Gli UFO non fanno più ridere. All’improvviso il mondo si è reso conto che non solo esistono- eppure per quasi 80 anni ci avevano assicurato che erano solo fantasie senza senso- ma che pure potrebbero costituire un serio problema come tutto ciò che non si conosce e che sfugge alla comprensione. Lo ripete da almeno un anno il senatore Marco Rubio. Era lui a capo della Commissione Intelligence quando è stata inoltrata l’inusuale e inaspettata richiesta di ottenere un report con tutte le informazioni raccolte negli anni dalle agenzie governative sui cosiddetti Fenomeni Aerei Non Identificati, gli UAP, acronimo che nel mondo militare e scientifico ha soppiantato la più popolare sigla UFO. La verità è là fuori e Rubio vuole essere certo che il consueto approccio seguito per decenni- sminuire, negare, ridicolizzare- sia ormai acqua passata.
Ne va della sicurezza degli Stati Uniti. Lo ha ribadito qualche giorno fa, ospite della nota trasmissione della CBS “60 Minutes”: «Decine di uomini e di donne ai quali abbiamo affidato la difesa del nostro Paese ci stanno raccontando incontri con velivoli non identificati dalle performance che non riusciamo completamente a comprendere. Tutto ciò che entra in uno spazio aereo nel quale non dovrebbe entrare è una minaccia. Pretendo che il fenomeno sia preso sul serio e abbiamo modo di farlo. Voglio poter disporre di un processo per analizzare i dati ogni volta che arrivano, che ci sia un luogo in cui queste informazioni vengono catalogate e costantemente analizzate, fino a quando non otteniamo delle risposte», ha dichiarato Rubio. Ma il tabù resiste, secondo il senatore repubblicano, anche nel mondo della politica che conta. «Alcuni dei miei colleghi sono molto interessati a questo argomento mentre alcuni ridacchiano quando ne parli. Non possiamo permettere però che lo stigma ci impedisca di avere una risposta a una domanda fondamentale.»
Il politico della Florida sembra aver raccolto il testimone lasciatogli da Harry Reid, ormai ritiratosi a vita privata. Fu Reid, all’epoca leader della maggioranza al Senato, a spingere per la creazione di un programma di indagine del Pentagono a lungo rimasto riservato ed emerso solo nel 2017- l’ormai famigerato AATIP. “Marco Rubio prende sul serio gli UFO e pensa che dovremmo farlo pure noi”, ha titolato Newsweek citando l’intervista televisiva. Una rivista che è tutto tranne che scandalistica: al contrario si è sempre distinta per lo spessore dei suoi reportage e il fatto stesso che ora si occupi di oggetti volanti non identificati è un altro segno che i tempi sono cambiati. Alla fine di aprile un altro magazine di attualità, The New Yorker, aveva dedicato al tema un corposo approfondimento dal titolo molto simile, ovvero “Come il Pentagono ha iniziato a prendere gli UFO seriamente”. L’autore- Gideon Lewis Kraus- è partito dagli albori della moderna ufologia per capire come si è arrivati alla situazione presente.
L’avvistamento del Monte Rainier del giugno 1947, Roswell, l’incontro in volo dell’Eastern Airlines, gli UFO sopra il Campidoglio… E poi ancora le prime indagini dell’Air Force, divisa tra possibilisti e negazionisti dell’ipotesi aliena, le idee di J. Allen Hynek , il Panel Robertson e il Rapporto Condon fino alla conclusione del Progetto Blue Book: vicende che gli appassionati della materia e i lettori del libro “UFO- Parlano i piloti” ormai conoscono bene. In sostanza, per oltre 20 anni nel Secondo Dopo Guerra l’argomento è stato studiato e osteggiato, dibattuto e combattuto, per poi finire miseramente nell’oblio. Dagli Anni Settanta, sembrava diventato un tema ad uso esclusivo di ingenui e fanatici, buono solo per racconti di fantascienza. Ma con il nuovo millennio, c’è stato un ritorno di fiamma, una ripresa di interesse. Il merito di averlo riportato alla ribalta, secondo Lewis Kraus, non va però ascritto al Dottor Steven Greer e alle sue crociate contro il cover-up di Stato, ma ad una giornalista investigativa: Leslie Kean.
Motivo: troppo clamorosi e privi di riscontri oggettivi i proclami di Greer, che hanno finito col rendere la questione UFO un tutt’uno con la questione aliena moltiplicando il discredito e lo stigma sull’argomento. Al contrario, la Kean- mossa da un sano agnosticismo nei confronti della tematica- ha dato voce a testimoni seri e qualificati, protagonisti in prima persona di episodi sconcertanti, difficili da archiviare come fantasie di visionari. La reporter- illuminata sulla via di Damasco dalla lettura del Rapporto COMETA prodotto da un gruppo di ricercatori francesi- ha iniziato a indagare. Ha intervistato piloti militari e piloti civili, funzionari governativi e ufficiali dell’esercito, sia negli Stati Uniti che in altre Nazioni. Ha scoperto così che gli UFO non avevano smesso di comparire qua e là in giro per il mondo solo perché Washington aveva stabilito che non esistevano. E i Governi- incluso quello americano-non avevano mai smesso di studiare il fenomeno pubblicamente negato.
Da queste interviste nel 2010 è nato il libro “UFO: Generals, Pilots and Government Officials Go on the Records”. Nel frattempo, Leslie Kean è entrata in contatto con John Podesta, ai tempi consigliere di Obama e fortemente interessato alla questione UFO; ha tenuto e organizzato conferenze; è diventata un punto di riferimento per tutti i ricercatori interessati a far luce sul mistero come gli esperti del CEFAA cileno. Non le sono mancati critiche e attacchi da parte dei cosiddetti debunker, gli scettici convinti che qualsiasi avvistamento abbia una spiegazione logica e qualsiasi UFO sia solo un travisamento di una realtà convenzionale. Ma il suo lavoro certosino, le sue conoscenze, la sua esperienza sul campo le hanno fruttato lo scoop della vita. Nell’ottobre 2017 la Kean infatti venne invitata a un incontro riservato al quale partecipavano anche il fisico Hal Puthoff e alcuni pezzi grossi dell’Intelligence americana: l’ex della CIA Jim Semivan, Chris Mellon (vicesegretario alla Difesa delle amministrazioni Clinton e Bush figlio), Luis Elizondo, fresco di dimissioni dalla direzione di un allora sconosciuto programma denominato AATIP creato per studiare le “minacce aerospaziali avanzate”.
Aveva assistito alla fondazione di To The Stars Academy of Arts and Science, di cui il musicista pop-punk Tom DeLonge è il volto ufficiale. Da lì a poco, Elizondo avrebbe fornito i primi due dei tre filmati di provenienza militare (gli ormai famosi video degli UFO del Pentagono), di cui garantiva l’autenticità: li avrebbe dati alla giornalista solo se fosse riuscita a farli pubblicare sul New York Times. Grazie ai suoi contatti personali e alla sua storia professionale, la Kean ci è riuscita. Il 16 dicembre 2017, il quotidiano pubblicava l’articolo (firmato anche da due reporter del NYT) dal titolo “Aure luminose e fondi neri: il misterioso programma del Pentagono sugli UFO” che apriva uno squarcio su una realtà tenuta a lungo nascosta. Si parlava di Elizondo e del senatore Reid, si spiegava anche il ruolo del miliardario Robert Bigelow e del suo laboratorio scientifico. All’improvviso l’America e il mondo hanno scoperto che gli UFO- o gli UAP se preferite- non sono mai usciti dall’agenda di Washington e anzi per studiarli il Dipartimento della Difesa ha impiegato milioni di dollari in fondi segreti e le sue migliori risorse.
Il resto è storia recente. In un crescendo rossiniano, con colpi di scena continui, il Pentagono ha dovuto fare un’ammissione dopo l’altra: autentici quei tre primi filmati, autentici anche gli altri trapelati più di recente e ripresi nel 2019 dal personale di due navi da guerra impegnate in un’esercitazione al largo di San Diego, la USS Russell e la USS Omaha, nei quali si vedono un velivolo di forma piramidale e un altro tondeggiante che sparisce nell’oceano (un mezzo “transmediale”, che si può spostare sia in aria che in acqua). Nel frattempo, sono anche arrivati la presa di posizione della Commissione Intelligence del Senato- salvo sorprese, il rapporto non classificato dovrà essere consegnato al Congresso entro giugno- e l’annuncio della costituzione di una task force per indagare sui fenomeni aerei non identificati (la sigla impronunciabile è UAPTF). Ce ne sarebbe già abbastanza per rimanere senza parole, ma ad aumentare lo sconcerto ci sono anche le dichiarazioni di un ex militare, sempre durante “60 Minutes”.
L’ex tenente della Marina Ryan Graves aveva già rilasciato un’intervista al New York Times nel quale raccontava la sorpresa provata da lui, giovane pilota, e dai suoi colleghi quando si erano imbattuti in strani droni dalle prestazioni incredibili sulla costa atlantica, nello spazio aereo limitato a sud-est di Virginia Beach, nel 2015. Non solo velocissimi, ma capaci di accelerazioni assurde, e descritti come “cubi” circondati da uno strano alone, che avevano persino rischiato di scontrarsi in volo con i caccia della Navy. Incontri molto frequenti, che ora in tv Graves ha quantificato così: sono avvenuti tutti i giorni, per due anni di fila, a partire dal 2014. «Quei velivoli sono una minaccia per sicurezza. Io francamente sono preoccupato», ha detto. «Se si trattasse di jet di un’altra Nazione che volano lassù, sarebbe un problema enorme. Ma visto che la situazione sembra un po’ diversa, allora non siamo disposti ad affrontarla. Preferiamo ignorare che questi velivoli se ne stiano là fuori, a osservarci ogni giorno».
Insomma, gli UFO adesso generano preoccupazione, non fanno più ridere nessuno. Neanche l’ex presidente Barack Obama. Con una bella battuta scherzosa, nel 2015, liquidò la questione nel salotto dello show notturno di Jimmy Kimmel. Alla fatidica domanda sugli Alieni, rispose: «Non posso parlarne, loro non vogliono. Non puoi rivelare i loro segreti, esercitano uno stretto controllo su di noi». Alla medesima domanda, rivoltagli durante un altro talk show serale, il 18 maggio 2021 Obama ha riprovato con l’arma dell’ironia, suscitando l’ilarità nello studio: «Se si parla di Alieni, ci sono cose che semplicemente non posso dire in onda…Quando sono entrato in carica ho chiesto se tenessimo custoditi da qualche parte campioni e astronavi aliene. Hanno fatto una breve ricerca e mi hanno detto di no». Poi ha cambiato tono e ha aggiunto: «Ma- e adesso sono davvero serio- è vero che ci sono filmati e registrazioni di oggetti nel cielo che non sappiamo esattamente cosa siano, come si muovano, che traiettorie facciano. Non hanno mostrato schemi facilmente spiegabili. Quindi penso che la gente li stia prendendo seriamente e cerchi di capire che cosa siano».