La misteriosa musica di Apollo 10
22 Febbraio 2016
USA, gli Alieni entrano in campagna elettorale
7 Marzo 2016

“Su Marte in pochi giorni, grazie ai fotoni”

29 Febbraio 2016

Marte, andata e ritorno in una settimana. Impossibile, almeno oggi. Ma nei progetti nella NASA, un giorno, potrebbe essere una realtà. C’è infatti un ricercatore dell’ente spaziale americano convinto che sia possibile utilizzare un rivoluzionario sistema di propulsione grazie al quale i viaggi spaziali diventerebbero quasi una gita fuori porta.

UNA IPOTETICA ASTRONAVE "A VELA", SPINTA DAI FOTONI

UNA IPOTETICA ASTRONAVE “A VELA”, SPINTA DAI FOTONI

Il suo nome è Philip Lubin. Lo scienziato ritiene che le future astronavi con le quali esploreremo il cosmo potranno sfruttare i fotoni per muoversi a velocità incredibili– addirittura il 30% della velocità della luce. E così, il Pianeta Rosso sarebbe raggiungibile in pochi giorni,  non più di tre o quattro, mentre ora- nella migliore delle ipotesi e con i motori di ultimissima generazione- ci vorrebbero comunque almeno 5 mesi.

 In un video, Lubin ha presentato il  progetto di “propulsione fotonica”.  Non è una novità, ma finora è stato considerato più teoria estrema che altro. Questo sistema, almeno sulla carta, si serve delle particelle di luce per far muovere i velivoli nello spazio. I fotoni- pur privi di massa- possiedono infatti energia e una quantità di moto ( il “momentum”) che si possono trasformare in spinta.  Costruendo un’enorme vela che riflette la luce, secondo il ricercatore, si potrebbe effettivamente utilizzare i fotoni per far accelerare un’ astronave usando laser a luce pulsante posizionati sulla Terra.

“Così, una sonda robotica pesante 100 chilogrammi potrebbe arrivare su Marte in 3 giorni”, ha spiegato. Un mezzo con equipaggio umano, decisamente più ingombrante, avrebbe invece bisogno di un mese per compiere lo stesso tragitto- un quinto del tempo preventivato ora. Senza contare che la navicella- sgravata da gran parte del propellente chimico- risulterebbe molto più leggera ed economica. Un’ipotesi fantascientifica? Per Lubin, no.

I FOTONI SONO LE PARTICELLE CHE COSTITUISCONO LE ONDE ELETTROMAGNETICHE

I FOTONI SONO LE PARTICELLE CHE COSTITUISCONO LE ONDE ELETTROMAGNETICHE

“Non c’è nessun motivo per cui non potremmo farlo”, ha spiegato in un video di NASA 360 nel quale ha esposto le sue idee. Attenzione però:  il sistema di propulsione fotonica è ideale senza equipaggio umano, non solo per ridurre il peso e quindi aumentare la velocità, ma anche perché le macchine sono più adatte ad esplorare lo spazio profondo- non hanno bisogno di ossigeno, acqua, cibo… E poi non invecchiano, non si ammalano e non hanno problemi neanche se spinte a velocità tanto elevate. Spedire le Intelligenze Artificiali al di là del sistema solare avrebbe parecchi lati positivi, insomma.

Con loro a bordo di un’astronave che procede ad un terzo della velocità della luce avremmo molte speranze di arrivare, in tempi relativamente brevi, su pianeti alieni potenzialmente abitabili. Anche se poi ricevere dai robot esploratori un messaggio da luoghi tanto remoti della galassia non sarebbe affatto facile. Un’ altra questione tecnica da affrontare e superare.  “Le implicazioni di questo viaggio nello spazio profondo sarebbero enormi per l’Umanità: è giunta l’ora di dare il via a questo percorso lontano da casa”, ha detto Lubin.

L’ipotesi di utilizzare i fotoni come mezzo di propulsione però non è l’unica idea sorprendente. Si moltiplicano infatti i progetti scientifici per rendere sempre più rapida l’esplorazione spaziale- considerata indispensabile per la sopravvivenza del genere umano in un futuro neanche troppo lontano. Ad esempio, Ryan Weed, parlando alla manifestazione WIRED 2015, ha proposto la creazione di un “razzo ad antimateria” che potrebbe fare un giro completo della Terra in pochi secondi e raggiungere Marte in poche settimane.

IL SISTEMA STELLARE ALPHA CENTAURI È IL PIÙ VICINO AL SOLE

IL SISTEMA STELLARE  DI ALPHA CENTAURI È IL PIÙ VICINO AL SOLE

Potenziale obiettivo, anche Alpha Centauri, nel sistema stellare a noi più vicino, a circa 4.3 anni luce, dove potrebbero trovarsi due pianeti simili al nostro. Una distanza, adesso, assolutamente inavvicinabile per l’attuale tecnologia: ci vorrebbero 30 mila anni per arrivare lassù. Ma con quel motore basato sull’antimateria, secondo Weed potremmo viaggiare alla folle velocità di 72 milioni di miglia all’ora- circa 115 milioni di km. Incredibile? Sì. Impossibile? Un giorno, forse no.

SABRINA PIERAGOSTINI

NASA 360

CATEGORIA: 

TAGS: 

ARTICOLI CORRELATI