E se la vita extraterrestre esistesse davvero e fosse molto più vicina di quanto non avessimo mai immaginato? È la domanda che si pongono, in queste ore, gli astrobiologi dopo la conferma di un’ipotesi che da tempo circolava: su Europa, una delle lune di Giove, c’è acqua. Non in forma di vapore, non in forma di ghiaccio, ma acqua vera, liquida, dove possono avvenire le reazioni chimiche, dove le molecole si possono aggregare, dove insomma si può sviluppare la vita.
Le analisi di questo satellite dalla crosta ghiacciata, solcata da profonde cicatrici, suggeriscono la presenza di acqua calda: secondo lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature”, essa proviene da un lago grande quanto l’intera regione dei “Grandi laghi” nel Nord America, posto a soli 3 km dalla superficie.
Europa fu scoperta nel 1610 dall’astronomo italiano Galileo Galilei. È una delle 64 lune che orbitano attorno al gigante gassoso del nostro sistema solare ed è composta da un piccolo nucleo metallico, ricoperto da un ampio mantello roccioso e da uno spesso strato di ghiaccio. Finora si ipotizzava che, ad almeno 30mila metri sotto la calotta glaciale, ci fosse un enorme oceano, profondo addirittura 160 km. Un habitat proibitivo, anche per forme di vita primordiali più resistenti. Il lago, molto più prossimo alla superficie, però, cambia le prospettive perchè rende molto probabile un forte mescolamento tra le acque più profonde e quelle superiori: le correnti favorirebbero così il trasferimento delle sostanze nutrienti. “E tutto ciò rende Europa- e i suoi mari- decisamente adatti alla vita“, dice una ricercatrice, Britney Schmidt, dell’Università del Texas, che per molti anni ha lavorato sulle foto scattate dalla sonda Galileo.
Anche i glaciologi hanno studiato a lungo la “faccia” di Europa, per cercare di capire perchè fosse così corrugata. Ora c’è la riposta: l’acqua calda proveniente dal basso provoca fratture nella crosta gelata che si spezza e subito poi si ricompatta, ricongelandosi. Proprio come avviene in Antartide– la regione terrestre servita come modello intepretativo per capire cosa succede sul satellite di Giove. Anche al Polo Sud, infatti, si producono fratture e ricompattamenti nella calotta bianca; anche qui esistono laghi allo stato liquido sotto lo spesso strato di ghiaccio perenne. Un team scientifico sta cercando di raggiungere uno di questi bacini nascosti per capire se contiene forme di vita- e di che genere.
Lo stesso potrebbe presto accadere con Europa. Una missione spaziale per perlustrare la sua acqua aliena è sempre più vicina: l’ente spaziale americano e quello europeo la starebbero già pianificando. Nasa ed Esa potrebbero lanciare una sonda prima che finisca il decennio o al massimo nel 2020.
Gli astrobiologi sognano un giorno vedere con i propri occhi quello che scrisse lo scrittore di fantascienza Arthur Clarke: nel suo romanzo “Odyssey Two” immaginò creature acquatiche nuotare nell’oceano di Europa…
SABRINA PIERAGOSTINI