(…) Ma non è finita. Nel tempo sono spuntate altre sequenze fotografiche da pelle d’oca, altre testimonianze che fanno rabbrividire. Sono del 23 gennaio 2013 due immagini scattate a pochi secondi l’una dall’altra davanti al ponte di Gombaro, vicino a Sondrio: nella prima si vede una creatura grigia con tre dita per mano che sembra pronta a balzare dal parapetto; nella seconda, lo stesso essere è sulla campata del ponte, a 3-4 metri di altezza, mimetizzato nel buio. Ancora: nel 2016, il 17 di aprile, nel corso di un furioso temporale, la centrale ENEL di Lanzada è saltata, lasciando al buio l’intera vallata. Un sovraccarico, forse. O forse, è stata un’astronave (nera, di forma triangolare e con luci pulsanti violacee) vista e fotografata mentre veniva colpita dalle scariche elettriche emesse dalle bobine della centrale, prima che scattassero le sirene d’allarme e accorressero i carabinieri. Il testimone oculare- un professionista di Morbegno che si era appartato con l’amante- è scappato prima dell’arrivo della pattuglia, ma si è sentito tuttavia in dovere di condividere le sue fotografie con una lettera anonima. Ma cosa ci faceva là sopra una nave spaziale?
Felice Sirtori ha una sua idea, suffragata dalla serie fotografica, dai racconti dei residenti della zona e da quello che ha visto con i suoi occhi ispezionando il luogo: «A un certo punto, dal triangolo sospeso in volo si vede scendere una figura. Secondo me, stava cercando qualcuno che era penetrato nella centrale. Questo, per saltare fuori, prima ha scardinato un tombino con una spessa grata di ferro. Poi, per uscire, ha divelto la recinzione metallica che circonda la struttura: l’ho vista all’indomani dell’accaduto, c’era una breccia dall’interno verso l’esterno, come se fosse stata sfondata con la testa. E quel qualcuno ha dato forse una spallata anche a una sbarra, sempre di ferro, che si è piegata in due. Lì sotto c’erano cavi dell’alta tensione: abbiamo sempre ipotizzato che questi esseri per qualche motivo siano attratti dall’energia elettrica, come se ne avessero bisogno per ricaricarsi». Sul terreno, tutt’attorno al muro di cinta, Sirtori ha visto e fotografato impronte fresche piuttosto sconcertanti: sembravano zampe di rettili, con tre grosse dita.
Sempre sul blog Presenze Aliene, ecco un’altra vicenda incredibile, ma ancora una volta accompagnata da numerose immagini sorprendenti, avvenuta il 17 dicembre 2017. Un uomo a spasso con il cane vicino al parco di Vassalini, a Chiesa, aveva intravisto un’evanescente figura umana tra la neve, così ha preso il cellulare e ha fotografato la scena. Una volta a casa, si è accorto di aver centrato in pieno l’obiettivo: prima, ha immortalato l’essere mentre correva via; poi lo stesso sul ciglio della strada; infine, un UFO in volo. Anche in questo caso, l’umanoide doveva essere molto alto, forse addirittura 3 metri: secondo Giacoletto, indossava una tuta e un casco con visore notturno e poteva essere almeno in parte “robotico”.
All’indomani, Felice Sirtori è andato sul posto e ha effettivamente riscontrato delle strane impronte sulla neve, lasciate da passi molto più lunghi del normale e con insoliti segni circolari.
Nel 2020, poi, ancora delle foto disturbanti, scattate sempre nel parco di Vassalini ma in pieno giorno. Dopo una serata molto particolare, caratterizzata dall’avvistamento di una grande luce ovale grande forse 100 metri, la mattina del 6 settembre il ricercatore del GISE Cosimo di Giovanni era tornato per fare un sopralluogo con Marco Casali, Felice Sirtori e un’altra persona. «A un certo punto ci rendiamo conto tutti quanti che qualcosa nell’ambiente sta cambiando. Non si sentono più i rumori, ci parliamo ma non ci sentiamo e dobbiamo gridare, ma anche così ci sentiamo con difficoltà. Ci pare di essere entrati in una realtà parallela dove tutto è come dentro una bolla ovattata. Stiamo perdendo il senso di noi stessi e del tempo, comunque scattiamo alcune fotografie. Passato un certo lasso di tempo, decidiamo di andarcene», racconta Di Giovanni. Quando va a rivedere le immagini, resta scioccato: in una foto, tra le piante, si staglia una figura scura, alta, vestita con un poncho bianco/nero e senza volto; in un’altra, si notano tre ombre allungate, dritte in piedi accanto a un albero. Di simili figure quasi incorporee, nel corso degli anni, ne sono state fotografate parecchie, soprattutto tra le rocce, già a partire dall’agosto 2011. Nessuno ha mai potuto dimostrare che si tratti di scherzi, falsi, effetti ottici, pareidolia. Nessuna di queste foto è stata spiegata. Mistero.
Così come lascia interdetti l’effetto “fumo nero” mostrato dalla foto dell’estate 2012 che non ha precedenti nella storia degli incontri ravvicinati con presunte creature extraterrestri , come sottolinea Sirtori: «Quando ho visto per la prima volta quella vaporizzazione, sono rimasto perplesso. Ma poi quando lo vedi dieci volte da dieci testimoni diversi, che magari hanno trascorso tutta la vita a far pascolare le mandrie, non puoi pensare che abbiano passato gli ultimi 12 anni a manipolare le immagini. E a che scopo, poi? Non cercano notorietà, mi danno le foto in forma privata. Ne avrò almeno 300 che non sono divulgabili. Non perché voglio fare il misterioso, ma davvero se non vengono contestualizzate, rischio di passare per matto». La guida alpina, ad esempio, è entrata in possesso di un video di pochi secondi, divulgato solo nell’autunno 2022, ripreso di notte da un valligiano: si vede una specie di vortice di nebbia grigia che si sposta molto rapidamente e quasi lo urta prima di sparire. L’uomo gli ha riferito che quel fumo era denso, quasi solido e non impalpabile come ci si aspetterebbe da una sostanza gassosa.