Un volto per Maria. È una delle mummie tridattili di Nazca che da anni sono al centro di contestazioni e polemiche: molti le considerano una delle più grandi truffe dell’archeologia, ma i ricercatori che le stanno studiando le considerano invece talmente straordinarie da poter rivoluzionare l’intera storia dell’umanità. Entro breve, grazie all’opera di un’artista specializzata nella ricostruzione in 3D dei visi degli antichi partendo dai loro teschi, potremo vedere che aspetto avesse la più alta di quelle strane creature, vissuta e morta circa 1800 anni fa.
UN PRIMO PIANO DELLA MUMMIA TRIDATTILE CHIAMATA MARIA
A renderlo noto sui social è stato Thierry Jamin, l’esploratore francese che vive da tempo in Perù ed è a capo dell’Istituto Inkari-Cusco impegnato in varie ricerche archeologiche. Jamin è coinvolto nella spinosa vicenda insieme al giornalista messicano Jaime Maussan, allo scienziato russo Konstantin Korotkov e al gruppo Gaia.com all’interno del cosiddetto ”Alien Project”. «La mummia Maria avrà un volto visibile! La nota artista nordamericana Marcia K. Moore, diplomata alla Iowa State University, farà una ricostruzione del suo viso. Con la sua abilità e le sue strumentazioni, la Moore ha aiutato gli investigatori di tutto il mondo nella ricostruzione forense, dando agli antichi un volto per aiutare a comprendere le anomalie fisiche. Attraverso questo lavoro, la Moore sta ricostruendo il passato, per guidarci a una maggiore comprensione della storia perduta del Nord America e del nostro pianeta», ha scritto Jamin.
Maria non è una mummia in senso stretto: possiede infatti tutti gli organi interni e non è stata sottoposta a un processo di imbalsamazione volontario, ma si è conservata in condizioni quasi perfette grazie al clima secco del deserto peruviano e alla presenza di una sostanze minerale, costituita da minuscoli fossili marini- per la precisione, diatomee- dall’effetto antibatterico che le ha disidratato il corpo. Ma a rendere sorprendente questo reperto sono la sua anatomia e le sue caratteristiche genetiche, sottoposte dal 2017 a oggi a decine di esami e di analisi i cui risultati- però- sono stati respinti in toto dalla comunità scientifica.
LA TAC SUL CORPO DI MARIA
Già l’aspetto di Maria lascia senza parole: ha il cranio allungato, grandi orbite oculari, un naso minuscolo senza narici, niente padiglioni auricolari. La cassa toracica è formata da poche costole semicircolari. Ma a stupire di più, sono le mani e i piedi, con appena tre dita lunghissime. Il corpo appare in posizione fetale, con le ginocchia rannicchiate al petto e strette tra le braccia. Secondo i calcoli dei ricercatori, l’essere sarebbe stato alto 1 metro e 68 centimetri. I raggi X, la TAC e altri esami hanno appurato la presenza di cervello, cuore, fegato, pancreas- come una persona qualsiasi. Ma evidentemente, Maria non era una persona qualsiasi. Anzi, a voler dar credito ai test effettuati da Korotkov e da altri laboratori internazionali interpellati nel corso dei mesi, geneticamente quella creatura avrebbe poco a vedere con noi.
UN DETTAGLIO DELLA MANO CON TRE DITA LUNGHISSIME
Il fisico moscovita sostiene che i frammenti di DNA prelevati dalla mummia rinvenuta in una tomba mai identificata nella zona di Nazca appartengono a un umanoide, con 23 cromosomi, ma con un patrimonio genetico per il 70% non corrispondente a nessuna creatura della Terra, prova della sua origine aliena. Invece gli esami commissionati da un ufologo britannico, Steve Mera, dimostrerebbero la presenza di un 1,5 % di DNA sconosciuto e di una enorme mutazione genetica che non corrisponde ad alcuna patologia nota: quindi, secondo lui, Maria apparterrebbe a una nuova specie umana. Chi pensa che il corpo sia stato manomesso da falsari- antichi o contemporanei- per fargli assumere lo strano aspetto attuale respinge entrambe le ipotesi.
UNA RICOSTRUZIONE IN 3 D DI MARCIA MOORE SU UN CRANIO ALLUNGATO DI PARACAS
In ogni caso, da qualche mese il reperto si trova presso l’Università San Luigi Gonzaga di Ica, conservato e protetto all’interno di una teca di vetro, a disposizione dei visitatori ma soprattutto del mondo accademico. Dunque, anche dei tanti scettici che hanno ora la possibilità- con dati scientifici alla mano- di confutare le affermazioni dei ricercatori dell’Alien Project. Un contributo allo studio lo darà sicuramente anche la Moore, che su Facebook si è detta entusiasta di lavorare al nuovo progetto di ricostruzione digitale del volto di Maria. In passato lo ha già fatto con i crani allungati di Paracas, con il teschio dello Star Child trovato in Messico e con altri scheletri di nativi americani. Quando il suo lavoro sarà finito, potremo guardare negli occhi Maria e- forse- capire chi era veramente.