Marte, il sogno proibito dell’esplorazione spaziale. Eppure, c’è chi assicura che lassù ci siamo già arrivati negli Anni Settanta con equipaggi umani e abbiamo persino costruito un avamposto… Queste missioni segrete, condotte congiuntamente da Stati Uniti e URSS sotto il nome “Project Red Sun” (Progetto Sole Rosso) sono al centro della seconda parte della video intervista di Extremamente con Luca Scantamburlo, ricercatore indipendente che ha dedicato anni di studio e di analisi per controllare la fondatezza di questi sconcertanti proclami.

Scantamburlo, che ha avuto almeno tre informatori principali con i quali ha intrecciato un fitto scambio di messaggi, dunque, non si è limitato a riferire quello che gli veniva detto in modo passivo e acritico, ma ha sottoposto a verifica incrociata le informazioni, le ha selezionate, le ha messe in discussione e in alcuni casi le ha anche scartate. Perché, ovviamente, ha ricevuto anche materiale anonimo molto dubbio, se non palesemente falso, allo scopo di depistarlo e screditarlo. L’unica fonte che ha deciso di rivelare pubblicamente è l’ex astronauta John Young, ma lo ha fatto solo dopo la sua morte, avvenuta nel 2018.

In questa intervista, lo scrittore ripercorre anche la figura di Wernher von Braun, lo scienziato tedesco che nel secondo Dopoguerra fu tra i fondatori dell’astronautica Made in USA e artefice principale della conquista dello spazio. Negli Anni Quaranta, Von Braun (prigioniero in un campo di concentramento in Texas) scrisse un romanzo di fantascienza incentrato su Marte. Un racconto, sì, ma in appendice l’autore riportava tutti i calcoli tecnici di fattibilità per una reale missione sul Pianeta Rosso. E gli Americani, venti anni dopo, sperimentarono con successo razzi a propulsione nucleare che avrebbero reso quel viaggio molto più breve rispetto ai tempi odierni. Insomma, avevamo le nozioni e la tecnologia per portare l’Uomo su Marte. Ma lo abbiamo fatto davvero?
