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I segnali dallo spazio non vengono dagli Alieni. O forse sì…

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Breve, brevissimo, ma intenso. E decisamente misterioso. Il “lampo radio veloce”, in inglese fast radio burst (abbreviato in FRB),  è un enigma sul quale  gli astrofisici si interrogano dal 2007, da quando hanno individuato il primo proveniente dallo spazio profondo. Ma adesso il mistero è diventato ancora più fitto, dopo la registrazione di una serie di impulsi che mostrano uno schema ricorrente. Nessuno finora sa cosa li produca, ma tutti (o quasi) si stanno affrettando a negare una eventuale origine artificiale del fenomeno.

I LAMPO RADIO VELOCI SONO MOLTO INTENSI, MA DI BREVISSIMA DURATA

I LAMPO RADIO VELOCI SONO MOLTO INTENSI, MA DI BREVISSIMA DURATA

Gli FRB sono sporadiche onde radio ad altissima energia della durata di pochi millesimi di secondo che attraversano il cosmo. Gli ultimi in ordine di tempo- scoperti da un gruppo di ricercatori canadesi- hanno però rivelato un comportamento insolito: durante le osservazioni durate per più di un anno, le onde si sono manifestate ogni ora per quattro giorni consecutivi, per smettere per i successivi 12 giorni e poi ripresentarsi di nuovo con la stessa cadenza. Insomma, un ciclo regolare che si ripete ogni 16.35 giorni. Gli impulsi arrivano da una galassia distante 500 milioni di anni luce dalla Via Lattea.

La prova dell’esistenza di una civiltà dello spazio, lontanissima da noi,  come qualcuno ha azzardato sul web? Assolutamente no, tanto per gli autori dello studio quanto per gli esperti che si sono pronunciati sullo strano fenomeno, come quelli intervistati dal sito online Sciencealert.com.«Invocare gli Alieni è diventato un modo troppo sistematico, troppo facile e troppo sensazionalistico per attirare l’attenzione del pubblico», ha detto ad esempio Charley Lineweaver, scienziato planetario e astrobiologo dell’Australian National University. «Mi ricorda il modo in cui in passato si era soliti invocare gli dèi».

GLI ULTIMI FRB INDIVIDUATI ARRIVANO DA UNA REMOTA GALASSIA

GLI ULTIMI FRB INDIVIDUATI ARRIVANO DA UNA REMOTA GALASSIA

Non trova molto seguito neanche l’ipotesi che i lampi radio veloci possano essere in qualche modo legati ai sistemi di propulsione di astronavi ultratecnologiche o che oppure siano un messaggio lanciato nello spazio in un tentativo di comunicazione unilaterale. «A mio avviso, queste spiegazioni non sono escluse dalle prove disponibili, ma non sono nemmeno necessarie, nel senso che ci sono spiegazioni più plausibili che non contemplano l’intelligenza extraterrestre», sostiene infatti il fisico della Cornell University Paul Ginsparg, fondatore di arXiv, l’archivio scientifico online sul quale i ricercatori possono postare i propri articoli.

A rendere scettici sulla possibilità che gli FRB siano prodotti da civiltà aliene è anche la varietà nei punti di partenza dai quali provengono e le differenti distanze: alcuni arrivano da miliardi di anni luce, altri da qualche centinaio di milioni. «Come potrebbero degli Alieni sparsi nell’universo organizzarsi così bene da trasmettere lo stesso tipo di segnale? C’è stato troppo poco tempo dopo il Big Bang per coordinare un lavoro di squadra così diffuso, ammesso che un’idea del genere sia ipotizzabile!», ha obiettato l’astronomo senior del SETI Seth Shostak. Ma resta il fatto che finora ciò che conosciamo del cosmo non ci permette di capire l’origine di queste potentissime esplosioni di energia.

I FAST RADIO BURST SONO ESPLOSIONI DI ENERGIA DALL'ORIGINE ANCORA MISTERIOSA

I FAST RADIO BURST SONO ESPLOSIONI DI ENERGIA DALL’ORIGINE ANCORA MISTERIOSA

In questo “vuoto” di certezze, c’è spazio per ogni tipo di supposizione e anche per le idee più folli. Come quelle alle quali ci ha abituato uno degli scienziati più in vista del momento, Avi Loeb, a capo del Dipartimento di Fisica dell’Università di Harvard che- in controtendenza rispetto ai tanti esimi colleghi- ritiene aperta la possibilità che quei segnali possano arrivare da una civiltà extraterrestre. Pur consapevole che a generarli potrebbero essere delle giovani stelle a neutroni dette magnetar o un altro fenomeno astronomico ancora da scoprire, per lui l’ipotesi più estrema non può ancora essere scartata.

«Al momento non abbiamo la pistola fumante che indichi chiaramente la natura degli FRB, quindi tutte le possibilità vanno prese in considerazione, inclusa l’origine artificiale», ha scritto in una mail al sito Futurism.com. E una possibilità concreta, a suo avviso, è che le nostre strumentazioni rilevino gli effetti dei raggi di energia usati dalle civiltà aliene per spingere un carico attraverso lo spazio. È stato proprio Loeb, in uno studio del 2017, a valutare questa ipotesi e ha scoperto che servirebbe una quantità di energia spropositata: più dell’intera luce solare che colpisce la Terra.

IL PROFESSOR AVI LOEB

IL PROFESSOR AVI LOEB

«Ciò richiederebbe un enorme progetto d’ingegneria, molto più avanzato di quello che abbiamo a disposizione: la sfida è rappresentata dalla straordinaria potenza che il raggio radio deve trasportare», ha spiegato il docente. Loeb non è nuovo a proposte basate sulla scienza, ma dal sapore fantascientifico. Come quando ha dato la sua personale interpretazione di Oumuamua, l’oggetto interstellare entrato nel sistema solare verso la fine del 2018: una cometa per la maggior parte degli astrofisici, ma non per lui che ne ha spiegato le strane caratteristiche ipotizzando che potesse trattarsi di una sonda aliena in viaggio nel cosmo da tempo immemore.

«Una civiltà tecnologicamente avanzata ha una buona somiglianza con Dio», aveva dichiarato all’epoca il professore al quotidiano New Yorker, aggiungendo questa similitudine per spiegare meglio il suo punto di vista:«Supponi di avere un telefono cellulare e di mostrarlo a un uomo preistorico. Il cavernicolo direbbe che è una bella pietra, perché è abituato alle rocce. Bene, adesso immagina che questo oggetto- Oumuamua- sia l’IPhone e che noi siamo gli uomini delle caverne».

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