tornare a casa in sicurezza. “
Il programma è già in fase avanzata e non si perde tempo, visto che l’amministratore dell’ente spaziale americano, proprio in queste ore, ha già incontrato nel quartier generale della NASA i potenziali partner dell’industria americana per discutere con loro tutti i dettagli. Sarebbero già nove le compagnie interessate. Il piano prevede che entro il 25 marzo le imprese commerciali propongano progetti per un modulo di discesa, un sistema di rifornimento e un veicolo di trasferimento. A quelle che saranno poi selezionate, verrà chiesto di partecipare ai costi dell’impresa per un 10-20% dell’importo.
Si procederà a tappe: la NASA ha pianificato la costruzione della piattaforma Gateway posta in orbita lunare a partire dal 2020, nel 2024 dovrebbe svolgersi la prima missione di prova (con un modulo senza equipaggio che proverà a scendere sul nostro satellite), mentre l’invio del primo equipaggio umano non avverrà prima del 2028. “Il nostro obiettivo è far arrivare gli astronauti sulla Luna entro il prossimo decennio. Miliardi di persone nel mondo vedranno fare la storia quando gli astronauti esploreranno la superficie lunare per un periodo di tempo come mai prima e ci aiuteranno a preparare le missioni dirette su Marte e su altre destinazioni.” Il futuro è adesso…
SABRINA PIERAGOSTINI