Da tempo, è un’osservata speciale. Europa, una delle 79 lune di Giove, è considerata dagli esperti tra le candidate più interessanti- all’interno del nostro sistema solare- sulle quali trovare la vita extraterrestre. Sotto la spessa crosta di ghiaccio che la avvolge dovrebbe estendersi una vasta distesa di acqua. Una nuova ricerca scientifica sembra ora confermare che il satellite gioviano ha avuto abbastanza calore per produrre un oceano sotterraneo e questa scoperta potrebbe essere utile anche per individuare il potenziale di altri mondi.
EUROPA, UNA DELLE 79 LUNE DI GIOVE
Lo studio è stato realizzato da un team guidato da Mohit Melwani Daswani, planetologo presso il Jet Propulsion Laboratory della NASA. La squadra di ricercatori ha rianalizzato i dati raccolti dalla missione Galileo– la sonda che dalla metà degli anni Novanta entrò nell’orbita del gigante gassoso per indagare sulla sua composizione e su quella delle sue lune e che per prima fece ipotizzare la presenza di acqua liquida sotto il guscio congelato di Europa. Una revisione delle informazioni raccolte da Galileo, già due anni fa, ha fornito la prova dell’esistenza di enormi getti di acqua e di vapore visibili sulla superficie del satellite.
Adesso, l’equipe di Daswani ha scoperto che il motivo per cui questa luna di Giove possiede un oceano nascosto potrebbe risiedere in un processo chiamato “differenziazione”, in grado di produrre una stratificazione. Anche la Terra e Marte, nella loro formazione, hanno sperimentato il medesimo fenomeno. L’annuncio è stato fatto a fine giugno durante l’annuale Conferenza Goldschmidt di Geochimica che quest’anno- per i noti motivi- si è svolta in forma virtuale, ossia online. Intervistato poi dal sito Space.com, l’esperto di pianeti ha spiegato che il vasto mare sotterraneo potrebbe essersi originato dalla rottura dei minerali contenenti acqua che si trovavano al suo interno: durante la differenziazione, la luna si sarebbe separata in molti strati distinti, come una immensa cipolla.
EUROPA È RICOPERTA DA UNO SPESSO GUSCIO DI GHIACCIO
«L’interno di Europa è molto più denso degli strati esterni e questo ci indica già una proprietà davvero importante della storia e della geologia di Europa: deve aver sperimentato un forte calore perché si sia verificato quel processo di differenziazione», ha detto Daswani. E il fatto che in passato il satellite abbia registrato altissime temperature fa aumentare le probabilità che conservi ancora il calore necessario per mantenere liquido un oceano. A generare questa energia, potrebbe essere il decadimento radioattivo del suo nucleo oppure la dissipazione delle maree, causata dalle interazioni gravitazionali con Giove e con le grandi lune vicine, o forse anche entrambi i fenomeni insieme.
Ma in ogni caso, secondo il ricercatore della NASA, la presenza di acqua- e anche molto abbondante– sotto la sua superficie rende Europa particolarmente interessante agli occhi degli astrobiologi, perché possiede una caratteristica ritenuta essenziale per sostenere la vita come la conosciamo noi. Insomma, ha un elemento-chiave per essere considerata un mondo abitabile. Pur non esistendo una connessione diretta tra differenziazione e abitabilità, tuttavia questo processo di scomposizione dei minerali attraverso il calore per produrre mari e oceani non sarebbe un fatto isolato, anzi: potrebbe essere un metodo diffuso.
PIÙ PICCOLO, IL SATELLITE GHIACCIATO DI SATURNO, ENCELADO
Così, osservando i processi che hanno portato i minerali a rilasciare acqua su Europa, gli scienziati riuscirebbero capire se altri esopianeti possano ospitare al loro interno ampie quantità di acqua, in questo e in altri sistemi solari. «I grandi mondi che sperimentano questo calore all’interno possono avere un meccanismo per creare gli oceani», ha detto Daswani. Fa eccezione un’altra luna molto promettente per la vita, ovvero Encelado, in orbita attorno a Saturno: più piccolo di Europa e con una densità molto inferiore, questo satellite non può aver avuto il calore necessario per la differenziazione. In questo caso, il suo oceano sommerso deve essere stato generato da un processo diverso.
NEL 2025, LA NASA VUOLE INVIARE LA SONDA CLIPPER SU EUROPA
Ovviamente, la sola acqua non basta a fare di un pianeta o di una luna un luogo abitato. «La vita è chimica, si alimenta della chimica, che è interamente incentrata sul flusso di elettroni», aggiunge Steve Mojzsis, un geologo dell’Università del Colorado. Lo scambio di elettroni produce energia ed è questo il tipo di energia che viene utilizzata per il metabolismo. Europa ne possiede a sufficienza per alimentare eventuali creature che nuotano nel suo oceano misterioso? Mohit Melwani Daswani si ripromette di verificarlo in futuro. E spera che le prossime missioni della NASA- a partire da Clipper, lancio previsto nel 2025– possano aiutarci a capire se davvero quella piccola luna ghiacciata nasconde qualche sorpresa.