Si chiama “effetto valanga”: in elettronica, è il processo che porta alla moltiplicazione della corrente elettrica in materiali solitamente isolati. In generale, si definisce così qualsiasi fenomeno che si sviluppa aumentando in modo rapido e inarrestabile. E sembra proprio quello che sta accadendo ora a proposito della questione UFO/UAP, dopo le dichiarazioni pubbliche dell’ex ufficiale dell’Air Force ed ex funzionario dei servizi segreti americani David Grusch.
Nei giorni scorsi, Grusch ha detto che il suo governo è in possesso di mezzi che ha definito “extraterrestri o qualcos’altro, ma non umani”, sui quali è stata effettuata la retro ingegneria. Informazioni – ha aggiunto- che sono state volutamente e illegalmente sottratte non solo all’opinione pubblica ma anche al Congresso. Lungi dallo smentire affermazioni tanto sconvolgenti, altri informatori hanno aggiunto ulteriori dettagli: sostengono infatti che le astronavi in custodia americana sarebbero 12 o anche di più. Lo hanno rivelato al giornalista e scrittore Michael Shellenberger vari insider, sia uomini delle Forze Armate e dell’Intelligence che contractor (ovvero privati che forniscono consulenza o servizi per il Dipartimento della Difesa).
Nei suoi articoli, nei post pubblicati online e nelle interviste in tv, Shellenberger ha affermato che, secondo queste sue molteplici fonti riservate, Grusch ha detto la verità. L’ex agente segreto vanta credenziali molto rilevanti: è stato decorato per aver combattuto in Afghanistan con l’USAF, è un veterano della National Geospatial Agency e del National Reconnaissance Office. Dal 2019 al 2021, ha fatto parte della Task Force sugli UAP, creata apposta per studiare il fenomeno. Dalla fine del 2021 fino al luglio 2022, è stato a capo del gruppo di analisi come rappresentante della NGA. Quindi, sicuramente ha avuto accesso a documenti coperti da segreto sull’argomento. Quegli stessi incartamenti classificati composti da report ed email, che ad aprile ha consegnato all’ispettore generale della comunità di Intelligence e poi direttamente ad alcuni componenti delle sottocommissioni del Congresso.
La “gola profonda” ha ottenuto il permesso di rendere pubblica parte delle rivelazioni (e infatti il 5 giugno sono apparse le sue prime interviste per The Debrief.org e per la tv News Nation), ma non di divulgare immagini o foto. Era sicuramente informato di questi colloqui riservati Chris Mellon, che ha servito a lungo nello staff presidenziale di Clinton e Bush figlio proprio in ambito intelligence. Appena due giorni prima dell’uscita pubblica di David Grusch, Mellon ha scritto un articolo per la rivista POLITICO nel quale affermava di essere stato contattato da vari testimoni a conoscenza di un programma segreto per ricavare tecnologia dall’analisi di materiale recuperato da oggetti non di questo mondo. Mellon auspicava che il governo chiarisse pubblicamente il possesso o meno di tali velivoli (per chi volesse approfondire, link).
L’informatore Grusch ha prestato giuramento prima di iniziare la sua deposizione – e su queste cose, in America, non si scherza. Ha detto di non conoscere il numero esatto dei mezzi non umani recuperati dagli Stati Uniti, specificando però che alcuni sono interi e altri invece sono in rottami. Le fonti riservate di Michael Shellenberger- dietro anonimato- hanno parlato di almeno 12 oggetti in possesso del governo di Washington. Una di loro ha detto che sei sono in buone condizioni, gli altri sono molto danneggiati, e che si tratta di 4 differenti tipologie di mezzi. Il medesimo informatore ha rivelato a Shellenberger che in alcuni casi “gli occupanti hanno abbandonato il veicolo”- quindi, erano dotati di equipaggio– e che alcuni generali avrebbero personalmente toccato quei mezzi sconosciuti celati nella famigerata Area 51 ma anche in altre basi in giro per il mondo: alcuni UAP sono sotto custodia di società aerospaziali che hanno contratti con il governo.
Tuttavia- a parlare sono sempre le fonti confidenziali e anonime dello scrittore- pochi contractor sono a conoscenza dell’esistenza di questi oggetti “fuori dal mondo”. Alcune di queste gole profonde hanno espresso frustrazione per la totale segretezza che circonda la scoperta, perché essa rallenta la comprensione di questa straordinaria tecnologia. Un appaltatore avrebbe proposto di trovare un modo per coinvolgere il mondo scientifico, ma ha ottenuto un netto rifiuto. Quasi tutte le fonti- ad eccezione di una- concordano sul fatto che finora gli Stati Uniti non sono riusciti a far volare questi oggetti misteriosi. «Ci hanno riferito che ci sono stati dei voli, ma non abbiamo mai trovato alcuna prova per questa asserzione, anzi, abbiamo molti indizi per dire che non capiamo come funzionano”, hanno detto.
E ancora: stando a queste indiscrezioni, esisterebbe un forum di discussione sul web, ad accesso ovviamente super-riservato, noto come “R-Space”, in cui 1.500 scienziati finanziati dal governo discutono e analizzano gli UAP. Secondo un’altra fonte, tuttavia, a conoscere questa choccante realtà sarebbero molti di meno, tra le 100 e le 700 persone. Nella chat R-Space possono entrare solo i ricercatori che hanno un’autorizzazione top-secret, ma per poter vedere di persona quei velivoli nascosti nelle basi militari più inavvicinabili serve una clearance – ossia, un permesso, un lasciapassare- molto più elevata. Insomma, un privilegio per pochi eletti. In base a quanto ha saputo Shellenberger, Washington non ha però l’esclusiva in questa corsa alla retro ingegneria: anche Russia e Cina avrebbero nei loro hangar dei velivoli precipitati sul loro territorio, ma nessuno ne ha prova certa.
Lo sappiamo, non è la prima volta che sentiamo o leggiamo notizie del genere. Tutti i libri dedicati all’ufologia ne parlano, tanto che ormai i laboratori segreti in cui scienziati senza nome lavorano per carpire la tecnologia aliena dei dischi volanti sono sinonimo di complottismo o di leggende metropolitane. Ma quando ne parlano i senatori, come fece Harry Reid, scomparso nel 2021? Visionari e picchiatelli anche loro? Reid, stretto amico di Robert Bigelow (fondatore dell’omonima compagnia aerospaziale privata), nonché primo sponsor della creazione dell’AATIP con fondi neri del Senato, ammise candidamente di sapere “da decenni” dell’esistenza di materiale speciale consegnato alla Lockheed Martin (un nome che compare spesso ogni volta che si parla di UFO e misteri…).«Ho tentato, mi ricordo, di ottenere un’approvazione riservata dal Pentagono per andare a vedere quella roba. Non lo me lo hanno mai permesso», aveva raccontato. In varie interviste, aveva ribadito di ritenere estremamente importante la divulgazione delle informazioni sulla scoperta di materiali o velivoli recuperati.
C’è poi un particolare, nelle rivelazioni ai media di David Grusch, che ci riguarda da vicino, ma che finora non è stato sottolineato dalla stampa italiana. Affermando che il progetto di recupero e retro ingegneria collegato agli UFO risale a una novantina di anni fa, Grusch ha spiegato che il primo velivolo del genere precipitato risalirebbe al 1933: sarebbe caduto vicino a Milano, a Magenta. L’oggetto a forma di campana fu nascosto e studiato dagli scienziati del Duce per essere poi trafugato dall’OSS, l’Office of Strategic Services (un’agenzia di Intelligence americana dell’epoca) nel 1944 e trasportato negli Stati Uniti alla fine della guerra. Si tratta dello stesso oggetto di cui parlano i celebri X-file del Fascismo portati all’attenzione del pubblico da Roberto Pinotti e poi confluiti nel libro scritto con Alfredo Lissoni “Luci nel cielo”?
I due ricercatori parlano di un oggetto cilindrico, recuperato a Vergiate, nel varesotto, e tenuto nascosto in uno stabilimento industriale per essere poi portato via dagli Alleati nel 1945. Ci sono discrepanze nelle due versioni, ma nel complesso le storie sono sovrapponibili. Intervistato dal quotidiano francese Le Parisien, l’ex agente segreto ha detto:«Questo è il caso più vecchio di cui sono al corrente, non posso parlare degli altri. Cosa è successo? Nel 1933, una nave che sembrava una campana di circa 10 metri venne ritrovata a Magenta, nel nord Italia. Fu custodita dal governo Mussolini finché ufficiali dell’Office of Strategic Services non la recuperarono nel 1944. Ironia della sorte, questo fatto è antecedente a qualsiasi altra vicenda che il pubblico abbia sentito per decenni, come Roswell. Sono stato autorizzato a parlarne».
Credergli oppure no? L’AARO-l’All-domain Anomaly Resolution Office- continua a ripetere di non aver mai avuto prove della presenza di tecnologia aliena e la portavoce del Pentagono Sue Gough ha appena dichiarato: «Ad oggi, l’ufficio non ha scoperto alcuna informazione verificabile a sostegno delle affermazioni secondo cui un programma riguardante il possesso o la retro ingegneria di materiali extraterrestri sia esistito in passato o esista attualmente». Eppure, molti sostengono che David Grusch sia sincero. Lo pensano i giornalisti che lo hanno intervistato, che lo ritengono affidabile e credibile. Lo pensa l’ispettore della comunità di Intelligence, che ha definito urgente una verifica delle sue dichiarazioni. E lo pensano anche i deputati che hanno ricevuto quella documentazione scottante e che adesso invocano chiarezza sull’argomento: l’8 giugno, James Comes ha annunciato che ci sarà un’indagine da parte del Comitato di supervisione della Camera sulle affermazioni di Grusch.