C’è uno studio che sta facendo discutere. È un articolo scientifico, pubblicato sulla rivista Journal of Modern Physics, che potrebbe cambiare radicalmente la nostra concezione di vita e la nostra comprensione della realtà che ci circonda. Lo hanno firmato sei ricercatori- astrobiologi e astrofisici di centri di ricerca americani, inglesi e francesi. Il titolo è un elenco di termini apparentemente senza relazione: “Fenomeni anomali non identificati, vita extraterrestre, plasmoidi, mutaforma, repliconi, tempeste di fulmini, lampi, allucinazioni, disastri aerei, avvistamenti sugli oceani». Ma per gli autori, a unire tutte queste variegate realtà, sarebbe una nuova forma di vita intelligente che condivide con noi il pianeta Terra a nostra insaputa.
Al centro dello studio ci sono infatti quelli che il team di ricerca chiama plasmi e plasmoidi, ossia corpi di luce pulsante e auto illuminante simile al plasma (gas ionizzato), di forme e dimensioni diverse, osservati, testimoniati e persino ripresi migliaia di volte. A partire dalla NASA: nell’articolo (corredato da decine di immagini) vengono infatti citati 17 minuti di filmati dello Space Shuttle circondato da questi strani visitatori. I plasmoidi sono stati immortalati anche mentre volteggiavano nella ionosfera e termosfera attorno ai satelliti o alla stazione spaziale internazionale MIR, oppure- questa volta nella bassa atmosfera- mentre sorvolavano l’oceano e si immergevano nell’acqua sotto gli occhi del personale della Marina Militare degli Stati Uniti e dei mezzi aerei della polizia di frontiera americana. Le loro caratteristiche peculiari: sono attratti dall’attività elettromagnetica, si muovono ad alte velocità con accelerazioni ipersoniche istantanee e improvvise frenate, fanno virate di 90 o persino 180 gradi, possono perforare il plasma.
Queste entità, poi, spesso scendono all’interno dei temporali intersecando i corridoi di volo di aerei commerciali e militari. Per la loro natura, possono passare attraverso il vetro, la plastica, il metallo ed entrare nelle cabine di pilotaggio degli aerei (esattamente come fanno nei veicoli spaziali, stando alle testimonianze di vari astronauti). E qui viene il bello: «Il fatto che scendono nei temporali e nell’atmosfera inferiore, in virtù della loro propensione a inseguire e scontrarsi, potrebbe spiegare i numerosi resoconti- a partire da prima, durante e dopo la Seconda Guerra Mondiale- di UAP che seguono, infastidiscono e “giocano” con gli aerei e anche l’associazione tra l’aumento sia degli avvistamenti che dei disastri aerei inspiegabili», scrivono gli autori. Tra l’altro, queste sfere di luce, oltre ad interferire con gli strumenti elettronici, potrebbero influenzare anche l’attività cerebrale scatenando allucinazioni, senso di confusione, percezione alterata del tempo e incubi, tanto che lo studio contempla che possano essere spiegate in questo modo le memorie che poi vengono interpretate come “rapimenti alieni”. Ma non solo…
«Riteniamo che i plasmoidi che arrivano nella termosfera da luoghi sconosciuti debbano essere descritti come “extraterrestri”. Riteniamo inoltre che siano stati osservati per migliaia di anni e che i plasmoidi siano responsabili di molti-ma non di tutti- avvistamenti di UAP, compresi quelli che si ritiene abbiano “combattuto” sulle città nel passato recente e antico». Il riferimento è alle battaglie celesti che da sempre costellano la storiografia ufficiale: dalle torce fiammeggianti descritte da Diodoro Siculo agli “scudi incandescenti” di Plinio il Vecchio, fino alle scene fantascientifiche riportate nel Medioevo e nelle epoche seguenti. L’articolo cita ad esempio le sfere di fuoco di vari colori viste scontrarsi nei cieli di Norimberga, in Germania, nel 1561; quelle avvistate solo 5 anni dopo a Basilea (Svizzera); le luci che terrorizzarono la città tedesca di Amburgo nel 1697. In tempi più recenti, nel 1808, l’Accademia delle Scienze di Svezia scriveva: «Il 16 maggio scorso apparvero in rapida successione un gran numero di palle o corpi sferici, di colore marrone scuro (…). Molte di esse rimasero, per così dire, stazionarie; ma presto ripresero un moto accelerato con grande velocità, finché non furono perse di vista. Milioni di corpi simili si sollevarono continuamente a ovest, uno dopo l’altro in modo irregolare (…). Non si percepì alcun rumore, né alcun fischio o ronzio nell’aria».
Anche la famosa “Battaglia di Los Angeles” del febbraio 1942 potrebbe essere spiegata in questo modo: i cinque oggetti luminosi che volavano in formazione sulla metropoli della California sarebbero stati plasmoidi. Nelle loro conclusioni, gli autori dell’articolo scientifico aggiungono: «Quattro oggetti a forma di nuvola che assomigliavano a plasmoidi in una formazione a V furono fotografati su Winter Island a Salem, Massachusetts. Oggetti pulsanti in una formazione a V sono stati anche filmati mentre camminavano su uno degli Space Shuttle. Gli oggetti (UAP) che volano in formazione sono stati ripetutamente osservati in numerose occasioni, hanno molestato jet e installazioni militari e hanno preso parte a ciò che i funzionari della Marina e del Pentagono sospettano sia meglio descritto come sorveglianza. Volare in formazione suggerisce un controllo intelligente e azioni coordinate». Già, perché secondo gli astrobiologi e gli astrofisici che hanno firmato lo studio, queste entità mostrerebbero comportamenti intenzionali e manifesterebbero persino curiosità- come quando sembrano sbirciare dai finestrini dello Space Shuttle o si materializzano all’interno di una cabina di pilotaggio. Anche se aggiungono: «Bisogna stare attenti a non antropomorfizzare quella che potrebbe essere un’attività elettromagnetica push-pull. Ma d’altra parte, l’energia dominante che alimenta il cervello umano è elettromagnetica».
Gli studiosi, tuttavia, si spingono ancora oltre. I plasmoidi sarebbero una vera e propria forma di vita: costituirebbero il quarto dominio- dopo batteri, archea ed eucarioti. Ma visto che esistono tanti sottotipi di plasmi (anche alcuni che sembrano “metallici”), si domandano se sia possibile immaginare anche un quinto, un sesto o un settimo dominio della vita “aliena”… «Le prove supportano l’ipotesi che i plasmoidi potrebbero aver fornito la base composita per l’origine dell’RNA, seguito dal DNA e quindi della vita, e che quelli nella termosfera sono senzienti, consapevoli e hanno coscienza. Se quest’ultima teoria si rivelasse vera, allora poiché i plasmoidi probabilmente risiedono nell’atmosfera superiore di ogni pianeta gassoso, si può prevedere che essi possano aver generato la vita su innumerevoli mondi, compresi quelli che si sono formati miliardi di anni prima della Terra. Se anche quest’ultima proposizione si dimostrasse vera, allora la vita si sarebbe probabilmente evoluta in innumerevoli mondi, raggiungendo persino il livello degli umani terrestri moderni, miliardi di anni fa».
Ce n’è abbastanza per restare a bocca aperta. Eppure non è ancora finita. Non sempre, dicono, è stato possibile determinare la natura delle entità osservate. Per esempio, la NASA ha aggiunto quattro strati di rumore visivo ai filmati notturni dello Shuttle e ha spento la telecamera quando nell’inquadratura c’era qualcosa che poteva essere interpretato come un “UFO” (ovvero un’astronave aliena), rendendo così estremamente difficile eseguire un’analisi dettagliata. Ecco perché non si può escludere che alcuni degli UAP/UFO osservati nel corso dei secoli possano includere velivoli e macchine fabbricate da razze di esseri tecnologicamente iper avanzati che si sono evoluti in antichi mondi simili alla Terra. «Prove concrete, fotografate dalla NASA su Marte, anche se al momento non confermate, favoriscono questa visione. In conclusione, date le prove presentate in questo e altri rapporti, è altamente probabile che i plasmi e i plasmoidi siano responsabili di molti degli incontri e delle osservazioni di UAP nel corso dei secoli, compresi quelli osservati mentre volavano sopra le città e si immergevano sotto il mare. I plasmoidi, tuttavia, non possono spiegare tutti gli avvistamenti di UAP e alcuni di questi potrebbero essere astronavi extraterrestri provenienti da altri mondi».
Insomma, questo studio sembra aver trovato una spiegazione scientifica per quelle luci misteriose (fino ad oggi spesso chiamate orbs) viste da astronauti, piloti militari e civili, soldati, agenti di polizia e altri testimoni. Avvistamenti sempre smentiti dalle fonti ufficiali e dagli scettici ad oltranza, spiegati come stelle, pianeti, bolidi o semplici fantasie. Invece, i sei autori dell’articolo pubblicato sul Journal of Modern Physics non sono le ritengono reali, ma addirittura forme evolute di vita che la scienza- quella rappresentata dalla NASA, ad esempio- ha cercato strenuamente di nascondere. Che assurdità: proprio coloro che sono impegnati a cercare tracce di vita extraterrestre nell’universo con missioni dai costi miliardari, sono gli stessi che alterano le immagini, girano le telecamere o interrompono le registrazioni quando qualcosa di vivo e di non terrestre si palesa sotto il nostro naso. Ci sarebbe da riderne, se non fosse tragico. I plasmoidi, tra l’altro, sembrano perfettamente collimare con la descrizione data da Jacques Vallée in riferimento ai corpi di luce apparsi in numero crescente nelle ultime settimane in varie parti del mondo e in particolare nel nordest degli Stati Uniti: «Abbiamo a che fare con livelli di coscienza non ancora riconosciuti, indipendenti dall’uomo ma strettamente connessi alla Terra», ha affermato il famoso astronomo francese.
Ecco allora farsi avanti con forza l’ultima interpretazione per il fenomeno che dal 14 novembre scorso non trova spiegazioni, complice l’omertà dell’amministrazione Biden che tace o da risposte assurde in merito alla presenza sempre più massiccia di presunti droni dalle caratteristiche anomale. Dichiarazioni contraddittorie (“non sappiamo cosa sono, non appartengono né agli Stati Uniti né a nazioni nemiche, però riteniamo che non siano una minaccia”) che generano frustrazione tra gli inquirenti sul campo e aumentano la tensione a dismisura tra la popolazione sempre più confusa. A condividere sui social la nuova ipotesi, un giovane militare (o meglio, un ragazzo con indosso una divisa da soldato) che ha dichiarato in un video postato sui social: «I droni sono opera dell’uomo, li stiamo lanciando noi in New Jersey, nel Texas, ovunque, e non dovete preoccuparvi. Quello di cui dovete proccuparvi sono gli orbs, quelle luci che splendono nel cielo e che abbattono i droni. Quelli sono Alieni. Perchè gli Alieni esistono e nel corso del 2025 la verità sarà rivelata. Prima o poi dovremo evacuare da qui, quindi continuate a guardare in cielo di notte». Oltre alle incursioni quotidiane, ai black-out , alle interferenze radio, ai picchi di radioattività, adesso la gente del posto sta affrontando anche un’emergenza idrica: in alcune zone degli avvistamenti di massa, l’acqua ha cambiato aspetto e odora di acetone. Ma a dirla tutta, non è l’unica cosa che “puzza” in questa assurda vicenda.