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Dovremmo incominciare a considerare più seriamente nel suo complesso la questione UFO? Una domanda che sempre più persone si pongono. Lo stanno facendo i ricercatori scientifici– non tutti ovviamente, ma i nomi di coloro che si stanno esponendo su questo argomento una volta assolutamente off-limits sono così autorevoli da meritare titoli sui giornali. Lo stanno facendo i politici, soprattutto negli Stati Uniti, dopo l’ormai celebre rapporto dell’Intelligence consegnato al Congresso. E finalmente, lo stanno facendo anche i Media, tuttavia non senza strascichi di scetticismo e con un approccio molto, molto cauto, specie quando l’argomento cade sugli incontri ravvicinati del IV tipo, i presunti rapimenti alieni.

È ARRIVATO IL MOMENTO DI STUDIARE SERIAMENTE ANCHE GLI INCONTRI RAVVICINATI?

È ARRIVATO IL MOMENTO DI STUDIARE SERIAMENTE ANCHE GLI INCONTRI RAVVICINATI?

Come dimostra un articolo pubblicato di recente online dal quotidiano britannico The Guardian, perfetto esempio di equilibrismo tra quello che si vorrebbe poter dire e quello che è meglio evitare- così come il politically correct, anche in tema Alieni&Dischi Volanti, impone. Insomma, un colpo al cerchio e uno alla botte: ampio spazio alle spiegazioni consuete- che vogliono sempre giustificare avvistamenti ed esperienze ufologiche in termini mondani, riducendo tutto a fraintendimenti, manie di protagonismo e sogni lucidi- ma anche voce a testimoni attendibili, protagonisti di vicende assurde che a distanza di decenni restano fermi nelle loro posizioni e che respingono in toto queste banalizzazioni. Proprio non ci stanno a passare per visionari in cerca dei loro 15 minuti di celebrità.

IL REPORTO CONSEGNATO AL CONGRESSO NEL GIUGNO 2021 HA APERTO UNA NUOVA FASE

IL REPORT CONSEGNATO AL CONGRESSO NEL GIUGNO 2021 HA APERTO UNA NUOVA FASE

Sullo sfondo, dicevamo, il report del giugno 2021: deludente nelle sue conclusioni, ma che in ogni caso costituisce un documento di valore storico. Nelle nove pagine non classificate rese pubbliche, l’Ufficio del Direttore della National Intelligence (che coordina i servizi segreti delle varie agenzie governative) ha ammesso di non aver trovato alcuna spiegazione convincente per 143 avvistamenti su 144 segnalati da personale militare negli ultimi 17 anni. Oggetti volanti o fenomeni aerei non identificati (UFO o UAP, insomma) che le verifiche approfondite degli analisti americani non hanno saputo individuare e classificare in modo certo. Ben lungi, ovviamente, dall’ammettere la possibilità che alcuni di questi misteriosi velivoli siano di provenienza extraterrestre, i relatori del rapporto non lo hanno però nemmeno escluso e ciò basta- specie per chi vuole mantenere la mente aperta- per contemplare l’ipotesi più estrema.

A ritenere che a volare nei nostri cieli, fin troppo spesso, siano oggetti di altri mondi è ad esempio Matthew Roberts, ex crittologo pluridecorato della Naval Intelligence che lavorava a bordo della portaerei Roosevelt nel 2015, quando i jet della Marina ripresero i due famigerati video chiamati “Gimbal” e “Go Fast“: le immagini  mostrano velivoli dalle prestazioni eccezionali in movimento al largo della Florida. Gli scettici ad oltranza, nonostante il Pentagono abbia ammesso che si trattava a tutti gli effetti di UAP ad oggi inesplicabili, hanno continuato ad asserire che la spiegazione più probabile era da attribuire a problemi tecnici della telecamera montata sui caccia o a riflessi prodotti da normali aerei in lontananza. Roberts, interpellato da The Guardian, non ci crede affatto.

DUE FOTOGRAMMI DAL VIDEO "GIMBAL"

DUE FOTOGRAMMI DAL VIDEO “GIMBAL”

«Questi oggetti sono stati rilevati da più sensori, spesso prodotti da società diverse: pensare che tutti abbiano avuto il medesimo problema tecnico nello stesso istante sarebbe semplicemente impossibile, non succede proprio», ha detto. D’altra parte lo ha ammesso anche il report consegnato al Congresso nel passo in cui si legge: «Per la maggior parte gli UAP segnalati probabilmente rappresentano oggetti fisici dato che sono stati registrati su più sensori, inclusi radar, strumentazioni di ricerca agli infrarossi ed elettro-ottici e osservazione visiva”. Dunque, non riflessi o bug del sistema, ma realtà oggettive. E in merito all’ipotesi, relativa alle immagini sconcertanti del video “Gimbal” (interpretato da Michael West- uno dei più attivi debunker del web- come la semplice immagine deformata di un normalissimo aereo molto lontano), Roberts è esplicito: per lui è solo una sciocchezza.

L'ALTRO OGGETTO VOLANTE RIPRESO DAI PILOTI DELLA US NAVY NEL 2015

L’ALTRO OGGETTO VOLANTE RIPRESO DAI PILOTI DELLA US NAVY NEL 2015

Tutti gli aerei, nazionali e internazionali, devono comunicare via radio chi sono. Se non lo fanno, è una situazione molto insolita. E dopo l’11 settembre, la procedura per identificare ciò che vola dove non dovrebbe volare è molto rapida e coinvolge i più alti gradi. «Si arriva al capitano, si arriva fino all’ammiraglio e tutti vogliono sapere cosa sia  perché il pensiero di tutti è: si tratta di un volo commerciale? È stato dirottato? Noi non siamo incompetenti come Michael West vorrebbe farvi credere. Se qualcosa è non identificato, deve assolutamente essere identificato subito». Senza contare che i due avvistamenti del 2015 sono avvenuti nel corso di esercitazioni militari, in corridoi di volo assolutamente interdetti e super controllati, nei quali nessun aereo di linea avrebbe mai potuto entrare nemmeno per sbaglio.

Forse è allora giunto il momento di riesaminare casi clamorosi del passato, archiviati dagli esperti come prodotti della fantasia di chi li ha raccontati, e di studiarli alla luce delle nuove evidenze. Se anche l’ex presidente Obama, che sugli UFO aveva sempre scherzato buttando il discorso sul ridere, si è sentito in dovere di dire alla CBS che in effetti esistono prove filmate di oggetti volanti sconosciuti di cui non si riesce a spiegare movimenti e traiettorie e sui quali si sta investigando in modo serio, allora significa che l’argomento è finalmente uscito dalla categoria “curiosità” ed è diventato una materia di indagine al pari delle altre. Anzi, anche più importante, per le potenziali implicazioni che la presenza di velivoli sconosciuti comporta per la sicurezza nazionale. Ma quando si parla di vicende che comprendono un contatto diretto con questi UFO-come nelle abduction, ovvero i rapimenti alieni– la credibilità dei testimoni, anche se sono militari o appartenenti alle forze dell’ordine, crolla miseramente.

I RACCONTI DI ABDUCTION NON SONO MAI CONSIDERATI VERITIERI

I RACCONTI DI ABDUCTION VENGONO SEMPRE CONSIDERATI CON MOLTO SCETTICISMO

Emblematica la storia di Terry Lovelace, risalente al 1977 quando era un giovane aviere dell’USAF, vicenda da lui tenuta segreta fino al 2012. Era in campeggio insieme a un commilitone di nome Toby nel parco di Devil’s Den in Arkansas: mentre erano seduti davanti al falò, all’improvviso tutto attorno a loro scese un silenzio irreale. Poi all’orizzonte apparvero tre luci molto intense: quando furono sopra di loro, i due amici si accorsero che erano emanate dai vertici di un oggetto triangolare nero e gigantesco. Un laser blu li illuminò e iniziò a scansionarli. Quando la luce si spense, Terry sprofondò nel sonno. Al suo risveglio, vide una decina di piccole creature vicino alla loro tenda, proprio al di sotto dell’oggetto volante che se ne stava sospeso sulle loro teste. «Ma che ci fanno questi bambini nel cuore della notte?», chiese a Toby che gli rispose: «Ma non sono bambini, non ricordi che ci hanno preso e ci hanno fatto del male?» In quell’istante, come in un flash, Lovelace ricordò frammenti dell’esperienza vissuta all’interno dell’UFO che riuscì in seguito a ricomporre grazie all’ipnosi regressiva.

L'OGGETTO VISTO DA TERRY LOVELACE E DAL SUO COLLEGA

L’OGGETTO VISTO DA TERRY LOVELACE E DAL SUO COLLEGA NEL 1977

Destabilizzante anche quello che vide, nel novembre 1980, un agente di polizia inglese in servizio nello Yorkshire. Mentre stava cercando alcune mucche scomparse, Alan Godfrey si imbatté in un enorme oggetto a forma di diamante sospeso a  un metro e mezzo da terra che ruotava attorno al proprio asse. Il poliziotto fece in tempo a disegnare uno schizzo dello strano intruso prima di venire accecato da una luce fortissima. Quando si riprese, si ritrovò seduto sulla sua auto di pattuglia. L’UFO era sparito, ma aveva lasciato tracce del suo passaggio: «Uscito dalla macchina, guardai sulla strada e vidi come un vortice». Il movimento rotatorio dell’oggetto sconosciuto aveva sollevato e disposto a spirale le foglie morte, i ramoscelli e altri detriti del bosco autunnale. Godfrey venne sia interrogato dal Ministero della Difesa sia intervistato da ricercatori e giornalisti. Anche lui, sotto ipnosi, recuperò la memoria del suo rapimento alieno. Ovviamente, l’agente non solo non venne creduto, ma venne pure messo alla gogna mediatica e ridicolizzato.

ALAN GODFREY DISEGNA L'UFO CHE HA VISTO NELLO YORKSHIRE

UN GIOVANE ALAN GODFREY DISEGNA L’UFO CHE HA VISTO NELLO YORKSHIRE

Di norma, tutte le esperienze di abduction vengono spiegate come sogni lucidi, ovvero quelli in cui -pur trovandosi nella fase onirica- il sognatore mantiene il controllo di quanto immagina e può anche modificarlo a proprio piacimento, mentre la sensazione del presunto rapito di venire immobilizzato dagli Alieni dipende dalle paralisi notturne. Ma Godfrey era sveglio. Per lui gli esperti avanzano allora un’altra spiegazione: forse stava provando una privazione da sonno perché lavorava da troppe ore consecutive e la stanchezza gli ha provocato le allucinazioni… Un’ipotesi piuttosto stravagante, secondo il noto ricercatore inglese Nick Pope:«Di solito le allucinazioni sono il risultato di problemi mentali o di sostanze psicotrope, mentre quell’uomo era in servizio e a detta di tutti era una persona sana di mente. Domandiamoci: quante volte ci sentiamo stanchi alla fine di una lunga giornata di lavoro? Tutti lo abbiamo sperimentato, ma non abbiamo mai inventato storie assurde di astronavi e rapimenti alieni», obietta.

NICK POPE, SCRITTORE E RICERCATORE ESPERTO DI UFO

NICK POPE, SCRITTORE E RICERCATORE ESPERTO DI UFO

Con questi testimoni, dice Pope, ci vogliono attenzione e rispetto. «Non sto dicendo che credo sulla parola che fossero astronavi aliene, ma in fondo queste persone che finora non sono state credute e  sono state prese in giro dovrebbero essere ascoltate. E a quanti sostengono che sono solo in cerca di notorietà, direi: quale fama? Quale successo? Chi ha mai sentito parlare di Alan Godfrey o di Terry Lovelace al di fuori della cerchia ufologica?». Non solo, la poca celebrità che si sono attirati rivelando i loro incontri ravvicinati ha creato più problemi che altro. Dopo quella notte, Terry e il suo amico sono stati separati dall’Air Force e assegnati a nuovi incarichi. L’ultima volta che ha visto Toby, psicologicamente a pezzi, Lovelace lo ha rassicurato:«Sì, è successo davvero, non sei impazzito». Ma da allora, anche l’ex aviere- oggi un vice procuratore generale in pensione-ha avuto la vita stravolta. «Da quarant’anni ho gli incubi. Ho ancora la fobia degli spazi aperti e dormo con la luce accesa e una pistola accanto al letto», racconta. Ma ora le ammissioni del Pentagono e le parole di Obama lo confortano e vorrebbe urlare a tutti: io l’avevo detto!

IL LIBRO SCRITTO SULLOA SUA ESPERIENZA DA TERRY LOVELACE

IL LIBRO SCRITTO SULLOA SUA ESPERIENZA DA TERRY LOVELACE

Diversa la reazione dell’ex agente Godfrey, oggi 73enne e anche lui pensionato. Qualsiasi riconoscimento, qualsiasi ammissione sono ormai troppo tardivi: nelle sue parole c’è grande amarezza per l’incredulità e le derisioni di cui è stato vittima dopo l’episodio del 1980, ma nello stesso tempo ribadisce di non aver mai avuto dubbi su quello che ha visto allora nelle campagne di Todmorden. «Mi hanno detto di tutto, che ero caduto in trance mentre guidavo e altre scemenze del genere. No, era tutto vero. Quella cosa ha lasciato tracce sulla strada e i miei fanali si riflettevano sopra di essa. È stato un vero incidente, non ho bisogno che il Pentagono mi dica che ci sono oggetti del genere là fuori. So che quello che osservai quella notte era reale, dadi e bulloni. Se gli avessi lanciato addosso un mattone, avrei sentito il rumore dell’impatto. Ma ciò non cambia quello che mi è accaduto e come sono stato trattato».

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