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Se ci colpisce un meteorite, non sarà mica la fine del mondo…

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Se un giorno saremo colpiti da un meteorite, il mondo non finirà. Al contrario di quanto sostenuto finora, un eventuale impatto con un corpo roccioso simile a quello che ci ha “sfiorato” qualche giorno fa (l’asteroide chiamato dagli astronomi 2005 YU 55 che è passato tra noi e la Luna a circa 300mila km dalla Terra) non provocherebbe danni irrimediabili. Sia chiaro: non sarebbe gradevole trovarsi vicino al punto della collisione, ma la vita sul pianeta non ne sarebbe compromessa.

Un'immagine dell'asteroide 2005 YU55

Il nuovo modello interpretativo è stato elaborato presso l’Università di Monaco- in Germania. I ricercatori sono partiti da questo presupposto: fino ad oggi, tutte le simulazioni sono state fatte immaginando la Terra come una sfera perfettamente regolare e liscia. Cosa che non corrisponde alla realtà: essa- come ben sappiamo- è invece  schiacciata ai poli ed ha una superficie irregolare, solcata da profonde depressioni e da elevate catene montuose. E la connotazione della crosta terrestre  può avere effetti enormi su come  si propagano sisma e tsunami.

Il team diretto dal Professor Matthias Meschede ha studiato il cratere messicano di Chicxulub, provocato dall’impatto di un meteorite e che secondo una delle teorie più accreditate causò l’estinzione di massa dei dinosauri circa 65 milioni di anni fa. A scavare quella  voragine impressionante per ampiezza e profondità,  fu una roccia spaziale grande quanto il Monte Everest: cadendo sulla Terra ha sprigionato un’energia pari  a 2 milioni di bombe all’idrogeno…Dire devastante è dire poco- soprattutto per i dinosauri. Eppure, secondo gli studiosi tedeschi, la distruzione non fu generalizzata proprio grazie alle caratteristiche del paesaggio che hanno frenato e attutito le onde d’urto.

L'enorme depressione nello Yucatan provocata da un asteroide

“Ora sappiamo stimare, in linea di principio, quanto deve essere grande un meteorite per causare conseguenze catastrofiche. Con il nostro modello, poi, possiamo valutare la magnitudine e gli effetti degli impatti avvenuti sulla Terra in passato”, ha spigato il prof. Meschede. Se fossimo di nuovo colpiti da un corpo celeste del genere, nel punto dell’impatto si formerebbe un cratere profondo 4mila metri. Si produrrebbe un terremoto di 7.0 gradi sulla scala Richter (pensate, quello che ha sconvolto il Giappone nel marzo scorso è stato di 8.9 ). Se finisse in acqua, solleverebbe onde alte fino a 70 metri e lo tsunami si propagherebbe per almeno 100 km dal luogo dello schianto. Uno scenario drammatico, che provocherebbe un’enorme perdita di vite umane: ma il mondo andrebbe avanti, dicono i ricercatori di Monaco.

Ma quante possibilità ci sono che in un prossimo o lontano futuro questo evento terribile si ripeta? La Nasa, allo scopo, da tempo utilizza il WISE -Widefield Infrared Survey Explorer- che controlla i cieli alla ricerca di potenziali minacce. Questo “occhio” a raggi infrarossi dovrebbe individuare comete e asteroidi in un raggio di 75milioni di km attorno alla Terra. Finora, ne ha trovati oltre 20mila dalle dimensioni sufficienti a distruggere una città di media grandezza in caso di collisione. Alla Nasa sostengono però che tra tutti i corpi avvistati sono veramente pericolosi  solo (si fa per dire)  981. Possiamo dormire sonni tranquilli…

Sabrina Pieragostini

La raffigurazione di un ipotetico impatto di un asteroide sulla Terra

 

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