Non la prova definitiva, ma un indizio molto importante. La caccia al Nono Pianeta fa un passo in avanti, dopo la scoperta effettuata da un team di astronomi: nella Fascia di Kuiper hanno trovato un piccolo planetoide, il più lontano mai trovato, distante circa 14 miliardi di chilometri dal Sole, tanto che impiega 1136 anni per compiere un’intera rivoluzione. Ma soprattutto, presenta un’orbita così strana che solo la presenza di un gigantesco corpo celeste può giustificarla.
Del misterioso inquilino del sistema solare si parla e si scrive da decenni. Prima denominato Planet X– quando i pianeti erano ancora considerati nove- e poi Planet Nine- dopo il declassamento di Plutone- questo mondo che nessun telescopio finora ha mai osservato è balzato in primo piano nel 2016, quando uno studio di due astronomi del Cal Tech (il California Institute of Technology), Michael Brown e Konstantin Batygin, ne ha proposto l’esistenza.
Analizzando le orbite molto peculiari di una famiglia di TNO ( gli oggetti trans nettuniani, ovvero asteroidi e planetoidi che si trovano oltre Nettuno) tutti nello stesso quadrante del cielo, hanno ipotizzato la presenza di un enorme pianeta con una massa dieci volte superiore a quella terrestre responsabile del loro moto anomalo. I calcoli prevedevano anche che, nel tempo, il Planet Nine con la sua forza gravitazionale avrebbe alterato sempre di più queste orbite, spingendole fino ad inclinazioni eccezionali. Proprio come accade con l’oggetto da poco scoperto.
Il pianeta nano 2014UZ224- ma il suo nome meno ufficiale è Dee Dee- è stato individuato grazie ai dati raccolti dal Dark Energy Survey, un progetto per verificare l’accelerazione dell’universo in espansione osservando una regione dello spazio ben al di sopra del piano dell’eclittica. Proprio lì- dove era assai improbabile trovare oggetti, visto che quasi tutti i corpi celesti orbitano sul piano del sistema solare- è apparso DeeDee, a 90 Unità Astronomiche (cioè, 90 volte la distanza Terra-Sole) e con un’inclinazione di 54 gradi. Una sorpresa che i ricercatori non si aspettavano, ma ampiamente prevista dalle simulazioni di Batygin e Brown.
“Non è la prova che il Planet Nine esiste, ma direi che la presenza di un oggetto come questo nel nostro sistema solare ne rafforza l’ipotesi”, ha dichiarato David Gerdes, astronomo presso l’Università del Michigan e co-autore dell’articolo postato su ArXiv. Come spiega la rivista online Quanta Magazine, Gerdes e i suoi colleghi hanno seguito per anni 2014UZ224 per cercare di capire le sue origini. Hanno riportato l’orologio avanti e indietro nel tempo per 4.5 miliardi di anni, ma nulla riusciva a spiegare l’inclinazione tanto evidente della sua orbita. Fino a quando non hanno inserito nel programma un pianeta in più.
“Nell’istante in cui si mette il Nono Pianeta nelle simulazioni, non solo si possono formare oggetti come questo, ma si formano effettivamente” ha detto Juliette Becker, anche lei autrice dell’articolo scientifico. Insomma, contemplare l’interazione con il Planet Nine sembra l’unica strada possibile per spiegare quell’orbita fortemente inclinata rispetto al piano dell’eclittica. “Non c’è un altro modo per mettere qualcosa in un’orbita del genere, a meno che non sia esattamente quello che abbiamo previsto noi con il Nono Pianeta”, afferma Brown, al quale fa eco Batygin: “Una buona teoria riproduce i dati, una grande teoria ne prevede di nuovi”.
Non tutti gli astronomi sono ancora convinti, però. Soprattutto perché, a differenza di quanto si crede, sappiamo ancora davvero molto poco del nostro sistema solare, a partire dalla sua nascita. Gli scienziati pensano infatti che il nostro Sole sia emerso da un ammasso di stelle e ciò significa che i pianeti, all’inizio della loro formazione, potrebbero aver subìto varie influenze gravitazionali che li hanno indirizzati su sentieri oggi per noi senza senso. Per tanto, il Nono Pianeta, per quanto affascinante, a molti ricercatori appare un’idea- buona, ma solo un’idea.
Eppure, se si guarda al cosmo attorno a noi, si scopre che pianeti con una massa tra le 2 e le 10 volte quella terrestre sono straordinariamente diffusi nella galassia. Ad eccezione del nostro sistema solare, che ne è privo. Una vera stranezza, sempre che invece non abbiano ragione i due ricercatori del Cal Tech. “L’ipotesi sarebbe quasi sicuramente corretta, se la posta in gioco non fosse così alta”, ammette Gregory Laughlin, astronomo alla Yale University. “Trovare un pianeta con 10 volte la massa della Terra nel nostro sistema solare sarebbe infatti una scoperta di rilevanza scientifica impareggiabile.”
SABRINA PIERAGOSTINI