“Sarei entusiasta se, da qualche parte nell’universo, esistesse la vita e ancora più entusiasta se esistesse la vita intelligente“. A dirlo non è un astronomo qualunque, ma uno degli scienziati del Papa. E così la sua dichiarazione fa notizia.
Guy Consolmagno lavora presso il centro astronomico della Santa Sede, noto come Specola Vaticana, la cui sede si trova nei Giardini della residenza papale estiva a Castelgandolfo. Alla vigilia del Festival della Scienza britannico, dove prenderà la parola, Padre Consolmagno- religioso gesuita– ha parlato al quotidiano “The Telegraph” dell’atteggiamento della Chiesa nei confronti della “questione aliena“, defindendola “un non-problema”, dato che le due realtà possono perfettamente coesistere. Considerando il suo ruolo all’interno della Specola- è il più anziano tra gli scienziati del Papa- non si può dubitare che il suo pensiero rispecchi fedelmente quello ufficiale del Vaticano.
“La Chiesa cattolica accetta l’idea che possano esserci, nello spazio, evolute civiltà extraterrestri e darebbe loro volentieri il benvenuto, non importa quanti tentacoli possano avere…”- ha detto non senza senso dell’umorismo. Cinquasette anni, americano di Detroit, teologo oltre che astronomo planetario e curatore della collezione di meteoriti del Santo Padre (tra i reperti, anche un frammento del suolo lunare donato a Paolo VI), Padre Guy Consolmagno ovviamente sostiene la visione teologica e teleologica di un Dio immanente e trascendente, punto d’origine e fine ultimo della Creazione, Padre eterno e universale. “Dio non si è limitato all’umanità, Dio ha creato anche gli angeli”, dice.