Gli Ewok che popolano la luna boscosa di Endor, nella saga di “Guerre Stellari”, e i Na’vi di Pandora, satellite del gigante gassoso Polifemo nel film “Avatar”, potrebbero restare relegati, per sempre, nel mondo della fiction. Secondo un recente studio accettato dalla rivista scientifica Astrophysical Journal Letters, le lune di altri sistemi solari non avrebbero campi magnetici abbastanza forti per proteggere dalle radiazioni cosmiche i loro potenziali abitanti extraterrestri.
GLI ABITANTI BLU DELLA LUNA DEL PIANETA POLIFEMO, NEL FILM "AVATAR"
La vita- dicono gli astrobiologi- potrebbe essere ovunque, nello spazio. Ma a determinate condizioni, a partire dalla presenza di acqua liquida e di una temperatura adeguata- fattori legati alla cosiddetta “fascia di abitabilità”. Ovviamente questi due elementi, da soli, non bastano: servono anche un’atmosfera e una superficie solida. Ecco perché gli astrobiologi guardano con molto più interesse alle lune- sempre rocciose- che ai pianeti- spesso gassosi.
Ma per quanto grandi possano essere i satelliti di questi mondi lontani, è del tutto escluso- secondo i modelli matematici utilizzati dai ricercatori- che abbiano una massa simile a quella terrestre. Un limite che rende assai improbabile la formazione di un campo magnetico sufficientemente intenso, in grado di fare da scudo sia all’eccessivo irraggiamento da parte delle stelle di riferimento sia ai raggi provenienti dallo spazio circostante.
Le esolune possono però essere protette direttamente dal campo magnetico emanato dal pianeta gigante attorno al quale orbitano. Come nel caso di Giove: è circondato da una magnetosfera che è ampia 50 volte il pianeta stesso. Si estende infatti per 3,5 milioni di chilometri dalla sua superficie, sul lato rivolto verso il sole, ed ingloba anche i satelliti.
L'ENORME MAGNETOSFERA DI GIOVE
Per verificare dunque se sussistono le condizioni per lo sviluppo della vita, gli scienziati hanno preso in considerazione, nei loro modelli interpretativi, pianeti grandi quanto Giove, Saturno e Nettuno immaginandoli nella fascia di abitabilità di una stella somigliante al nostro Sole e dotandoli di lune con massa e diametro pari a quelli di Marte. Più grandi- come dicevamo- non potrebbero mai formarsi; più piccole, non verrebbero mai scovate dagli attuali telescopi.
La ricerca ha appurato che i potenziali satelliti alieni sarebbero protetti dalle magnetosfere dei loro pianeti solo se si trovassero al di fuori della fascia di abitabilità. Quelli collocati nella posizione giusta per godere del clima ideale per la vita sarebbero invece del tutto indifesi rispetto alle radiazioni. Entrambe le condizioni, nello stesso tempo, non sono contemplate. E ciò riduce enormemente- dicono i ricercatori- le possibilità di trovare lune abitabili o abitate.
“Gli ambienti adatti alla vita potrebbero essere meno comuni, nell’universo, di quanto si pensasse finora”, ha affermato uno degli autori dello studio, Jorge Zuluaga, astronomo presso l’Università di Antioquia, in Colombia. A complicare la situazione, si aggiunge anche la forza gravitazionale.
“Le lune protette dalla magnetosfera dei loro pianeti giganti sarebbero sottoposte a maree violente ed intensa attività vulcanica. E più ridotta é la distanza, tanto più le temperature superficiali risulterebbero così elevate da far evaporare tutta l’acqua.” Diventerebbero – anche in presenza di uno scudo magnetico- del tutto inabitabili.
Ma l’intero modello interpretativo è basato sul nostro sistema solare: tutto cambierebbe prendendo in esame pianeti con diverse composizioni chimiche. Ad esempio, almeno metà della massa di Nettuno è formata da idrogeno. Se un suo gemello, da qualche altra parte della galassia, fosse invece formato da elementi pesanti, avrebbe più di una chance di riuscire a proteggere con la sua magnetosfera le sue lune.
SULLE LUNE ALIENE, POTREBBERO MANCARE LE CONDIZIONI PER LA VITA
“Finora abbiamo solo scalfito la punta di un iceberg: ci sono molti altri fattori da valutare e da studiare in profondità”, ammette Zuluaga. “Quello che ci serve è scoprire la prima luna aliena e calcolare per la prima volta il campo magnetico di un pianeta gigante extrasolare per dare un sostegno alle nostre ipotesi. Ed è questa l’essenza della scienza.”
SABRINA PIERAGOSTINI