Ogni anno sembra quello buono. Ogni anno, sembra arrivato il momento della svolta. E ogni anno, poi, si rinvia a quello seguente perché nulla di quanto ci si aspettava è accaduto. Ma per molti osservatori e ricercatori, il 2022 potrebbe davvero segnare il punto di non ritorno nella comprensione del fenomeno UFO. I semi gettati abbondantemente nei mesi scorsi, insomma, dovrebbero dare i loro frutti molto presto. Se così fosse, per gli appassionati della materia sono in arrivo grandi sorprese e tante soddisfazioni.
IL 2022 SARÀ L’ANNO DECISIVO PER SVELARE IL MISTERO UFO?
Ne hanno parlato alcuni esperti interpellati da Space.com– un sito scientifico che normalmente si occupa solo di astronomia e non di ipotesi alternative. E già questa è una notizia. In sostanza, il giornale online ha riconosciuto che il rapporto preliminare sugli UAP presentato dai vertici dell’Intelligence USA al Congresso degli Stati Uniti lo scorso giugno e l’istituzione di un ente specifico preposto proprio all’indagine dei fenomeni aerei non identificati (organismo varato in modo autonomo dal Pentagono a novembre e poi votato dal Senato il mese seguente), sono stati decisivi per spingere a uno studio scientifico del problema. L’emendamento Gillibrand approvato all’interno della Legge di Bilancio per la Difesa dell’anno fiscale 2022 prevede infatti- tra le altre cose- anche di “verificare scientificamente le teorie relative alle caratteristiche e alle prestazioni degli UAP” e di focalizzarsi in particolare sui cosiddetti velivoli transmediali, capaci cioè di muoversi indifferentemente nell’acqua, nell’atmosfera e nello spazio.
UNO DEI VELIVOLI TRANSMEDIALI RIPRESI DAI MILITARI USA
Una tecnologia al momento impossibile, eppure riscontrata in alcuni di questi oggetti misteriosi avvistati dal personale militare americano e ripresi dalle sofisticate strumentazioni in dotazione alla US Navy. Ma se nessuna super potenza possiede mezzi in grado di compiere performance del genere, di cosa stiamo parlando? Per capirlo, è indispensabile implementare la raccolta dei dati con una serie di nuovi strumenti ad hoc. Lo conferma Mark Rodeghier, direttore scientifico del Center for UFO Studies di Chicago. «Lo sforzo per rilevare, tracciare e misurare il fenomeno UFO sul campo, in tempo reale, di recente è entrato in una nuova fase. La tecnologia è migliorata, i software sono migliorati e l’attuale interesse per gli oggetti volanti non identificati ha attratto nuovi professionisti qualificati», ha detto a Space.com. «Anche se non si può prevedere quanto presto acquisiremo nuove conoscenze fondamentali sugli UAP/UFO, credo che questi sforzi avranno molto probabilmente successo e porranno la ricerca sugli UFO su una nuova base di dati fisici affidabili. Di conseguenza, avremo ancora più prove – se mai fosse necessario – che il fenomeno è reale e può essere studiato scientificamente».
SATELLITI E TELESCOPI SARANNO USATI PER RACCOGLIERE DATI SUGLI UAP
In effetti la scienza- quella ufficiale, all’interno delle grandi università- incomincia a muoversi. La scorsa estate, il fisico teorico di Harvard Avi Loeb ha lanciato la sua iniziativa chiamata “Galileo Project” al quale hanno aderito già un centinaio di esponenti del mondo accademico. L’ obiettivo è duplice: da un lato, scoprire la reale natura degli oggetti interstellari come Oumuamua, il misterioso viaggiatore cosmico che ha attraversato il sistema solare senza rivelare molto della sua identità; dall’altro, scovare potenziali artefatti di origine extraterrestre in movimento nelle vicinanze della Terra- incluse le finora solo ipotetiche astronavi aliene. Tutte le informazioni raccolte attraverso una rete di telescopi e satelliti sparsi per il mondo saranno condivise. «I dati del Progetto Galileo saranno aperti al pubblico e la sua analisi scientifica sarà trasparente», ha infatti garantito il professor Loeb secondo il quale «i risultati scientifici correlati amplierebbero la conoscenza dell’umanità, senza alcuna distinzione tra i confini delle nazioni».
IL PROFESSOR AVI LOEB HA LANCIATO IL PROGETTO GALILEO
Gli UFO potrebbero dunque avere un’origine non terrestre: dopo decenni di ostracismo e di rifiuto aprioristico, ora è il mondo della scienza ad aprire a questa possibilità che- per quanto remota -non può più essere esclusa. E anche se può suonare strano, non si esclude neanche un’altra ipotesi apparentemente assurda: la possibilità che a pilotare quegli oggetti sconosciuti siano umani provenienti dal futuro. «Il modello dei viaggiatori nel tempo per spiegare gli UFO ha preso piede negli ultimi due anni», sostiene infatti Michael Masters, professore di Antropologia alla Montana Technological University e autore del libro “Identified Flying Objects” nel quale espone proprio questa teoria: a visitare la Terra, sarebbero i nostri bis-bis-nipoti ipertecnologici, capaci di muoversi avanti e indietro nel tempo, mossi dalla curiosità di conoscere di persona le proprie origini e di studiare gli antenati (ovvero, noi) nel loro contesto storico-culturale.
L’ANTROPOLOGO STATUNITENSE MICHAEL MASTERS
«Penso che le persone stiano iniziando a rendersi conto che questa idea ha senso nel contesto di come operano queste astronavi, di come possono raggiungere accelerazioni e decelerazioni così incredibili, se è vero che stanno manipolando lo spazio-tempo e se possiamo prendere sul serio la descrizione delle creature viste in associazione con esse, sempre descritte in termini umani per quanto riguarda il loro comportamento, la tecnologia e la morfologia», spiega Masters. Il docente non nasconde la sua soddisfazione per il nuovo approccio dimostrato da tanti colleghi accademici: «Più continuiamo a eliminare lo stigma che ha circondato questo argomento per così tanto tempo, più velocemente potremmo iniziare a capire le sfumature di questo fenomeno misterioso. Speriamo che un’ulteriore riduzione dello stigma faccia sì che ancora più scienziati e studiosi affrontino l’argomento senza paura e senza imbarazzi». Perché ormai, chiosa il professore, il riconoscimento ufficiale dell’esistenza degli UFO ha cambiato per sempre le carte in tavola: non dobbiamo più domandarci se sono reali, ma piuttosto cosa sono, da dove arrivano e persino a quale epoca appartengono.