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Mistero Big Foot: analizzato il DNA. “Non è del tutto umano”

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Forse il mistero sta per essere risolto, anche se le prime indiscrezioni che trapelano, al momento, stanno provocando non poca confusione. L’oggetto della discussione è il test del DNA effettuato negli Stati Uniti su alcuni campioni organici attribuiti al mitico Big Foot, l’uomo-scimmia che abiterebbe le foreste e le giungle più intricate di mezzo mondo- dall’America all’Asia- fino alle vette dell’Himalaya.

IL CALCO DI UNA PRESUNTA IMPRONTA DEL BIG FOOT

Nel corso degli ultimi decenni, di tracce  ne sono state rinvenute o millantate molte: orme impresse nella terra e sulla neve, ciuffi di peli, scalpi, carcasse, macchie di sangue… Pochi mesi fa, poi, in California, alcuni ricercatori si sono detti certi di aver trovato anche campioni di saliva: quella lasciata da uno o più esemplari  appoggiando il volto e le mani ai vetri delle loro jeep, abbandonate in un bosco per 3 giorni, per curiosare al loro interno.

Lo scorso febbraio, su alcuni di questi reperti riconducibili alla creatura che popola- se non le foreste- almeno le leggende americane, un team di “cacciatori di Big Foot”, guidato da David Paulides, ha chiesto di effettuare il test del DNA all’interno di quello che viene definito “il progetto Erikson”. Tutto è avvolto nel massimo riserbo. I reperti dovrebbero essere i resti di una creatura morta ( abbattuta da un impagliatore di animali, Justin Smeja), del sangue trovato su un piatto e forse l’unghia di un altro esemplare conservata da Larry Jenkins. La responsabile del laboratorio incaricata di svolgere gli esami è la Dottoressa Melba Ketchum che ha chiesto alcuni mesi prima di dare il suo responso.

IL SANGUE ANALIZZATO PER SCOPRIRE IL DNA DEL BIG FOOT

Ma sul suo blog, a sorpresa , due giorni fa Robert Lindsay  ( http://robertlindsay.wordpress.com/)   ha deciso di pubblicare i primi risultati- ancora ufficiosi–  dei test. Risultati che lui stesso ammette di non capire fino in fondo, perchè piuttosto contraddittori e obiettivamente molto complessi per chi non è esperto di genetica. Al centro della fuga di notizie, c’è quanto scoperto sul gene MC1R- recettore 1 della melanocortina che determina del colore della pelle e dei peli nei mammiferi. Dalle analisi, il colore comune è risultato essere il rosso, identico  in tutti e tre i campioni.

 Sono ovviamente molte  le combinazioni  che possono essere codificate dal gene in questione: basti  pensare a quante sfumature  esistono, nelle tonalità di chiome e di pelle, da un Esquimese, ad un Nordeuropeo fino ad un Africano o ad un Orientale.  Ma tutti gli esseri umani discendenti dal Sapiens sapiens condividono un comune polimorfismo (ovvero una variazione genetica), che li distingue  dai primati- come gorilla o scimpanzè- dagli ominidi e  dai nostri predecessori-  l’uomo di Neanderthal e l’uomo di Denisovo- ciascuno con un proprio  polimorfismo distintivo. Ebbene, due campioni su tre di Big Foot  presenterebbero la stessa variazione del gene MC1R , mentre il terzo sarebbe differente. E  nessuno dei due polimorfismi evidenziati, comunque, risulterebbe presente nelle banche genetiche nè assomiglierebbe a quelli finora noti (umani e non). Statisticamente è già poco probabile che spunti una simile variante  in un  singolo individuo, ma che si presenti la stessa mutazione genetica in due distinti individui affini è praticamente impossibile. Sembrerebbe, dunque, una specificità che accomuna i soggetti analizzati.

L'IMMAGINE PIU' FAMOSA DELL'UOMO-SCIMMIA

Non basta: secondo queste prime indiscrezioni, rivelate da fonti non precisate, il DNA nucleare non sarebbe “del tutto umano “. Già questo è strano: un DNA o è umano o non lo è… Una voce avrebbe detto a Lindsay che le creature sono “ad un terzo di strada tra noi  e lo scimpanzè”, mentre un’altra le ritiene un po’ più vicine all’Uomo di Neandethal o di Denisovo. Le cose cambiano molto: l’Homo sapiens hirsutis– come viene ora chiamato scientificamente  il Big Foot- si sarebbe separato dall’albero genealogico umano 2,2 milioni di anni fa oppure “solo” 750mila? È  un ominide  che riesce a malapena a camminare eretto o è un uomo meno evoluto di noi, ma pur sempre dotato di intelletto? La differenza è sostanziale. Come detto, uno dei campioni studiati proviene dalla “collezione” privata di un tassidermista, che ha ammesso di aver sparato alla schiena di una grossa creatura pelosa avvistata in un bosco, di cui ha poi conservato i resti. In questo caso, ha ucciso  uno povero scimmione inerme o ha addirittura commesso un omicidio? E’ un vigliacco o un assassino?

SABRINA PIERAGOSTINI

 

 

 

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