L’emergenza sanitaria, i rapporti con la Cina, le tensioni con Iran e Corea del Nord, gli attacchi hacker, le minacce portate dal terrorismo internazionale e da quello interno: sono tanti e complicati i temi con i quali il 46esimo Presidente degli Stati Uniti si dovrà confrontare e sui quali, in qualità di comandante in capo, dovrà prendere decisioni forse epocali. Ma fra le questioni spinose con le quali Joe Biden deve fare i conti, ci sono anche gli Oggetti Volanti Non Indentificati, o meglio- come ormai preferiscono dire i funzionari governativi- gli UAP. E guai se il nuovo inquilino della Casa Bianca tratterà l’argomento con imbarazzo o con sufficienza, perché i tempi sono cambiati.
IL 46ESIMO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, JOE BIDEN
A rivolgergli un pressante appello affinchè non solo tenga in debita considerazione la tematica a lungo bistrattata, ma anche perché agisca per permettere una volta per tutte di far chiarezza, sono due giornalisti con un articolo pubblicato dal blog TheDebrief.org. Tom Rogan, britannico naturalizzato americano, attualmente è commentatore di politica estera del Washington Examiner, ma ha lavorato anche per il Washington Post, The Independent, The Telegraph e The Guardian: è esperto in particolare di Medioriente, Cina e Russia. L’altro autore è Tim McMillan, ex tenente di polizia, giornalista investigativo e direttore esecutivo del sito: la sua competenza spazia dalla difesa all’Intelligence. Insomma, due reporter di razza e sicuramente non due fan degli UFO. Eppure, spiegano in questo testo scritto a quattro mani, si sono resi conto- entrambi dopo un percorso personale- della serietà e dell’importanza della questione UAP.
Il motivo è presto detto: dichiarazioni ufficiali o confidenze riservate provenienti da politici di entrambi gli schieramenti, alti ufficiali dell’esercito e agenti dei servizi segreti hanno puntato l’attenzione su “qualcosa” o “qualcuno” che sembra in possesso di una tecnologia che supera la nostra comprensione e con intenzioni che ancora ci sfuggono. Le convinzioni espresse a tal proposito fanno trasparire la gravità della situazione: alcuni di questi fenomeni sconosciuti sono in realtà mezzi controllati in modo intelligente, in grado di fare istantanee accelerazioni ipersoniche e manovre repentine senza mostrare apparenti fonti di propulsione. Non solo: hanno anche la facoltà di muoversi indifferentemente in acqua, in aria e al di fuori dell’atmosfera (il cosiddetto “transmedium”). Ancora: possono- a piacimento- rendersi invisibili ai radar e alle altre strumentazioni e talora possiedono informazioni che non dovrebbero avere anticipando le reazioni dei piloti con i quali hanno a che fare.
COSA SI NASCONDE DIETRO AL MISTERO DEGLI UFO?
Se non bastasse questo elenco impressionante, c’è un’altra attitudine degli UFO/UAP che crea preoccupazioni, ovvero il loro interesse per il nucleare e la loro facilità nell’individuare gli armamenti atomici, oggi come 60 anni fa. Inoltre, il problema è assolutamente globale: quello che sperimentano da decenni gli Stati Uniti, accade in tutti i Paesi che hanno raggiunto lo stesso livello tecnologico, come la Russia o più di recente la Cina. Insomma, c’è qualcosa- dicono Rogan e McMillan- che trascende i confini geografici, culturali e politici e che costituisce una sfida alle nostre convinzioni, dimostrando «un impegno costante nel rompere i paradigmi attuali e comportarsi in modi che sembrano del tutto alieni all’umana comprensione». Ciò nonostante, la scienza e il mondo dell’informazione hanno sempre considerato questi oggetti una fantasia creata dai complottisti e hanno sempre evitato con cura di occuparsene seriamente, vittime di quello che i due reporter definiscono “il Tabù degli UFO”.
«Ammettiamo che su questo argomento per la maggior parte i giornalisti e gli scienziati sono profondamente scettici (e in molti casi profondamente ignoranti). Ma vale la pena sottolineare che abbiamo trovato un grande numero di professionisti molto stimati che in segreto nutrono grande interesse per la materia». In segreto, per evitare il ridicolo e il discredito che hanno sempre colpito chi anche solo ha osato parlarne in pubblico. Il tabù ha infatti stroncato molte brillanti carriere negli anni d’oro delle prime indagini governative. Anzi, secondo Rogan e McMillan, sono persino state smarrite prove fotografiche di alta qualità perché le precedenti generazioni hanno ampiamente sottovalutato il problema. Risultato: gli attuali funzionari governativi sono rimasti sconvolti quando hanno avuto dimostrazione della presenza di questi intrusi che erano stati indotti a ritenere possibili solo nel regno della fantascienza.
UN INTRUSO NEI CIELI AMERICANI, IMMORTALATO DAI JET DELLA US NAVY
I due autori non prendono posizione in merito all’origine o alla provenienza di questi velivoli ipertecnologici– se sono non identificati, non si può stabilire cosa siano. Né credono che esista una lobby di potere che detiene tutte le risposte. Pensano piuttosto che la gran massa di informazioni sia semplicemente andata dispersa perchè non compresa. Ma fin dall’inizio il quadro era piuttosto chiaro. Già nel 1947 il generale Twining in un suo famoso “memo” definiva i dischi volanti “qualcosa di reale e non un’allucinazione”. Le indagini dell’Air Force, nei primi anni Cinquanta del secolo scorso, avevano evidenziato degli schemi ben precisi in questi oggetti dalle capacità non convenzionali, interessati alle principali strutture militari americane. E persino il famigerato Rapporto Condon, che nel 1968 pose una pietra tombale sulle indagini governative, non ha mai affermato che l’intera questione UFO fosse una pagliacciata.
«Il rapporto diceva semplicemente: ”Un ulteriore studio approfondito sugli UFO probabilmente non può essere giustificato dall’aspettativa che la scienza progredisca grazie ad esso”. Gli autori spiegavano che le loro conclusioni erano basate sull’apparente mancanza di comprensione e di una metodologia scientifica sufficiente per studiare il fenomeno. Il Rapporto Condon non dice mai, nemmeno una volta, che gli UFO non esistono. Nel raccomandare che nessuna agenzia federale studiasse l’argomento, gli autori dicevano espressamente: ”Questa conclusione può non essere vera per sempre. Se, grazie al progresso della ricerca basato su nuove idee in questo campo, apparirà che valga la pena creare una simile agenzia, la decisione di farlo potrà essere presa in quel momento”»
IL RAPPORTO CONDON NON HA MAI DETTO CHE GLI UFO NON ESISTONO
Bè, quel momento sembra arrivato. Alla fine del 2017 sono diventati virali tre video, ripresi dalle telecamere agli infrarosso- il non plus ultra della tecnologia militare- di altrettanti jet della Marina militare statunitense nei quali compaiono oggetti in volo dalle caratteristiche sorprendenti. Dopo le ammissioni del portavoce della Us Navy e del Pentagono, nell’aprile 2020 il Dipartimento della Difesa ha dichiarato, con un comunicato ufficiale, che quei filmati sono autentici e raffigurano effettivamente fenomeni ancora non identificati. Nel giugno successivo, la Commissione Intelligence del Senato ha indirizzato al Direttore della National Intelligence l’inusitata richiesta di inviare entro sei mesi dall’approvazione del budget per il 2021 un rapporto non classificato su tutti i Fenomeni Aerei Non Identificati studiati e analizzati dalle varie agenzie governative e convogliati nella neonata Task Force sugli UAP (UAPTF) facente capo all’ufficio dell’Intelligence della Marina e creata proprio a questo scopo. Negli ultimi giorni del 2020, la firma di Donald Trump sulla Legge di Bilancio “omnibus” ha fatto scattare il conto alla rovescia.
L’allora presidente della Commissione, il senatore repubblicano Marco Rubio , l’attuale chairman, il democratico Mark Warner, e tutti i componenti anche dell’altro comitato interessato al rapporto, quello relativo alle Forze Armate, hanno manifestato una preoccupazione bipartisan al di là delle loro divisioni politiche riguardo una potenziale minaccia per la sicurezza nazionale che non può più essere sminuita o negata per timore del ridicolo. «Ci sono cose che volano sopra le nostre basi militari o durante le esercitazioni che noi non sappiamo cosa siano e che non è roba nostra. Ma mostrano tecnologie che noi non abbiamo a disposizione. Questo per me è un rischio per la sicurezza nazionale e dovremmo darci un’occhiata», ha detto Rubio in un’intervista a una Tv di Miami.
IL SENATORE MARCO RUBIO,
I due giornalisti che firmano quest’articolo fanno notare un dettaglio significativo: per tre volte, Rubio ha ribadito con parole diverse il concetto “non è roba nostra”, «il che è particolarmente significativo dal momento che il presidente di quella commissione è uno dei pochi deputati che per legge può essere informato sulla maggior parte dei più riservati programmi di sviluppo di armamenti.» Non solo, il senatore ha fatto anche capire di dubitare che quei velivoli appartengano a qualche nazione avversaria degli Stati Uniti con questa frase un po’ inquietante: «Sinceramente, direi che se è qualcosa che proviene dall’esterno del pianeta potrebbe essere persino meglio piuttosto di un salto tecnologico compiuto dai Cinesi, dai Russi o da qualcun altro.» Insomma, meglio velivoli alieni che velivoli nemici.
Per nulla disposto a scherzare sull’argomento, come mille volte è accaduto in passato, anche il suo successore Warner che già nel giugno 2019 ha partecipato ai briefing riservati sulla questione UAP intercorsi tra alcuni senatori e funzionari dell’Intelligence. Warren all’epoca ha detto alla stampa: «Penso che la gente stia prendendo più seriamente l’argomento, lo stanno facendo anche i militari, cosa che credo nella precedente generazione non succedeva.» Il nuovo capo della commissione Forze Armate, il senatore democratico Jack Reed, e l’ex presidente (ora esponente della minoranza), il repubblicano Jim Inhofe, a quanto sembra sono stati coinvolti nell’iniziativa dell’unità speciale sugli UAP. Anche fonti personali di McMillan e Rogan confermano che gli oggetti spesso avvistati e persino filmati dai piloti americani non hanno nulla a che fare con progetti segreti prodotti in laboratori statunitensi né tantomeno in Cina o in Russia.
ANCHE IL MONDO DELLA POLITICA SI INTERROGA SUGLI UAP
Lontano dai microfoni, dietro anonimato, vari funzionari governativi e agenti segreti lasciano intendere che il materiale non ancora divulgato che hanno potuto vedere è impressionante e molto convincente. Ci sarebbero dunque altri video e altre fotografie catturate dalle strumentazioni ultrasofisticate dei caccia militari ma anche dai cellulari personali dei piloti. Alcune immagini sarebbero state scattate a pochi metri da quei mezzi misteriosi. Ma forse ancora più importanti sono i dati raccolti da alcuni dei sistemi di sorveglianza più avanzati e segreti al mondo, provenienti da quello che in gergo è indicato MASINT (intelligence delle misure e dei segnali): parliamo di impulsi elettromagnetici, tracce acustiche, radiazioni involontarie, analisi spettroscopiche. Dati oggettivi e scientifici, non soggetti a valutazioni personali.
Insomma, chi sa è preoccupato. Chi sa, si è convinto che questi velivoli dalle straordinarie capacità tecnologiche che una volta chiamavamo UFO siano tutto eccetto una fantasia. Chi sa, è consapevole che al momento non hanno spiegazioni tranquillizzanti e convenzionali. Ergo, bisogna studiarli seriamente e pure in fretta. Ma questa posizione sembra poco condivisa ai piani alti del potere, a partire dai vertici del Pentagono. A quanto pare sono piuttosto restii anche a dar seguito alle direttive della Commissione senatoriale sull’Intelligence. Per prima cosa- ci informano Tom Rogan e Tim McMillan- la persona che era a capo della Task Force sugli UAP dal 4 gennaio 2021 è stata assegnata ad altro incarico e il suo posto è stato preso da un altro funzionario proveniente dall’Ufficio del Sottosegretario alla Difesa. Una decisione che i due giornalisti non vedono di buon occhio.
I VERTICI DEL PENTAGONO NON SAREBBERO PROPENSI A DISCUTERE DI UFO
Innanzi tutto perché sostengono che la neonata UAPTF non ha neppure iniziato a lavorare per mancanza di fondi e di questo passo sembra destinata a morire in culla. Secondo, perché proprio l’entourage del Sottosegretario alla Difesa sarebbe particolarmente succube del tabù degli UFO e maldisposto anche solo a discutere dell’argomento. Tutto dipenderà dall’approccio di colei che ora guida la Direzione della National Intelligence- Avril Haines- e dalle figure collocate nei punti-chiave del Dipartimento alla Difesa. In fin dei conti, però, dipenderà tutto da Joe Biden che da comandante in capo degli Stati Uniti sceglie i suoi collaboratori a ogni livello- seguendo la pratica dello spoils system– e indirizza l’intera politica. Da qui, l’accorata esortazione che i due reporter indirizzano al nuovo presidente, affinchè -letteralmente-mandi al diavolo tutti i pregiudizi e i tabù che da troppo tempo circondano la questione UFO e la affronti in modo risoluto e risolutivo.
Forse un po’ troppo ottimisticamente sono convinti che Biden possa segnare un punto di svolta, non fosse altro per rispettare il volere degli Americani. Recenti sondaggi dimostrano che un cittadino su 3 crede che alcuni UFO siano astronavi aliene e addirittura il 68% ritiene che il Governo sappia molto più di quanto non ammetta. Vale a dire, a conti fatti, 223 milioni di cittadini– molti di più dei 142 che hanno fatto diventare presidente Joe Biden. «In una repubblica basata sulla democrazia rappresentativa, nella quale il potere supremo è detenuto dal popolo sovrano e dai suoi rappresentanti eletti, viene da domandarsi: perché esattamente esiste un tabù sugli UFO?», è la loro domanda retorica.
BIDEN SARÀ PIÙ APERTO SULLA QUESTIONE UFO RISPETTO A OBAMA?
Ma il nuovo inquilino della Casa Bianca, che si è definito durante il discorso di insediamento “il presidente di tutti gli Americani”, potrà o vorrà davvero – lui, un uomo dell’establishment che ha trascorso 49 dei suoi 77 anni ricoprendo cariche istituzionali- rompere con il passato in modo così rivoluzionario? Le aspettative riposte sul presidente democratico del quale per due mandati Biden è stato il vice sono tutte naufragate: Obama non ha mai promosso alcuna apertura sull’argomento. Al contrario Trump, un personaggio se vogliamo talora naïf, spesso sopra le righe, ma proprio per questo più diretto e senza filtri, non ha mai evitato con battute o giri di parole le domande sugli UFO (a differenza di suoi più apprezzati predecessori) e ha anzi lasciato intendere l’intenzione (rimasta purtroppo tale) di fare qualche rivelazione interessante. Adesso tocca a Joe Biden: cosa accadrà?