Proprio come nei film. Presto, potremmo vivere l’esperienza- finora riservata agli eroi del cinema- di guidare un’auto volante. Entro due anni, infatti, il prototipo di vettura-aereo progettato e realizzato dalla Aeromobil, una società slovacca, verrà messo in vendita: potremo vederlo accelerare, superarci e poi prendere il volo.
La Flying Roaster ( o Spider Volante), un’auto sportiva a due posti che in pochi istanti si trasforma in un piccolo aereo, è stata presentata lo scorso autunno a Vienna con il nome “Aeromobil 3.0” come una meravigliosa curiosità. Ma ora si fa sul serio. “Crediamo che nel 2017 saremo in grado di lanciarla sul mercato”, ha annunciato il cofondatore e amministratore delegato della compagnia, Juraj Vaculik, qualche giorno fa durante l’SXSW Interactive Festival di Austin, in Texas.
Come spiega un articolo pubblicato da CBS News, uscirà in edizione limitata, come ogni fuoriserie che si rispetti, ed avrà come potenziali acquirenti gli amanti delle supercar e gli appassionati di volo. Sottinteso: milionari, visto che il prezzo- non ancora definito- dovrebbe aggirarsi sulle “centinaia di migliaia di dollari”. Sarà equipaggiata con un parziale autopilota e un paracadute che si aprirà automaticamente in caso di bisogno. “Nessuno dovrà lanciarsi”, ha assicurato Vaculik.
L’auto con le ali utilizzerà normale benzina ed avrà un’autonomia di volo di quasi 700 km. Come dire che sarà possibile- con un pieno- coprire comodamente la distanza tra Milano e Roma, evitando però tanto i rallentamenti in tangenziale e il traffico sul Grande Raccordo Anulare quanto le code al check-in e i ritardi al ritiro dei bagagli negli scali.
Ma permetterà anche di raggiungere rapidamente località non ancora servite da aeroporti o con una viabilità complicata. Secondo l’AD di Aeromobil, infatti, il prototipo è perfetto per i viaggi fino a 640 km, per i quali oggi i tempi di spostamento e di attesa superano- e spesso raddoppiano- la durata del volo, oppure per i percorsi accidentati, non asfaltati o disagevoli: passare dalla terra al cielo renderà tutto più facile.
Senza contare- ha prospettato Vaculik- la drastica diminuzione della congestione delle nostre città. Meno macchine sulle strade significherà meno caos. Ammesso, ovviamente, che le auto volanti si diffondano- e il suo promotore ne è convinto: la Aeromobil sta già progettando anche modelli più economici, di massa, addirittura con guida e pilotaggio del tutto automatici. Insomma, queste vetture del futuro prossimo venturo faranno tutto da sole o quasi.
Nel 2017, sicuramente saranno solo pochissimi fortunati a potersi togliere lo sfizio di comprare una Flying Roadster. E non solo per i costi proibitivi: per queste auto infatti si richiede, oltre alla regolare patente di guida, anche il brevetto di volo. Non sono un giocattolo, insomma, anche se nel video promozionale diffuso dalla compagnia slovacca lo sembrano, grazie alla linea accattivante e alla estrema manovrabilità.
La vettura sportiva apre la carrozzeria- come un transformer- e i due lati diventano ali: può decollare ed atterrare senza bisogno di piste aeree, basta un manto erboso lungo almeno 200 metri. “Non ci servono aeroporti”, ha detto orgoglioso l’AD. Non ha escluso che un giorno quelle strisce di decollo/atterraggio saranno predisposte accanto alle autostrade oppure realizzate vicino ai distributori di benzina, che potrebbero anche farsi pagare ad ogni utilizzo.
Ma a questo quadro idilliaco manca qualcosa: la normativa. Come controllare i voli delle Flying Roadster? Quali corridoi aerei riservare loro? Il timore è che la presenza di questi velivoli sui generis , in grado di raggiungere quota 3 mila metri, faccia aumentare il rischio di incidenti e collisioni nei nostri cieli. Senza una rigida regolamentazione che garantisca per prima cosa la sicurezza, queste vetture degne di James Bond non prenderanno mai il volo. Un problema che i vertici di Aeromobil hanno ben presente.
“Dobbiamo trovare un punto di incontro tra 100 anni di burocrazia dell’aria e 100 anni di burocrazia a terra, non è semplice”, ha ammesso Vaculik. Ma il progetto ha il sostegno dell’Unione Europea e la soluzione si troverà, assicura. Molto probabilmente, sarà necessario un codice ad hoc per questo mezzo di trasporto tanto innovativo. Riusciranno i vari Governi a trovare un accordo per emanare un regolamento entro i prossimi 2 anni?
SABRINA PIERAGOSTINI