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Cinquant’anni fa, la sbarco sulla Luna. Per la prima volta, un essere umano lasciava l’impronta del suo piede su un corpo celeste diverso dalla Terra- davvero “un piccolo passo per l’uomo, ma un grande balzo per l’Umanità”. Il 20 luglio 1969, davanti agli occhi del mondo intero incollato alla tv, si è scritta una pagina di storia. La prima di un libro ancora tutto da scrivere – quello dell’esplorazione spaziale- dove non mancano luci e ombre.

L'ORMA DEL PRIMO PIEDE UMANO SULLA LUNA

L’ORMA DEL PRIMO PIEDE UMANO SULLA LUNA

Se ogni epoca ha i suoi miti e i suoi eroi, nell’epopea della corsa allo spazio Apollo 11 e il suo equipaggio hanno un posto di primo piano. Hanno realizzato un sogno, quello del presidente John Fitzgerald Kennedy,  annunciato al Congresso il 25 maggio 1961: «Porteremo un astronauta americano sulla Luna entro il decennio». L’imperativo era battere sul tempo l’URSS. L’obiettivo fu centrato allo scadere degli anni ’60, ma lui, il giovane presidente, non c’era più. A compiere l’impresa, Neil Armstrong l’impenetrabile, Edwin “Buzz” Aldrin l’irruente e Michael “Mike” Collins l’italiano- è nato a Trastevere e la targa sulla casa natale lo ricorda ancora.

Tre uomini che più diversi non si può, mai amici,  ma tra loro sempre “cortesi estranei”. Armstrong era fatto per volare. Primo brevetto a 16 anni: imparò prima a pilotare che a guidare l’auto. Ufficiale della US Navy, collaudatore di velivoli, ingegnere, venne scelto come comandante dell’Apollo 11 e destinato ad essere il primo a toccare il suolo lunare. Quando lo seppe, Buzz Aldrin- estroverso ma anche iracondo dottore in astronautica al MIT- non la prese bene. E si arrabbiò ancora di più quando, al ritorno degli eroi nazionali, il francobollo celebrativo raffigurò solo Neil. Il terzo del gruppo, Collins,  l’unico a non essere sceso dal modulo, rimase sempre in orbita e da lassù vide la faccia oscura della Luna in totale isolamento e in silenzio radio con la Terra.

L'EQUIPAGGIO DELL'APOLLO 11

L’EQUIPAGGIO DELL’APOLLO 11

«Avevo piena fiducia in quello che mi circondava. Ero felice di essere dov’ero e di vedere realizzata questa complicata missione. Ma il periodo in cui sono rimasto da solo mi è piaciuto, è stato molto gradevole. Avevo il caffè, anche la musica se volevo. Il buon vecchio modulo di comando Columbia aveva ogni comodità di cui avessi bisogno, era molto grande e non mi sentivo affatto terribilmente solo. Non ero un lupo solitario», ha detto in un’intervista rilasciata alla Reuters il 16 luglio 2019, in occasione delle celebrazioni del Cinquantenario. Oggi ha quasi 88 anni.

Tanti gli aneddoti e le curiosità emerse, nel corso degli anni, sull’Apollo 11. Ad esempio, contemplando la possibilità di un fallimento– e di non fare ritorno a casa- i tre astronauti avevano incaricato un amico di tenere da parte i loro autografi: se fossero morti, li avrebbe venduti e donato il ricavato alle famiglie. Oppure, i problemi imprevisti presentati dalle tute: durante la passeggiata sul suolo lunare, si riempirono di polvere e quando Armstrong e Aldrin entrarono nel modulo lunare, a contatto con l’ossigeno si produsse un odore pungente e sgradevole.

IL FRANCOBOLLO CELEBRATIVO DELL'IMPRESA

IL FRANCOBOLLO CELEBRATIVO DELL’IMPRESA

Ma ad aver intrigato di più sono le storie relative ad incontri particolari avvenuti durante il viaggio Terra-Luna e poi persino nel Mare della Tranquillità. Incontri con oggetti non identificati, UFO per essere chiari. Ad alimentare le voci, addirittura una dichiarazione- in seguito in parte smentita- di Buzz Aldrin che raccontò di aver notato delle strane luci sulla scia dell’Apollo 11 in uscita dall’atmosfera terrestre. La pubblicò La Stampa nel 1994, per il 25esimo anniversario dello sbarco sulla Luna.

«Un UFO era con noi. Poco dopo aver lasciato il campo gravitazionale della Terra, tutti e tre, Neil Armstrong, Mike Collins e io,  vedemmo apparire sull’oblò un oggetto luminoso che ci seguiva  a distanza. Ne informammo subito Houston. Pensammo che fosse l’ultimo stadio del Saturn V, il missile che ci aveva lanciato nello spazio, ma i conti non tornavano. Non poteva neppure essere la sonda robot lanciata dai Sovietici per batterci-almeno simbolicamente- nella corsa alla Luna, perché era più avanti di noi. Cos’era? Non lo so, non lo scoprimmo mai. L’oggetto ci accompagnò per molte ore e poi scomparve.»

BUZZ ALDRIN OGGI

BUZZ ALDRIN OGGI

Dichiarazioni sconcertanti successivamente ridimensionate. Rispondendo ad alcune domande nel 2014, Aldrin ha infatti detto: «C’erano varie spiegazioni, oltre che fosse un’altra astronave di un altro Paese o di un altro mondo. Poteva essere il razzo da cui ci eravamo separati oppure i 4 pannelli che si allontanavano quando abbiamo estratto il lander dal razzo ed eravamo naso a naso. Mi sono assolutamente convinto che stavamo vedendo il riflesso del Sole su uno di questi pannelli. Quale, non lo so. Dunque, tecnicamente, era un oggetto volante non identificato.»

Ancora più sorprendente la versione che vorrebbe la presenza di UFO attorno al cratere scelto per l’allunaggio. A diffonderla è stato Steven Greer, fondatore del Disclosure Project da decenni impegnato nella ricerca della verità sulla questione aliena. Dopo la morte di Armstrong, avvenuta nel 2012, il dottor Greer ha parlato con i familiari degli astronauti  che gli avrebbero confidato una storia incredibile: «Già prima la comunità militare, l’Intelligence e un piccolo gruppo di operatori NASA sapevano che avremmo potuto incontrare qualcosa di molto insolito lassù. Per essere pronti a ogni evenienza, fu programmato dalla NASA un ritardo delle trasmissioni dal modulo lunare e filmati alternativi erano stati girati già in precedenza per essere mostrati in caso accadesse qualcosa di imprevisto.

NEIL ARMSTRONG SULLA LUNA

NEIL ARMSTRONG SULLA LUNA

E infatti accadde. Ho parlato con gli amici intimi e con i familiari stretti sia di Neil Armstrong che di Buzz Aldrin i quali- separatamente- mi hanno raccontato che in effetti i due videro molti grandi UFO intorno al cratere nel quale atterrò il modulo lunare. Ho parlato di questo evento anche con alcuni ufficiali militari, i quali ebbero modo di visionare il filmato girato dagli astronauti, che però non è mai stato reso pubblico (…) Neil Armstrong dopo l’allunaggio divenne quasi un recluso: parlava raramente dello storico evento. I suoi amici e la sua famiglia mi dissero che era un uomo di una tale integrità che preferiva non ritrovarsi a mentire in pubblico su un simile fatto epocale.»

Filmati scomparsi di cui parlava anche un famosa “gola profonda” del mondo dell’Ufologia, il sergente maggiore dell’esercito americano Robert “Bob” Dean, morto  nel 2018. Durante il servizio svolto presso il Quartier Generale Supremo della NATO in Europa (detto SHAPE), sosteneva di aver avuto accesso a documenti altamente classificati. Durante uno dei suoi tanti interventi ad una conferenza, aveva accusato il suo governo e la NASA di aver cancellato 40 bobine di pellicola del Programma Apollo: «Il volo fino alla Luna, il volo attorno alla Luna, l’atterraggio sulla Luna, la passeggiata su e giù di quei  ragazzi…Stiamo parlando di sviariate migliaia di fotogrammi che le cosiddette autorità hanno deciso che non avessimo il diritto di vedere. Oh, erano “dirompenti”, “socialmente e politicamente inaccettabili”…»

COSA HANNO VISTO DAVVERO GLI ASTRONAUTI DELL'APOLLO 11?

COSA HANNO VISTO DAVVERO GLI ASTRONAUTI DELL’APOLLO 11?

Chissà cosa contenevano, realmente, quei nastri. Ma il fatto che siano scomparsi è vero. Effettivamente, la NASA ha cancellato i filmati dello storico allunaggio del 1969. Le registrazioni ufficiali, in alta definizione, ricevute delle antenne di Goldstone, in  California, Honeysuckle Creek e Parkes (Australia) non ci sono più. Restano solo le copie, ovvero le immagini riprese tramite kinescope dalla sorgente “originale” e dai dati telemetrici, poi ritrasmesse in tutto in mondo. Le bobine (15, a quanto pare) sarebbero state riutilizzate per nuove registrazioni- insomma, riciclate e sovrascritte. Forse non sarà stato un complotto, ma un errore colossale, sì: la testimonianza originale di un evento storico è andata  persa per sempre.

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