Un corpo mostrato come un trofeo. Un corpo senza vita, insanguinato, di una creatura stranissima, uccisa- secondo le fonti locali difficilmente verificabili- in un villaggio della Namibia. Apparentemente umana, ma con caratteristiche a dir poco anomale come le orecchie a punta, le dita a tenaglia e delle escrescenze tipo tentacoli che spuntano sul cranio. Cos’è?
L'INCREDIBILE CREATURA UCCISA IN NAMIBIA: REALTÀ O FINZIONE?
In base al racconto di presunti testimoni oculari, il piccolo essere mostruoso sarebbe stato ferito a colpi di fucile da un gruppo di cacciatori che stavano andando a fare una battuta. Lo hanno sorpreso, insieme ad altri tre suoi simili– fuggiti nella foresta- mentre era in cerca di cibo. Il cadavere è stato ritrovato poco dopo, nel fitto della boscaglia. Ora, a quanto pare, è nelle mani della polizia che intende compiere un’autopsia, per capire di cosa si tratti.
Uno sfortunato essere umano nato con gravi malformazioni oppure- come vogliono le voci in Namibia- un alieno o magari un folletto oppure solo uno scherzo, niente più che una bufala: questa foto, postata da qualche giorno su internet, sta scatenando le fantasie più sfrenate. Come sempre succede, quando compaiono immagini di questo tipo: di dubbia origine, ma di straordinario appeal. È il gusto dell’orrido…
Mostri, animali da incubo, un bestiario che la zoologia non contempla, ma che secoli di leggende alimentano e che ora il web- dove tutto l’impossibile appare reale- avvalora. Big Foot docet. In rete spuntano in continuazione nuovi filmati che dovrebbero dimostrare una volta per tutte l’esistenza di questo scimmione dimenticato lungo la linea evolutiva, un nostro cugino alla lontana che popola i racconti di diverse culture lontane nello spazio e nel tempo, con una sorprendente varietà di nomi ma una costante di descrizioni anatomiche. Nonostante gli sforzi dei cineamatori, questi filmati più o meno originali però non bastano: ci vogliono ben altre prove prima di poter dire che lo Yeti o lo Sasquatch ci sono davvero.
LA TRADIZIONE RAPPRESENTA IN QUESTO MODO IL CHUPACABRAS
Nessuna certezza neppure sul chupacabras, terrore degli allevatori tra il Texas e il Messico. La tradizione lo descrive come un animale dotato di ali ed artigli taglienti, ma soprattutto di denti affilati con i quali, come un vampiro, succhia il sangue delle sue prede. Qua e là, lungo il confine tra i due Stati, qualcuno ha abbattuto strani canidi senza pelo e dagli arti allungati, ma finora l’esame del Dna sulla carcasse analizzate non ha scoperto genomi alieni o comunque sconosciuti. E anche l’esemplare che un video mostra stanato in un bosco messicano da una muta di cani e poi abbattuto dal cacciatore sembra soltanto il risultato di un abile lavoro di montaggio in digitale: insomma, effetti speciali ad uso casalingo.
Eppure non mancano i ritrovamenti che fanno scalpore e destano allarme. Giusto questa estate, a New York, anche la tv si è occupata di una scoperta sconcertante: un essere ripugnante, dalla morfologia assolutamente insolita, spiaggiato a Long Island. Una creatura orribile e molto, molto simile a quella subito soprannominata “il mostro di Montauk”, trovata nel 2010 sull’arenile di questa località, distante solo 120 chilometri dalla Grande Mela. A quanto risulta, nessun esperto è ancora riuscito ad identificarne l’origine.
Forse si tratta davvero di un tipo di animale ignoto, materia di studio della criptozoologia. Anche se suona strano, l’eventualità non è affatto remota, visto che ogni anno sono centinaia le nuove specie che vengono scoperte dagli scienziati. Invisibili fino al giorno in cui non si sono mostrate tra le fronde intricate di una giungla o negli abissi inesplorati di un oceano. Sono infatti i mari a custodire meglio i loro segreti e a rivelarli solo saltuariamente.
IL COSIDDETTO 'MOSTRO DI MONTAUK' TROVATO NEL 2010
Ecco allora che le telecamere in profondità riprendono organismi mai visti prima, lattiginosi o trasparenti, informi o mastodontici, dai movimenti sinuosi o innaturali, la cui classificazione biologica non è sempre semplice. O magari sono gli internauti stessi a postare le immagini di strani animali marini trovati sulla sabbia da un capo all’altro del mondo- misteriosi residui preistorici o perfette beffe virtuali, decidete voi. In rete tutto è possibile.
SABRINA PIERAGOSTINI