Dopo il clamore, il silenzio. Nella chiesa ortodossa dei Santi Nicola e Ambrogio al Lazzaretto, nel cuore di Milano, non c’è più la ressa di qualche anno fa, quando la gente accorreva per ammirare il quadro prodigioso della Madonna che piangeva. La notizia, trapelata prima con il passa parola e poi pubblicata dai giornali, aveva sollevato tante domande e tante curiosità. Inevitabilmente, però, con il trascorrere dei mesi, l’eco sollevata dal fenomeno apparentemente inspiegabile si è via via affievolita. Eppure la devozione non è mai finita. E a quanto pare, neppure gli eventi miracolosi.
L’immagine in questione è un’icona dipinta su legno risalente agli anni ’40 del secolo scorso, raffigurante Maria con in braccio il Bambino Gesù. Nell’aprile del 2010, dal suo volto all’improvviso sarebbero sgorgate delle lacrime. Testimoni di quel prodigio, alcuni fedeli della Chiesa Ortodossa eritrea, raccolti in preghiera nella piccola cappella adiacente alla chiesetta sorta dove un tempo si trovava il Lazzaretto- luogo di confinamento e di morte per gli appestati dal XV secolo in poi.
Il fenomeno, poi, si sarebbe ripetuto altre volte, almeno due, nel giro di poche settimane. In una occasione, un ragazzo ha ripreso l’istante in cui una lacrima ha iniziato a scivolare sul volto della Vergine, scaturendo dall’occhio destro, tra lo stupore dei presenti. Il video, fino ad oggi inedito, è stato mostrato per la prima volta in un servizio trasmesso da Studio Aperto, il tg di Italia 1. Si sente la voce sorpresa dell’arcivescovo ortodosso della comunità, Monsignor Avondios, dire: “Ma abbiamo appena fatto le analisi…”. Il suo interlocutore che sta riprendendo con un cellulare chiede maggiori informazioni: “Sono lacrime umane?” e il sacerdote risponde: “Sono organiche, olio e acqua nello stesso momento.”
Il primo a voler capire cosa fosse davvero successo, è stato proprio il religioso, di origine romena. “Sono state fatte immagini termografiche sull’icona in quel periodo che hanno dimostrato che esiste qualcosa di sovrannaturale nel volto di Maria: si riscaldava”, mi ha spiegato. A svolgere queste indagini è stato Livio Brizzolara. Le foto rivelano che l’area della tavola lignea in cui si trova il viso dipinto della Madonna appare stranamente più calda rispetto al resto dell’immagine. Ma anche le presunte lacrime sono state sottoposte ad analisi chimiche.
Il CICAP- il Comitato italiano per il Controllo sulle Affermazioni delle Pseudoscienze- ha prelevato un piccolo campione di quel liquido. Lo ha fatto davanti alle telecamere della trasmissione Mistero che poi ha trasmesso il servizio- con relativo responso- nel settembre 2011. Come anticipato, a rigare il volto della Madonna sono state delle gocce di olio vegetale misto ad acqua. Nessuna traccia invece di DNA umano. Impossibile, anche per CICAP, stabilire come si siano formate quelle gocce o da dove provengano. L’idea di un inganno o di un intervento umano non è stato escluso- visto che l’icona all’epoca non era protetta da una lastra di vetro com’è adesso e in teoria tutti potevano avvicinarsi ad essa- ma non si può neppure dimostrare. Insomma, nulla di certo.
Durante le presunte lacrimazioni, però, si è verificato un altro fenomeno insolito, conferma Monsignor Avondios. “È una cosa che mi hanno chiesto tanti giornalisti. In quel periodo attorno al Lazzaretto c’era un profumo di rose. Era il 18 aprile e le rose non c’erano … Ma quel profumo, fuori, per strada, era intenso. E tutti si domandavano come mai. Ecco, questo è il segno di un’apparizione, di qualcosa che non possiamo spiegare naturalmente e fisicamente. Quando si sente qualcosa all’odorato, qualcosa che è nei muri, nell’aria e non si può spiegare, allora si chiama miracolo.”
Come dicevamo, all’epoca del clamore mediatico, molte persone- sia fedeli che semplici curiosi- sono accorse per vedere l’icona. E ancora oggi, anche se con numeri più contenuti, le visite proseguono. C’è però molta misura, molta moderazione nelle parole dell’arcivescovo. Quasi con pudore conferma: ”È una devozione silenziosa, la nostra chiesa è rimasta sempre nella sua dimensione di riservatezza e di semplicità. Io credo che Dio non abbia bisogno di estasi, di dimostrazioni o di pubblicità. Dio si deve rivelare. E Dio, Gesù, la Madonna si rivelano nel silenzio, nell’ascolto. Ecco cosa fanno le persone che ancora vengono qui, in questo luogo molto suggestivo.”
Vengono ancora e non solo gli ortodossi. Tanti cattolici pregano, inginocchiati davanti a quell’immagine che ha un valore universale per tutti i cristiani: rappresenta la Madre di Gesù. Una mamma amorevole alla quale chiedere aiuto. E a giudicare dagli ex-voto (molti cuori d’argento, ma anche alcuni fiocchi usati per annunciare la nascita di un figlio) che ora pendono accanto al dipinto, simboli di grazie ricevute, molte richieste a quanto pare sono state esaudite.
È ancora il Monsignore a farmi una confidenza: “Posso dire che qualche mese fa una ragazza non cristiana, buddista, di nome Nisha, dello Sri Lanka, che non poteva avere figli perché aveva 4 fibromi, ha partorito un bambino. L’ho battezzato io, si chiama Mariano.” Con un sorriso che esprime vera gioia, aggiunge: “Ecco, il più grande miracolo è la vita…”
SABRINA PIERAGOSTINI