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Individuato il primo sistema solare simile al nostro

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Non siamo un unicum. Non solo di pianeti simili alla Terra ne esistono, potenzialmente, miliardi sparsi nella galassia, ma anche il nostro sistema solare ha almeno una copia. L’hanno trovata alcuni astronomi europei, ad oltre 2700 anni luce da noi: presenta  pianeti rocciosi nelle orbite più interne e giganti gassosi in quelle esterne. In tutto, sono almeno 7.

IL SISTEMA SOLARE KOI 351 CONFRONTATO AL NOSTRO

“È, ad oggi,  il primo sistema solare con un significativo numero di pianeti- non solo due o tre- che mostri una chiara gerarchia, come avviene nel nostro”, ha spiegato il dottor Juan Cabrera, dell’Istituto di ricerca presso il Centro Aerospaziale tedesco. La scoperta è il frutto della rielaborazione di dati ricavati dal telescopio orbitante Kepler.

Tre dei sette pianeti in orbita attorno a questa nana denominata KOI-351 sono stati individuati all’inizio del 2013 e possiedono orbite di 59, 210 e 331 giorni, molto simili ai periodi di rivoluzione attorno al nostro Sole rispettivamente di Mercurio, Venere e della Terra. Ma le loro durate subiscono alterazioni, segno evidente della presenza di altri corpi che causano, con la loro forza gravitazionale, accelerazioni e decelerazioni.

Attraverso complicati algoritmi elaborati dal computer, il team di Cabrera ha potuto scovare gli altri 4 pianeti. Anche questi sono vicinissimi alla loro stella, persino più di quanto non lo sia Mercurio al Sole, ed hanno orbite comprese tra i 7 e i 125 giorni. Il sistema di KOI-351 risulta così davvero molto compatto: tutti questi mondi alieni si trovano a meno di 1 unità astronomica ( pari dalla distanza Terra-Sole) dalla loro stella.

TUTTI GLI ESOPIANETI ORBITANO ATTORNO ALLA LORO STELLA ENTRO 1 UNITÀ ASTRONOMICA

Finora, nella ricerca di un gemello terrestre, gli astronomi si sono imbattuti in una grande varietà di pianeti dalle caratteristiche più bizzarre e in sistemi solari assai diversi dal nostro. “Troviamo pianeti di ogni tipo, a qualsiasi distanza, di qualsivoglia dimensione, persino classi planetarie che non pensavamo potessero esistere”, conferma Cabrera. Tanto che, al momento, gli scienziati non sanno trovare una spiegazione unica e convincente su come si formino.

Ecco perchè questo remoto sistema solare nella costellazione del Drago, che deve il suo nome all’acronimo di  “Kepler Object of Interest “( “Oggetto di Interesse per Keplero”) si è meritato così grande attenzione: perchè presenta tutte le peculiarità del nostro. Ed è la prima volta che ne troviamo uno tanto somigliante. “Non sappiamo ancora perchè si sia sviluppato in questo modo, ma abbiamo la sensazione che possa essere la chiave per comprendere la formazione planetaria in generale e quella del nostro sistema solare in particolare”, ha affermato l’astronomo spagnolo.

Alle stesse conclusioni, è giunta praticamente in contemporanea anche un’altra equipe di ricerca guidata da Chris Lintott e Robert Simpson dell’Università di Oxford. La stessa stella- contrassegnata dalla sigla KIC 11442793- è stata al centro di complicati calcoli  degli astronomi non professionisti del sito Planet Hunters che hanno parimenti individuato la presenza di 7 pianeti rianalizzando le osservazioni di Kepler. Dunque, i due studi indipendenti  si sono suffragati a vicenda.

ECCO COME POTREBBE APPARIRE IL NUOVO SISTEMA SOLARE

Ora, la speranza dei ricercatori  è che la missione PLATO (“PLAnetary Transit and Oscillations of stars”, all’interno del programma Cosmic Vision dell’Agenzia Spaziale Europea)  riceva i fondi necessari per partire dal 2015. Solo allora, sarà possibile dare una seconda occhiata a KOI 351 ed entrare nei dettagli, come definire raggio e massa di ogni pianeta, analizzare la loro composizione e -chissà- scoprire se le similitudini tra questo sistema solare e il nostro non siano ancora più strette.

SABRINA PIERAGOSTINI

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