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“Le super-Terre inadatte alla vita”

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Le dimensioni contano, almeno nello spazio. Le super-Terre, ovvero quei pianeti extrasolari rocciosi come il nostro, ma con una massa maggiore (fino a 10 volte), potrebbero essere inadatte allo sviluppo di organismi viventi. La forza di gravità renderebbe la loro atmosfera assai densa: in condizioni del genere, la pressione sulla superficie sarebbe enorme e così la vita (almeno, come noi la conosciamo) risulterebbe pressochè impossibile.

UN PIANETA ROCCIOSO CON UNA MASSA FINO A 10 VOLTE QUELLA TERRESTRE: È UNA SUPER-TERRA

Lo studio, pubblicato dalla prestigiosa rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, è stato condotto dal team di Helmut Lammer, dell’ Istituto di Ricerca Spaziale dell’Accademia delle Scienze dell’Austria. In sostanza, la loro analisi evidenzia che la posizione giusta- nella cosiddetta Fascia di Abitabilità, dove la temperatura permette all’acqua di mantenersi allo stato liquido- è una condizione necessaria, ma non sufficiente: se il mondo alieno è troppo grande, non ci sono speranze di trovarlo abitato.

Secondo le teorie comunemente accettate, le stelle si formano a partire da un disco protoplanetario di idrogeno, elio ed elementi pesanti. Parte dei gas contenuti in questo disco condensano in granelli di polvere  che si aggregano, un po’ per volta, accrescendosi sempre di più, fino a creare un nucleo roccioso che può diventare un pianeta. Una percentuale di gas dà vita all’atmosfera, a patto che non venga risucchiata dalla forza gravitazionale della stella ospite.

Ciò accade quando il pianeta è troppo piccolo: non riesce a conservare l’idrogeno e gli altri componenti gassosi della sua atmosfera. Al contrario, un pianeta con una grande massa ha una forza di gravità molto intensa. Fin troppo. Ciò rende lo strato di idrogeno che lo circonda così spesso da schiacciare, con il suo peso, ogni forma vivente.

Partendo da questo presupposto, Lammer e i suoi colleghi hanno pensato che i mondi abitabili devono rientrare in una gamma di dimensioni ideali. Grazie ad un modello elaborato al computer, hanno ipotizzato una serie di pianeti con masse diverse, nella fascia di Abitabilità di una stella simile al nostro Sole, e hanno osservato il comportamento delle loro atmosfere.

DUE SUPER-TERRE, KEPLER-62e E KEPLER-62f

Hanno così scoperto che quelli con la medesima densità della Terra, ma con circa la metà della sua massa, riescono a catturare e a conservare pochi gas. Al contrario, le super-Terre trattengono moltissimo idrogeno. Così, nonostante la loro struttura rocciosa, finiscono con l’assomigliare ai pianeti gassosi. Vivere là sopra appare dunque molto complicato.

Sulla base di questo studio, ad esempio, due super-Terre come Kepler-62e e Kepler-62f,  in orbita nella zona più temperata attorno al loro sole,  non dovrebbero possedere comunque un ambiente confortevole. “I nostri risultati suggeriscono che potrebbero aver catturato da 100 a 1000 volte la quantità di idrogeno che è  nei nostri oceani. Pur avendone persa una certa percentuale nel corso del tempo, tuttavia la pressione superficiale sarebbe così terribile da impedire l’esistenza di forme di vita.”

Quale sarebbe dunque la misura perfetta? Secondo gli astronomi austriaci, servirebbe una massa compresa tra 0,50 e 1,50 di quella terrestre e una densità quanto più simile alla nostra. In questo modo, l’atmosfera non sarebbe troppo opprimente, ma nello stesso tempo conterrebbe una quantità di idrogeno sufficiente a fare da scudo ai raggi ultravioletti della stella ospite, dannosi per gli organismi viventi.

Insomma, i requisiti richiesti per favorire la nascita, la crescita e il mantenimento della vita sono più vincolanti di quanto forse non si pensava. “Non basta trovare un pianeta alla giusta distanza dal suo sole per essere certi che sia abitabile” conferma Simon O’Toole, astronomo dell’Osservatorio australiano.

IL CACCIATORE DI PIANETI KEPLER

Nei giorni scorsi, la Nasa ha annunciato che Kepler- il telescopio orbitante- ha scoperto altri 715 esopianeti, in orbita attorno a 305 stelle. Buona notizia. La cattiva è che quasi tutti- ovvero, il 95 per cento– sono più piccoli di Nettuno ( che ha pur sempre 17 volte la massa terrestre). Dunque, stando alle conclusioni del team di Lammer, non dovremmo illuderci di trovare, lassù, qualche interessante sorpresa, indipendentemente dalla loro conformazione o posizione.

“Ma la gente non deve scoraggiarsi– dice O’Toole- perchè Kepler finora ha dimostrato che ogni stella ha almeno un pianeta e che almeno 1 su 5 è più o meno della dimensione del nostro. Quindi, se ci sono 200 miliardi di stelle nella Via Lattea, esistono pur sempre 40 miliardi di pianeti simili alla Terra. Saranno sicuramente di meno quelli che si trovano nella Fascia di Abitabilità, ma restano comunque miliardi.” Insomma, non perdiamo la speranza: tutto è ancora possibile.

SABRINA PIERAGOSTINI

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