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Ci sono fossili su Marte?

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Cosa ci fa una conchiglia sul suolo marziano? Ufficialmente, nulla, visto che sul Pianeta Rosso la vita- per quanto ne sappiamo finora- non c’è e non c’è mai stata. Eppure una foto scattata da Curiosity, il rover della NASA che da anni ormai sta esplorando Marte, ha acceso la fantasia della rete. Lo scatto in questione- Sol 1934 del 10 gennaio 2018- mostrerebbe infatti due oggetti molto simili ad una conchiglia.

GLI OGGETTI SIMILI A CONCHIGLIE SU MARTE

GLI OGGETTI SIMILI A CONCHIGLIE SU MARTE

A diffondere l’immagine con relativa spiegazione è stato Scott C. Waring, sul suo sito UFO Sightings Daily, non nuovo a notizie del genere. Ecco il suo post: “Oggi ho trovato la prova di un antico oceano… Mi sono accorto che c’erano due oggetti simili a conchiglie ad un metro dal rover. Uno è di un bianco acceso che spicca molto bene sullo sfondo sbiadito. L’altro è grigio e di dimensioni simili al primo. Entrambi hanno un’estremità a punta e una arrotolata, inoltre hanno anche un’apertura di lato che serve come apertura per il mollusco all’interno. Questa non è la prima volta che si trova una conchiglia su Marte, anzi forse è la quindicesima volta. Va’ su Google e cerca ‘conchiglie su Marte’. Ne sarai stupito.”

Secondo uno studio dell’ESA, in effetti- miliardi di anni fa– Marte era ricoperto da un vasto oceano, più grande del nostro Mare del Nord. Di quella enorme distesa d’acqua rimangono ora tracce nel sottosuolo marziano, ricco di ghiaccio: riserva un giorno utilizzabile se e quando colonizzeremo il Pianeta Rosso. Ma in quegli oceani esisteva la vita in forme complesse? C’era una fauna marina? Qualcosa, insomma, paragonabile ad un mollusco dotato di guscio? Per gli scienziati è praticamente impossibile: non ce n’è stato il tempo. Già 3 miliardi di anni fa, dicono, Marte doveva essere molto simile ad oggi-arido e desolato.

Un’affermazione che non convince gli appassionati di vita aliena, che anzi trovano sulla superficie marziana continue prove e tracce di un passato “terrestre”: sculture, piramidi, edifici,ossa e fossili, quando addirittura non vedono- nelle immagini trasmesse sulla Terra da Curiosity- animali e figure umane. Pura fantasia, semplice illusione ottica- assicurano dalla NASA: è tipico del cervello umano riconoscere forme note in oggetti informi o in strutture caotiche esattamente come avviene quando osserviamo le nuvole in cielo- la cosiddetta “pareidolia”.

UN DETTAGLIO DELLA FOTO SCATTATA DAL ROVER CURIOSITY

UN DETTAGLIO DELLA FOTO SCATTATA DAL ROVER CURIOSITY

Raggiunto da Newsweek, il portavoce della NASA Guy Webster ha proprio usato questo argomento per ribattere alle affermazioni di Scott C. Waring. “A voi non sembrano semplici pietre? A me sì. Può essere divertente riconoscere volti, statue, conchiglie e altre forme nelle rocce che sono state scolpite dall’erosione. Le centinaia di migliaia di foto scattate dai rover americani e rese disponibili al pubblico danno un sacco di possibilità alla gente che ha voglia di farlo.” Dunque, solo un passatempo da internauti, senza alcun fondamento scientifico.

Ad avere però quanto meno il dubbio che, in passato, su Marte la vita sia esistita e che oggi se ne possano trovare le testimonianze fossili c’è anche un numero crescente di seri ricercatori. Come Nora Noffke, geobiologa presso la Old Dominion University in Virginia: dopo aver attentamente studiato le immagini delle strutture sedimentarie presenti in quello che una volta era il Lago Gillespie ha trovato sorprendenti somiglianze con quelle prodotte sulla Terra dai microbi fossilizzati. Manca la dimostrazione definitiva- l’analisi diretta di una di queste rocce marziane- ma la Noffke ha affermato: “Questa è la mia ipotesi e queste sono le prove che ho, anche se penso proprio che siano molte.” Vita microbiotica- ma pur sempre vita.

Sono invece organismi molto più complessi quelli che ipotizza un altro studioso, ricercatore del Buckingham Centre for Astrobiology in Gran Bretagna, sulla base di un’altra recente fotografia di Curiosity. Barry Di Gregorio- questo il suo nome- ha notato dei segni su una pietra marziana: mostrano una notevole somiglianza con le tracce fossili che ha studiato a lungo nelle rocce terrestri e risalenti al periodo Ordoviciano- il secondo dei sei periodi geologici in cui è suddivisa l’era paleozoica.

TRACCE FOSSILI O SEMPLICI CRISTALLI?

TRACCE FOSSILI O SEMPLICI CRISTALLI?

Sembrano bastoncini, spessi 1-2 millimetri e lunghi 5, troppo grandi per essere batteri: assomigliano a dei vermi preistorici. “Se non sono dei fossili, con quale altra spiegazione geologica se ne verrà fuori la NASA?”, si è chiesto Di Gregorio. La risposta è già arrivata: non avrebbero alcuna origine biologica, ma si tratterebbe di semplici formazioni di cristalli. Per stabilirlo con certezza, però,  servirebbero analisi che il rover marziano non può fare. Per ora, il dubbio resta.

SABRINA PIERAGOSTINI

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