Il mantello dell’invisibilità indossato da Harry Potter è un po’ più vicino. Vari laboratori, in tutto il mondo, stanno compiendo esperimenti con metodi e materiali differenti per realizzare scientificamente una magia: sottrarre alla vista un oggetto. Due ricercatori dell’Università di Rochester, negli Stati Uniti, hanno appena ottenuto un risultato incoraggiante. Ancora più degno di nota, se si considera che sono riusciti a far sparire le cose in un modo semplice e facilmente riproducibile..
La scoperta di John Howell, professore di fisica, e di Joseph Choi, dottorando in Ottica, utilizza infatti un sistema multidirezionale e perfettamente parassiale formato da quattro semplici lenti. “Ci sono stati numerosi approcci high-tech per ottenere l’invisibilità e l’idea di base dietro a questi tentativi consiste nel prendere la luce e farla passare attorno ad un oggetto come se non ci fosse, spesso ricorrendo a tecnologie avanzate o a materiali innovativi”, ha spiegato a Phys.Org il professor Howell. Nulla a che vedere con il loro progetto.
I due studiosi hanno infatti sviluppato una combinazione di quattro lenti standard grazie alle quali l’oggetto rimane nascosto agli occhi di un osservatore anche se questi si muove e modifica di alcuni gradi ( fino a 15 ) la propria visuale, spostandosi di lato. Nessuno, finora, aveva raggiunto questo risultato. “È il primo dispositivo- per quello che ne sappiamo- ad offrire ininterrottamente un occultamento tridimensionale e multidirezionale. Inoltre, funziona nello spettro del visibile”, ha aggiunto Choi.
Infatti, molti dei sistemi sviluppati fino ad oggi vanno bene fin tanto che si guarda l’oggetto frontalmente, ma non appena il punto di osservazione cambia, anche di poco, il “mantello” perde i suoi poteri e ciò che era stato temporaneamente nascosto ai nostri sensi torna perfettamente visibile. Oppure, il trucco viene svelato dal fatto che lo sfondo slitta in modo sensibile, rendendo evidente la presenza di un apparato di occultamento.
Per mascherare l’oggetto senza alterare lo sfondo, i due ricercatori hanno studiato quale tipo di lente fosse necessario, quante ce ne volessero e a quale distanza dovessero essere posizionate. Per testare il loro dispositivo, hanno posizionato un oggetto davanti ad uno sfondo coperto da un reticolato– una sorta di grande foglio quadrettato.
Guardando attraverso le quattro lenti e muovendosi da un lato all’altro, anche modificando l’angolazione, si sono resi conto che una parte dell’oggetto scompare mentre la griglia mantiene inalterate le sue caratteristiche: le linee parallele e perpendicolari non mostrano distorsioni. Insomma, una reale- per quanto apparente…- invisibilità e una meravigliosa illusione ottica.
Il “mantello” ideato all’Università di Rochester può essere usato anche su larga scala: basta aumentare la misura delle lenti. Potrebbe così nascondere oggetti piuttosto grandi. A differenza poi degli altri sistemi finora sperimentati, non funziona solo a particolari frequenze, ma come dicevamo nell’intero spettro visibile della luce. Dunque, semplicità ed efficacia. Ma non perfezione. “Il nostro metodo piega la luce e la indirizza al centro del dispositivo, quindi la regione in asse non può essere bloccata o occultata”, ammette Choi. Un problema che i due studiosi stanno cercando di risolvere.
La loro ricerca è stata accettata dalla rivista scientifica Optics Express ed è disponibile sul sito arXiv.org. Ovviamente, dietro a questa scoperta a prima vista banale, ci sono complicati calcoli matematici che nell’ articolo vengono affrontati e spiegati. I due studiosi hanno usato la tecnica chiamata “matrice ABCD” , utilizzata nella progettazione di alcuni sistemi ottici. Hanno anche realizzato un video per mostrare come la loro idea funziona nella pratica.
Insomma, c’è ancora tanta strada da fare prima di poter indossare il mantello che ci permetterà di passare inosservati tra la folla (come riesce a fare il maghetto ideato da Joanne K. Rowling), però la ricerca ha fatto sicuramente un altro passo avanti in direzione dell’ invisibilità, un altro concetto passato in poco tempo dai libri di fantasia alla realtà.
Intanto, il professor Howell sta valutando le potenziali applicazioni della sua scoperta, incluso l’uso del sistema di occultamento in medicina. Un chirurgo in sala operatoria, grazie al sistema di lenti, sarebbe in grado di vedere- attraverso le sue stesse mani- l’organo sottostante sul quale sta intervenendo . Oppure, in base allo stesso principio, un giorno gli automobilisti potrebbero vedere attraverso quelli che ora sono i punti ciechi dei veicoli . Senza contare poi gli incredibili show di magia che gli illusionisti più bravi saprebbero realizzare…
SABRINA PIERAGOSTINI